manubibi: (Angel | COW-T | maridichallenge)
manubibi ([personal profile] manubibi) wrote2016-01-25 09:39 pm

[FREE!] 50 shades of saba

Titolo: 50 shades of saba
Fandom: Free!
Personaggi: Sousuke Yamazaki/Haruka Nanase
Genere: parodia, erotico
Avvertimenti: fandom!AU, lime, handjob
Parole: 2175
Note: fillo il prompt "FREE!, Sousuke Yamazaki/Haruka Nanase, 'Mi piace avere il controllo su tutto!' AU!50shades, in cui ovviamente Sousuke e Haru sono le versioni intelligenti dei personaggi di quel robo lì" (XDDDDD) della [livejournal.com profile] ladyaika e la prima missione della prima settimana del COW-T6, con prompt "compassione" \o\
Ovviamente a questa cosa manco ci avrei pensato per scherzo se non me l'avesse promptata Aika... XD non ho manco riletto, sono certa ci siano orrori imperdonabili di grammatica ma vbb IO DEVO VEDER SAKAMICHI NO APOLLON, CIA'
(titolo pure scelto a cazzo perché sta cosa è ridicola e merita un titolo banale e ridicolo)


Certo Haruka non se l'aspettava, tutta questa situazione, quando Nagisa gli ha chiesto di intervistare quel tipo, Yamazaki, per l'università. Apparentemente il suo coinquilino aveva preso una brutta malattia invernale - avrebbe dovuto prevederlo quand'è uscito sotto la pioggia con niente addosso a parte una maglietta corta - e l'aveva implorato per almeno mezz'ora prima di sfoderare il suo sguardo disperato da cucciolo triste al quale nessuno mai nella vita è sopravvissuto. Haruka, soprattutto, non saprebbe mai resistere.
Non si aspettava di entrare in un edificio enorme e altissimo di Tokyo, sede della azienda specializzata in abbigliamento e articoli sportivi Samezuka, e rimanere in attesa con aria annoiata per almeno mezz'ora mentre un segretario dai capelli quasi bianchi gli chiedeva con aria sempre più imbarazzata di attendere "ancora cinque minuti, per favore." Finché finalmente quel Yamazaki non ha dato il permesso al segretario di farlo entrare.
"Ho finito, Nitori," Haruka l'ha sentito borbottare dal piccolo altoparlante sulla scrivania del giovane.
"Ah! Bene, Yamazaki-san è pronto a riceverla!" Quello ha trillato, saltando in piedi con aria nervosa per poi stringere la sua cartelletta al petto. "Venga con me."
Quando è finalmente entrato nell'ufficio dopo aver maledetto silenziosamente Nagisa in tutti i modi, si è concesso solo un secondo per trattenere il respiro davanti all'uomo che sedeva nell'ufficio.
Sousuke Yamazaki era stupendo. Non solo da mozzare il fiato, ma proprio la quintessenza della bellezza maschile. E stava squadrando Haruka con un cipiglio serio e severo che Haruka si trovò, ovviamente, a dover restituire nonostante fosse più giovane di almeno cinque anni.
"Beh, dov'è Hazuki? Doveva intervistarmi lui," Sousuke sbottò, incrociando le braccia.
"È malato," Haruka rispose, stringendo gli occhi in due fessure con aria di sfida. E poi si morse il labbro, chiedendosi perché fosse lì, perché aveva accettato, e perché non riuscisse a staccare gli occhi da quel gigante.
Sousuke sospirò, per poi fare spallucce e indicare una sedia a Haruka, mentre lui sedeva con aria impaziente alla propria.

"Smettila," ordinò nel bel mezzo dell'intervista, fissando Haruka con una espressione più rilassata, o per meglio dire più concentrata sul momento che sulla propria fretta.
"Di fare che?"
"Di morderti il labbro. Mi stai distraendo," Sousuke rispose, gli occhi piantati sul suddetto, e Haruka realizzò perché aveva torturato così tanto il proprio labbro: la tensione fra i due era cresciuta.
"Mi scusi," borbottò, prima si schiarirsi la voce e riprendere a chiedere domande che, considerò, avevano poco o nulla a che fare con la vendita di tute o scarpe da ginnastica, più invece con la vita privata di Yamazaki. Nagisa, vuoi fare giornalismo o gossip? Si chiese.
Ma Sousuke non aveva fatto una piega. Invece, alla fine dell'intervista chiese a Haruka il suo numero di telefono, "per sapere quando verrà pubblicata." Haruka, un po' sorpreso, gliel'aveva dato. Solo una volta uscito aveva realizzato che avrebbe potuto dargli quello di Nagisa, in fondo era lui quello che stava studiando giornalismo e che doveva scrivere quella intervista. Ma, dopotutto, Haruka si disse che comunque era finita, e tornò a casa sollevato, dicendosi che in fondo non era andata male.

Non si era però nemmeno aspettato di venire chiamato per davvero, con un tono dall'altro capo del telefono che sembrava fatto solo di ordini e freddezza, ma anche di una certa insistenza.
"Vieni a cena con me," Sousuke gli aveva detto, prima di mandare una limousine a casa sua, situazione alla quale Haruka aveva reagito con una certa inquietudine, ma Nagisa l'aveva praticamente spinto fuori di forza augurandogli una buona serata, per poi attaccarsi al telefono. Forse per chiamare il suo ragazzo, Rei. Che fosse tutto un piano malvagio per avere l'appartamento tutto per loro due e calciare Haruka fuori di casa?
Comunque la cena era stata molto tesa e imbarazzante, con due maschi seduti uno di fronte all'altro in un ristorante di lusso, senza toccarsi e parlando poco o per niente. Eppure Haruka non se n'era andato, ed il disagio non aveva mai raggiunto vette tali da farlo parlare. Avevano semplicemente mangiato, fissandosi tutto il tempo. Haruka si era chiesto cosa passasse per la testa di quel tipo, per invitarlo fuori ad un appuntamento - palesemente - senza poi fare alcuno sforzo per avviare una conversazione. Non era stato spiacevole, solo... strano.
E poi una sera Sousuke si era presentato all'appartamento, con la sua solita espressione di uno che ha mangiato qualcosa di acerbo, per poi fare un cenno a Nagisa - che, sconvolto, aveva preso a saltellargli attorno facendo domande sul perché fosse lì e su come aveva trovato l'intervista, ma Sousuke l'aveva ignorato in modo piuttosto plateale, fissando gli occhi su Haruka che, al momento, stava mangiando quello che dall'odore sembrava sgombro, seduto sul divano e riguardando per la millesima volta un documentario sui delfini.
"Vieni con me," Sousuke ordinò, sempre con lo stesso tono fermo e l'aria di uno al quale non piace ripetersi. Nagisa lo guardò alzando le sopracciglia, e Haruka sbuffò, per poi obbedire lo stesso. Se non altro, perché aveva l'impressione che a Nagisa sarebbe piaciuto rimanere solo con Rei un'altra sera. Lo stava facendo per Rei, non per altro.
Sì, non si era aspettato di trovarsi Sousuke sulla porta di casa, ma era stato sorpreso anche quando quello gli aveva passato una lista numerata di quelle che sembravano regole, leggendo le quali Haruka aveva intuito che l'argomento fosse il sesso.
"Quindi vuoi fare, um, l'amore con me?" Chiese con aria scettica, mordendosi il labbro.
Sousuke lo fissò aggrottando le sopracciglia, e poi sibilò, "io non faccio l'amore. Io fotto. Senza pietà."
"Ah. Allora visto che ci conosciamo appena la cosa ha senso," Haruka rispose, scrollando le spalle. "Okay, se è solo sesso allora va bene. Ma io pensavo di non piacerti."
"Infatti come personalità non mi piaci per niente, ma voglio vedere com'è la tua faccia quando vieni."
Haruka aveva alzato un sopracciglio, ma alla fine aveva acconsentito, mordendosi il labbro per poi rispondere che la curiosità era reciproca. Più che altro, di vedere se Yamazaki avesse altre espressioni oltre a quella di uno al quale era appena caduta una montagna di letame addosso.

Quindi, dalla telefonata successiva si era aspettato un invito a casa di Yamazaki, non che fosse grande quasi quanto un intero piano della sede della Samezuka. Non che fosse lussuosa ma isolata dal resto della città (non che questo dettaglio desse fastidio ad Haruka, essendo un tipo riservato). E non che, una volta finiti i convenevoli, Sousuke lo trascinasse direttamente verso la camera da letto, spingendolo sul giaciglio. Era stato tutto molto rapido, le spiegazioni brevi, e nonostante avesse letto le 'regole' di questo incontro, in nessuna di esse era scritto che dovesse venire legato per i piedi e per i polsi, senza alcuna possibilità di fuga.
"Guarda che non sono una salsiccia," Haruka aveva risposto con una certa aggressività, imbronciato mentre guardava l'altro spogliarsi, per poi alzare le sopracciglia quando Sousuke rimase in slip per poi fissare la sua preda con uno sguardo di sfida.
"Però per stasera sei mio."
Ora, da come aveva sempre inteso il sesso (perlomeno quello fine a se stesso) Sousuke avrebbe dovuto fare qualcosa. E invece era rimasto lì a guardare Haruka nudo sul suo letto, legato immobile, con un ghigno soddisfatto e le mani dietro la schiena.
"Non avevo capito che facessi sesso via telepatia," Haruka lamenta, con lo sguardo quasi annoiato.
"Sì, decisamente come personalità non mi piaci per niente," Sousuke risponde, roteando gli occhi. "Va bene, vediamo quanto a lungo farai sarcasmo," aggiunge mentre finalmente si degna ad avvicinarsi, non prima di aver rivelato una piuma da dietro la schiena, per poi cominciare a passarne la punta sul petto del più giovane.
"Cos'è questa cosa?" Haruka chiede un po' stupito. Sousuke non risponde, ma segue con gli occhi il tracciato della piuma nelle sue stesse dita, per poi iniziare a torturare un capezzolo con il tocco quasi impercettibile della stessa.
Haruka inizia presto a sentire un gemito intrappolato giù nei polmoni, ma rimane in silenzio semplicemente accelerando il respiro, mentre la sua pelle formicola appena sotto il passaggio della piuma lieve.
"Cosa stai facendo...?" Chiede ancora, accorgendosi forse un po' tardi che la sua voce è roca, ed il suo corpo sta prendendo a tendersi.
"Zitto," Sousuke comanda, lanciandogli uno sguardo freddo ma autoritario. "Gli unici suoni che puoi produrre sono gemiti."
"Ci vuole di più di una piuma per farmi gemere," Haruka ribatte, e nonostante tutto segue l'oggetto che scende sulla sua pelle, verso il ventre che si tende ogni volta che i cerchi compiuti dalla mano di Sousuke si spingono più in basso.
"Ho detto zitto. Anzi, aspetta, dimmi che safeword vuoi."
Haruka alza un sopracciglio, prima di sbattere le palpebre. "Sgombro," risponde subito, senza nemmeno pensarci. Sousuke imita la sua espressione, per poi annuire.
"Sicuro non finiremo per parlare di sgombri altrimenti, quindi va bene. Comunque, adesso taci."

E Haruka non si sarebbe mai aspettato che una semplice piuma potesse indurlo all'erezione, senza nemmeno essere toccato, ma ora trattiene il fiato e tiene le labbra serrate per non far sfuggire il mugolio frustrato che tiene imprigionato in gola, solo per non dare all'altro la soddisfazione del mostrare apertamente la propria eccitazione.
Eppure Sousuke sogghigna, continuando a passare la piuma sulla sua pelle, ora su e giù per la lunghezza del sesso di Haruka, stuzzicando la punta ogni tanto, visitando le cosce, finché l'altro non prende ad agitare le mani inutilmente per poi, finalmente, chiamare, "Yamazaki!"
"Che c'è?" L'altro risponde prontamente, sollevando la mano ed alzandosi dal materasso per aprire un cassetto ed estrarne un piccolo vibratore e del lubrificante.
"Fammi venire," Haruka risponde, con la voce roca.
"Che? Abbiamo appena iniziato," Sousuke ridacchia, per poi avvicinarsi di nuovo, versare un po' del liquido sulle proprie dita ed iniziare a spingerne uno dentro il calore di Haruka che si agita, ora, col respiro più veloce quando viene toccato in un punto specifico. Il piacere accumulatosi si sparge per tutto il corpo, scaldandolo, e dalle sue labbra finalmente esce un mugolio.
E gli occhi di Sousuke si accendono, finalmente, prima che con l'altra mano prenda a pompare attorno al sesso già duro di un Haruka sempre più imbarazzato e, forse, umiliato. Comincia a mostrarlo, attraverso gli occhi, attraverso il rossore delle sue guance. E poi le sue labbra si schiudono sempre più spesso, mentre i suoi fianchi scattano verso l'altro dapprima piano, poi in modo sempre più disordinato, fino a toccare l'orlo del proprio orgasmo e poi nulla. Nulla attorno a lui, nulla a dargli quella piccola spinta in più per venire, finalmente. Apre gli occhi, e Sousuke lo fissa affamato, con un mezzo sorriso.
"Che fai?" Haruka protesta, muovendo inutilmente le mani legate.
"Posso andare avanti così tutta la sera..." Sousuke risponde, riprendendo la piuma fra le dita. Oh, no, non ora che ci sono così vicino.
"Perché? Piantala e facciamola finita!" Haruka sibila, irritato e frustrato.
"No. Decido io quando verrai."
"Vaffanculo, fammi venire," Haruka sputa, quasi in un ringhio.
"Più mi parli in quel modo, più lo ritarderò... ho tutta la notte, domani non lavoro," Sousuke risponde con aria divertita e pienamente soddisfatta.
Haruka ha voglia di dirgli cosa pensi esattamente di lui, di sua madre, del padre e di tutto il suo albero genealogico, ma invece prende un lungo respiro, per rilassarsi, e poi riprende in tono più pacato.
"Per favore."
"Ecco, adesso possiamo parlarne," Sousuke risponde, girovagando di nuovo con la piuma sul ventre del ragazzo. "Sento il bisogno di controllare tutto. Sia fuori che dentro la camera da letto," rivela, guardando Haruka dritto negli occhi. Quello gli restituisce uno sguardo liquido, prima di tendersi sotto il lieve tocco che stuzzica la sua pelle.
"Per favore," ripete, questa volta in tono più flebile, la voce rotta.
E dopo averlo torturato per qualche minuto, Sousuke finalmente inizia a provare qualcosa di simile alla compassione, per il modo in cui il corpo legato al suo letto si muove nel bisogno, per il modo in cui la voce di Haruka ora risuona per la stanza senza freni, perché in fondo non c'è più nulla da tirare fuori e non c'è più nulla di così intrigante in quel corpo.
Con la mano che ora si muove veloce e stretta attorno a lui, finalmente sente Haruka tendersi sempre di più oltre il proprio limite, e poi rilassarsi ansimando con forza, finalmente libero dalla frustrazione.
Sousuke si asciuga la mano sul lenzuolo, di nuovo vuoto nello sguardo, prima di liberargli i piedi e i polsi.
"Che ore sono?" Haruka chiede fra pesanti respiri e le ultime scintille che scaldano il suo ventre, poi apre gli occhi.
"Ora di andare a casa," Sousuke risponde, ora con un tono che, neanche a dirlo, gentile in un modo che Haruka non si aspetta.
"Ma tu... cioè..." Haruka protesta, gli occhi che scendono al gonfiore fra le gambe dell'altro.
"Ci penserò io da solo, dopo," è la replica, assieme al ghigno di Sousuke. "Quello che volevo da te l'ho avuto."
"Certo che sei strano," Haruka commenta alzando un sopracciglio.
"Non sai nemmeno quanto."