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manubibi ([personal profile] manubibi) wrote2020-03-05 01:23 pm

[FREE!] Calore rapido

 

Titolo: Calore rapido

Fandom: Free!

Personaggi: Rin/Ai

Genere: erotico

Avvertimenti: omegaverse, pwp

Parole: 1750

Note: COW-T10, quarta settimana, m2 “Giappone”.
Dio che titolo orrendo, ma come sempre i miei titoli fanno pietà, e questa non è cosa nuova XDD però dio che bello l'omegaverse. <3


Rin lo sa bene, quali sono i suoi limiti. A detta di altri, potrebbe sembrare una persona estrema sotto tutti i punti di vista, poco sensibile a quello che gli accade intorno, focalizzato su se stesso. Per questo, direbbero, preferiscono lasciarlo stare tranquillo, soprattutto prima di una gara. 

Ai sa che non è così. Per questo, appena se ne rende conto, immediatamente corre da lui. 

È l’ultimo giorno delle regionali di Tottori. L’aria vibra di eccitazione, gli spazi rimbombano col vociare concitato di nuotatori, spettatori, coach che vanno in panico, l’odore di cloro è forte e pervade l’aria con insistenza. 

Ed Ai sa di stare per andare in calore.

Proprio oggi?! pensa, con i soliti sintomi familiari che iniziano a manifestarsi - il sangue che scorre con potenza verso il basso, il sudore che inizia ad affiorare sulla pelle nonostante la temperatura confortevole, il respiro che diventa più rapido nonostante gli sforzi nel regolarizzarlo. 

E una macchia bagnata sul costume. Quest’ultimo sintomo è quello più preoccupante, ed è quello che lo spinge a correre lungo il corridoio degli spogliatoi cercando di non spintonare nessuno, tutto rosso per l’imbarazzo, fino al momento in cui quasi arriva a sbattere contro Rin. 

“Rin-senpai!” Squittisce, sgomento, e appena Rin si volta lo vede, sul suo viso, che ha già capito tutto. Forse ha percepito i suoi feromoni, forse gli è bastato vedere i suoi occhi enormi riempiti di un desiderio soppresso appena che non ha scelto di sentire urlare nelle sue vene. 

“Ai, proprio oggi?” Rin sospira, prima di prenderlo per mano, e Aiichirou non saprebbe dire quale parte di lui sente festeggiare dentro di sé. La parte che è nata con lui, o quella che è cresciuta dentro di lui negli ultimi tempi.

Ormai non è un segreto che l’ammirazione spropositata che prova per Rin-senpai da quando l’ha conosciuto si sia trasformata in qualcosa di diverso, ultimamente - e non ha nulla a che fare con la pubertà e l’inizio degli sconvolgimenti ormonali, è un punto di vista che ha sviluppato molto dopo. Osservandolo, rimanendogli accanto quando nessun altro voleva farlo, parlandogli con la sua proverbiale calma e pazienza durante le sue sfuriate. Rin è pieno di vita, di energia - Ai vorrebbe averne anche solo la metà. 

“Mi disp-” Ai comincia, abbassando lo sguardo, ma Rin lo prende per il polso, trascinandolo verso i bagni, e c’è una certa urgenza nei suoi movimenti, nella tensione immediata dei suoi muscoli. Ai lo guarda, mentre zampetta a fatica dietro di lui, e il calore pulsa nelle sue viscere in modo quasi doloroso, costringendo tutto il suo corpo a cedere qualsiasi traccia di controllo mentre Rin lo spinge ad infilarsi in una delle cabine. Adesso è tutto nelle sue mani, e Rin lo guarda come se volesse mangiarlo. 

“Non hai i soppressori?” Ringhia, tenendo le dita strette attorno alle spalle di Aiichirou, forse per scuoterlo come vorrebbe fare o, forse, per tenere le mani lontane da dove vorrebbero andare. 

“No,” Ai risponde, diventando ancora più rosso, e poi il calore pulsa di nuovo, più forte. “Rin-senpai!” grida, accartocciandosi su se stesso. “Ti prego, fai qualcosa, non- non ce la faccio…” 

Rin lo guarda, e poi prende un lungo sospiro prima di alzare il suo viso. Di solito Ai non arriva così in fretta, al suo limite. Ma l’effetto delle ondate di feromoni è arrivato anche a lui, le sue dita si stringono ancora più forte attorno alle sue spalle fino a fare male, ma sembra non accorgersene. Quello di cui si accorge è il sangue che corre e si concentra verso il basso, anche per lui. 

Non c’è tempo per rimproverarlo, anche se il puro buonsenso direbbe che i soppressori è sempre meglio averli, in caso che. Prima di tutto perché le gare inizieranno fra poco e non c’è tempo di fare una lezione ad Ai, secondo perché non ha voglia di farlo sentire in colpa. Terzo, perché il desiderio è cresciuto e salito molto in fretta nella scala delle sue priorità, motivo per cui gli occhi di Rin brillano scurendosi mentre con un basso grugnito lo prende per i fianchi, chinandosi su di lui per baciarlo con forza, il corpo che si preme contro il suo. 

Ai è cresciuto, rispetto all’anno scorso, ma rimane sempre così piccolo, fra le sue mani, sotto le sue dita. Cinguetta e squittisce come una piccola creatura indifesa, eppure si aggrappa a lui con la stessa urgenza, ed è così carino. Rin lo sa, che Ai non vuole essere visto in quel modo, lo sa che lo trova umiliante. Eppure con i suoi capelli a caschetto, il suo neo sulla guancia, con la sua voce acuta e morbida non potrebbe essere visto in nessun altro modo. Gli dispiace, quasi, la voglia che prova di strizzargli le guance ogni volta che sorride. 

Quello che non gli dispiace adesso è la voglia di trattarlo con riguardo, come fosse qualcosa di delicato. Se dovesse ascoltare del tutto i suoi istinti, adesso lo starebbe già scopando con forza contro il muro, gli starebbe facendo male, e forse non è così ma non chiederà scusa per il desiderio di tenerlo al sicuro. Si prende il suo tempo, lo bacia e fa scivolare le mani sul suo corpo controllando la pressione delle dita, lo guarda con gli occhi velati dalla voglia che pulsa per assicurarsi che stia bene, ed Aiichirou chiude i suoi stringendolo a sé. 

“Rin-senpai,” lo chiama, le piccole mani che vagano lungo il suo corpo. 

Rin sembra sentirlo appena, ma risponde subito alla domanda che non ha fatto spingendolo contro il muro e abbassando il suo costume per stringerlo fra le dita. Ai trattiene il respiro, il suo viso tenero diventa ancora più rosso mentre fuori controllo prende a spingere il bacino cercandolo, rincorrendo la sensazione della mano calda intorno a lui; lega le braccia attorno al suo collo per aggrapparsi a lui, mentre Rin lo solleva e lo intrappola contro il muro, e poi abbassa il suo, di costume.

Lo guarda, ansimando, e lo sente caldo e tremante contro di lui, sente il suo bisogno anche dentro di lui, echeggia dentro di lui. Le labbra di Aiichirou lo sfiorano, e Rin inizia ad entrare in lui cautamente, piano, inizia ad annusare la sua pelle cercando il suo odore come fosse aria, lo stringe fra le braccia e sospira col cuore che un po’ s’incrina mentre Ai geme accanto al suo orecchio - la sua voce quasi lo commuove quando la sente piena di piacere, quando la sente scoppiare di sollievo, soprattutto dopo il dolore che deve aver sentito dentro di sé per la mancanza. 

“Stai bene?” Ringhia, prendendosi una pausa per riprendere controllo, le labbra appoggiate contro il collo di Aiichirou, che rabbrividisce, e poi annuisce sospirando. 

Non c’è tempo, e anche se in un certo senso vorrebbe stuzzicarlo e giocare, non c’è tempo. Riprende a far scattare il bacino, e si sta così bene, dentro il suo corpicino piccolo, umido e caldo, così bene che quasi il pensiero di saltare la gara lo sfiora. Quasi. 

“Devo fare in fretta,” dice, e Ai lo guarda annuendo, forse un po’ deluso, ma non ci si può fare nulla. Se il calore avesse iniziato a pulsare dentro di lui in qualsiasi altro giorno gli avrebbe chiesto di giocare, di andare nel loro nido a casa di Rin e stuzzicarsi fino a venire insieme col sorriso addosso, ma non è il momento, questo. Adesso l’eccitazione è troppa, per il sesso e per la gara, i due fiotti si uniscono bollenti e spingono, spingono più del solito facendo presagire una esplosione improvvisa che li lascerà a tremare avvinghiati insieme dentro quella piccola cella sanitizzata. 

Quindi anche Rin comincia a spingere, a scavarsi un posto come sempre dentro il corpo di Aiichirou che gli si contrae intorno, e solo quello basterebbe a farlo impazzire, a fargli perdere il controllo. 

Meno male gli è stata insegnata la disciplina, come atleta ma anche come alfa. Spinge con cautela nonostante la potenza dei suoi fianchi, avvolge le braccia attorno al piccolo Ai che ora si trova a squittire sillabe senza senso, ansima sulla sua pelle sentendosi restituire il profumo intenso e dolce dei suoi feromoni mentre soddisfa il suo corpo. 

Il calore pulsa di nuovo dentro il corpo di Ai, così forte da fargli spalancare gli occhi mentre il liquido dentro di lui zampilla e i suoi muscoli si contraggono con forza attorno al sesso di Rin, che perde il respiro per un attimo per il piacere improvviso dello scivolare senza doversi sforzare, del poter spingere più rapidamente per inseguire la sensazione che sente crescere dentro. 

“Ai,” gli dice, tutto rosso, con la voce che trema mentre cerca di contenersi - “Ai, sto per venire…”

“Dentro,” dice Ai, sempre più vicino al suo, di orgasmo, “vienimi dentro, Rin-senpai-”

Non ha mai sentito nulla di più bello. 

Lo inchioda con i fianchi contro il muro, si spinge contro di lui fino quasi a schiacciarlo, e poi con un ringhio basso e tremante si riversa dentro di lui, lo fa a lungo mentre Ai si contrae come un folle intorno a lui, sentendosi riempire col sollievo che gli gonfia il petto, mentre gradualmente il calore recede in entrambi, come bestie sazie che tornano nella loro tana.

Rimangono così per qualche secondo, mentre l’aria torna normale, mentre tornano a sentire l’odore del cloro, le voci, l’eccitazione puramente sportiva. 

“Rin-senpai,” sussura Aiichirou, prima di premere un bacio sulle sue labbra. “Grazie.” 

“Stai meglio?” Chiede Rin, col respiro pesante e il solito miscuglio di soddisfazione e senso di colpa. Avrebbe potuto essere più delicato, avrebbe potuto controllarsi, avrebbe potuto…

Ma non c’è tempo di pensare a cosa avrebbe potuto fare. Tanto per cominciare, c’è da pulire il rivolo di sperma che scivola copioso lungo le gambe di Ai, e Rin lo guarda con la testa che torna a centrare la gara come priorità. 

“Sto benissimo,” dice Ai, seguendo il suo sguardo fra le gambe. “Ho sempre due costumi di ricambio, non preoccuparti. Mi arrangio io.”

Hai due ricambi e non potevi portare i soppressori? Rin pensa di dirgli, ma sarebbe uno spreco di tempo. 

“Lascia che ti dia una mano,” dice invece, ed Aiichirou sospira arrendendosi, forse anche troppo occupato a ricomporsi. 

“Grazie,” gli dice ancora, e Rin gli scompiglia i capelli.

“Okay, ma la prossima volta farai meglio ad averli, i soppressori,” risponde. 

Ai annuisce, mordicchiandosi le labbra con un piccolo sorriso nascosto.

Che lo faccia apposta? Ma no, non si dica mai.