Titolo: elan
Fandom: Free!
Personaggi: Makoto Tachibana/Haruka Nanase, menzione di Rei Ryuugazaki, Nagisa Hazuki, Rin Matsuoka, Ren e Ran Tachibana.
Genere: angst, introspettivo
Avvertimenti: main character death, AU, future!fic, lime
Parole: 1792
Note: questa atrocità è colpa del p0rnfest. Il prompt era "Haruka Nanase/Makoto Tachibana, Apocalypse!AU, 'Domani sarà tutto finito. Non ci resta più molto tempo, Haru.'" e magari non ci avrei manco pensato se non fosse che mi manca da fillare il prompt "55. Paura di morire" al maribingo per avere la combo Line e il bonus, uh... Costanza! Sì, e insomma, ho visto l'occasione per fillare nonostante il fatto che notoriamente odio la makoharu, ma mi è venuto incredibilmente facile fillare questo prompt. Senza bashare! *_*v e quindi niente, sono orgoglioNa di me stessa e di questa ficcy. Vogliatele bene anche voi pls! <3 Il titolo viene dalla OST di Zankyou No Terror, è la canzone che fa da sottofondo ad una scena spoiler che mi è venuta in mente scrivendo questa fic. Yoko Kanno ily *piange*
Non ce la fa ad ignorare i suoni delle urla e delle sirene lì fuori, ovattati dalla distanza e dai muri bianchi attorno a loro. Tante volte gli dicono che è fortunato ad avere il suo tipo di faccia, che non cambia quasi mai, che non mostra nulla di tutto ciò che succede dentro di lui. Tante volte la gente l'ha guardato come un fenomeno da baraccone, col suo viso che sembra di pietra, impassibile.
Da due ore tutto il suo mondo è crollato nel caos, e non solo il suo, ma il mondo di tutti. Non c'è un posto in cui scappare, perché ad ogni secondo una pioggia di missili che portano solo morte si sta abbattendo ovunque al mondo e ovunque c'è chi si uccide, solo in casa.
Per esempio, il loro amico Nagisa penzolava nel bagno del suo piccolo, sporco appartamentino, ed il suo migliore amico, Rei, l'ha scoperto. Hanno ascoltato sgomenti e angosciati i suoi singhiozzi al telefono per un'ora intera, e la chiamata è finita da pochi minuti assieme alla batteria del suo cellulare. Non era capace di dire nulla, se non: "se glielo avessi detto, se glielo avessi detto..." fra i singhiozzi.
Se gli avesse detto che lo amava, che se il sole fosse scomparso dal cielo, almeno c'era Nagisa col suo sorriso e qualcosa di stupido ed ottimista a tentare di sollevarlo, riuscendoci contro ogni logica. È proprio vero che le persone più solari sono quelle più tristi e disperate. Nagisa se n'è andato, lasciandoli indietro silenziosamente e senza farsi sentire, sparendo dietro le quinte senza disturbare. Come ha sempre fatto. Per Rei era il mondo e non se n'era mai accorto. Per Rei, il mondo è già finito.
Non ci sono più amici, non c'è più amore, e non c'è più speranza. C'è solo il suo cuore scioccato che batte per la paura di morire, un pompare affannoso e lugubre, che fa male ad ogni colpo. Quello, e Makoto accanto a lui, le dita strette fra i propri capelli chiari, le lacrime che non vogliono saperne di smettere, che scendono nonostante tutto, nonostante continui a ripetersi dentro di sé che deve proteggere Haru, che deve rassicurarlo e tenerlo stretto a sé.
"Makoto," Haruka chiama piano, avvolgendolo finalmente con un braccio.
"Haru, ho paura," l'altro singhiozza, e nonostante sia grande e grosso - molto più di lui - Haruka pensa che in questo momento sembra proprio il ragazzino che ha conosciuto da piccolo, terrorizzato da qualsiasi cosa. Dopotutto, comunque, non è cambiato molto in quel senso. Cerca ancora la mano di Haruka come quando avevano visto una marcia funebre da bambini, lo guarda ancora ma questa volta senza speranza. Ha sempre avuto paura, ma per una volta è condivisa.
"Haru," ripete fra i denti, stringendo le dita dell'altro tra le proprie.
"Makoto."
Tre sillabe l'hanno accompagnato finora, fino ai suoi ventitre anni, quattro dei quali spesi a nuotare verso il suo sogno. Inutile, pensa. E dire che si stava preparando alle sue prime Olimpiadi... non si faranno più. L'acqua non potrà più farlo galleggiare verso derive più tranquille, cullarlo facendogli dimenticare i suoi problemi. Fra qualche ora la guerra più breve della Storia sarà finita e le loro due esistenze saranno solo ombre contro il muro. Forse aggrovigliate l'una accanto all'altra, un po' come rappresentazione della loro storia.
"Haru," due sillabe tremano nello spazio fra loro e Makoto suona stranamente sicuro, alzando lo sguardo bagnato e verde dentro quello blu, profondo, di Haruka. "Io non voglio avere rimpianti," aggiunge, e Haruka pensa subito alla litania di Rei. Se glielo avessi detto, se glielo avessi detto, se glielo avessi detto...
"Cosa?" Riesce solo a chiedere piano, il cuore che ora batte forte il doppio, facendo male il doppio, eppure non riesce a curarsene ora mentre legge Makoto come un libro aperto. Ora che Makoto glielo lascia fare. E ora che Makoto delicatamente prende una delle sue mani sporgendosi supplice in avanti, Haruka si trova a rifletterne il movimento finché le loro labbra non si incontrano.
Per Makoto non è come l'aveva immaginato. Fa male, fa solo male, lo uccide in ogni istante in cui le loro labbra si sfiorano sperimentandosi fa male. Eppure non riesce a fermarsi, nonostante il cuore continui a pulsare di paura stringe le mani enormi attorno alla testa di Haruka, lo attira a sé, lo bacia ancora e ancora e l'altro non resiste, lo accontenta, stringe le dita attorno alla sua maglietta bagnata di lacrime. Se non altro, i rumori fuori sembrano essere spariti, per loro. C'è solo il rimpianto di Makoto per non aver avuto il coraggio prima, di fare questo. C'è il dolore di Haruka per i loro amici, e per Makoto stesso che piange, ne sente il sapore salato mischiato alla saliva.
"Makoto," ripete, la voce che trema. I suoi occhi sono anch'essi lucidi con lacrime che pendono dalle ciglia, e poi un piccolo lieve sorriso che curva le sue labbra. Sono felice di essere con te, dicono i suoi occhi, brillando. Makoto lo guarda con stupore e poi singhiozza, lo abbraccia, lo bacia ancora e per un piccolo momento sembra che ne stia valendo la pena, di morire per sapere che il suo amore è accettato. La sua mano impacciata esita fra i loro corpi e si tira indietro per un momento, ma poi afferra Haruka per la nuca.
"Haru," comincia, ben conscio che se non potesse confessare questo a lui, allora non ci sarebbe speranza di poterlo dire. "Per domani sarà finito tutto. Noi, tutti, il nostro mondo... sarà tutto finito."
Haruka annuisce concordando senza nemmeno battere ciglio. Lo sa, è per questo che ancora non riesce a reagire fino in fondo. È qualcosa di troppo grande a digerire, e stanno subendo le conseguenze di qualcosa che non hanno mai voluto. Qualcosa che non hanno mai sognato nemmeno nei loro incubi più pessimisti. Si parla tanto di fine del mondo, che succederà, eccome se succederà, ma quando accade lo fa con una ineluttabilità solenne che non lascia respirare, non lascia nemmeno processare ciò che sta accadendo. Haruka non ha tempo per la rabbia, non ha più cuore per la tristezza, e non ha orecchie per altro che per le parole tremanti, timide di Makoto. Timide, anche se il mondo sta finendo! Timide, come se ci fosse tempo per vergognarsene domani.
"Voglio fare l'amore con te."
Gli occhi di Haruka si allargano comunque, anche se la follia ce la si aspetterebbe in momenti come questo. Non ha mai pensato ad una possibilità simile. Makoto è sempre stato un pilastro, una presenza costante accanto a lui, una intera famiglia... ed il concetto di fare l'amore è così lontano da qualsiasi cosa che Haruka si sarebbe aspettato di sentire da lui.
"S-solo se lo vuoi, ovviamente..."
"Sì," risponde, tremando, con le lacrime che ora scendono, forse per la paura che svanisce, e solo per un momento il cuore trova riposo. "Sì, Makoto."
Tre sillabe si rincorrono fra le sue labbra in un circolo continuo: Ma-ko-to. Inciampano e scivolano e si incatenano fra loro, tremano come i due corpi sul letto sfatto fra i quali il nome di Makoto scorre assieme a quello di Haruka, stretti assieme come le loro braccia e gambe.
Makoto spinge dentro di lui, lo fa con urgenza perché tutto potrebbe finire da un momento all'altro ma Haruka non si lamenta, spinge il suo corpo contro l'altro e lo fa ansimando, con gli occhi chiusi.
"Haru," Makoto singhiozza.
"Makoto," risponde, accarezzandogli i capelli, e finalmente lo guarda. Il viso di Makoto è rosa, e le iridi verdi si perdono e mischiano in quel colore. La sua pelle sembrerebbe brillare, per il sudore, e in questo momento attorno ad Haruka c'è solo il suo odore. Che sa di casa. Dentro di lui Makoto si muove con forza, frettoloso, e non fa poi così male ma sta accadendo troppo in fretta. Haruka stringe le ginocchia attorno ai suoi fianchi. "Piano," aggiunge infatti, quasi tranquillo nonostante tutto sporgendosi in avanti per baciarlo.
Makoto lo guarda, sbatte le palpabre sorpreso, ed il suo corpo obbedisce. Nonostante il fatto che abbia rallentato, alla fine di ogni movimento il suo corpo spinge quello di Haruka un po' indietro, e dondolano assieme placidi, avanti e indietro come una barchetta che segue il riflusso dell'oceano. Anche loro, in fondo, sono assoggettati a ciò che accade attorno a loro. Almeno, però, possono fare questo. Che, in fondo, è una forma di controllo, per quanto piccola.
Anche Nagisa ha deciso, per se stesso. Ha concluso di non avere più nessuno, che forse fingere sempre di stare bene non ne valeva la pena, che non poteva essere abbastanza speciale da piacere a Rei-chan. Il rifiuto di tutto è stata, dopotutto, la sua personale e definitiva forma di controllo su ciò che stava accadendo. E Rei ha deciso di rimanere lì, a coccolare il suo corpo freddo e bisbigliare piccole parole di conforto verso se stesso, verso Nagisa, quelle che non ha mai saputo dire. Impazzendo, invece di correre fuori strillando, invece di agire come una persona normale, agire come un vero pazzo.
Haruka abbraccia il corpo vivo caldo e tremante sopra di lui, lo accetta e si scioglie attorno ad esso, chiude gli occhi, appoggia la guancia sulla spalla dell'altro e si lascia cullare, si lascia penetrare, il suo corpo si rilassa e la sua mente si addormenta quieta mentre il suo corpo pulsa, si stringe, segue il movimento di Makoto. Ma-ko-to, tre sillabe che infondono calma, che gli dicono che nonostante tutto andrà tutto bene. Che anche se non c'è più speranza, andrà tutto bene. Ma-ko-to. Bacia la sua spalla, il suo collo, le sue guance, finché le loro labbra non si incontrano di nuovo ed il calore sotto la loro pelle è energia, è vita che scoppia, sono gli ultimi battiti di un cuore e assieme sembrano dire, siamo ancora qui.
Ma-ko-to, chiama ancora, stavolta sorridendo e Makoto lo guarda, con uno sguardo confuso.
"Quello che provi tu, lo provo anch'io," confessa col cuore che scatta in corsa, e arrossisce. Arrossisce, come un ragazzino, a tutto ciò che gli resta. Vorrebbe rivedere i suoi amici, vorrebbe farsi stringere da tutti loro solo un'altra volta, ma è sicuro che da qualche parte nell'amore di Makoto ci sia anche quello di Nagisa, quello di Rei, quello di Rin, quello di Ran e Ren, quello di chi gli vuole bene. Sono pochi, ma sono tutti importanti. In fondo, quell'amore è fatto tutto della stessa materia, assume solo forme diverse.
Ma-ko-to. Ma-ko-to. Ma-ko--
Un bagliore accecante li riempie entrambi, all'improvviso, ancora stretti assieme sul letto. Haruka chiude gli occhi e decide che gli va bene così. Makoto sussurra un'altra volta il suo nome, e decide di non avere più paura.
Fandom: Free!
Personaggi: Makoto Tachibana/Haruka Nanase, menzione di Rei Ryuugazaki, Nagisa Hazuki, Rin Matsuoka, Ren e Ran Tachibana.
Genere: angst, introspettivo
Avvertimenti: main character death, AU, future!fic, lime
Parole: 1792
Note: questa atrocità è colpa del p0rnfest. Il prompt era "Haruka Nanase/Makoto Tachibana, Apocalypse!AU, 'Domani sarà tutto finito. Non ci resta più molto tempo, Haru.'" e magari non ci avrei manco pensato se non fosse che mi manca da fillare il prompt "55. Paura di morire" al maribingo per avere la combo Line e il bonus, uh... Costanza! Sì, e insomma, ho visto l'occasione per fillare nonostante il fatto che notoriamente odio la makoharu, ma mi è venuto incredibilmente facile fillare questo prompt. Senza bashare! *_*v e quindi niente, sono orgoglioNa di me stessa e di questa ficcy. Vogliatele bene anche voi pls! <3 Il titolo viene dalla OST di Zankyou No Terror, è la canzone che fa da sottofondo ad una scena spoiler che mi è venuta in mente scrivendo questa fic. Yoko Kanno ily *piange*
Non ce la fa ad ignorare i suoni delle urla e delle sirene lì fuori, ovattati dalla distanza e dai muri bianchi attorno a loro. Tante volte gli dicono che è fortunato ad avere il suo tipo di faccia, che non cambia quasi mai, che non mostra nulla di tutto ciò che succede dentro di lui. Tante volte la gente l'ha guardato come un fenomeno da baraccone, col suo viso che sembra di pietra, impassibile.
Da due ore tutto il suo mondo è crollato nel caos, e non solo il suo, ma il mondo di tutti. Non c'è un posto in cui scappare, perché ad ogni secondo una pioggia di missili che portano solo morte si sta abbattendo ovunque al mondo e ovunque c'è chi si uccide, solo in casa.
Per esempio, il loro amico Nagisa penzolava nel bagno del suo piccolo, sporco appartamentino, ed il suo migliore amico, Rei, l'ha scoperto. Hanno ascoltato sgomenti e angosciati i suoi singhiozzi al telefono per un'ora intera, e la chiamata è finita da pochi minuti assieme alla batteria del suo cellulare. Non era capace di dire nulla, se non: "se glielo avessi detto, se glielo avessi detto..." fra i singhiozzi.
Se gli avesse detto che lo amava, che se il sole fosse scomparso dal cielo, almeno c'era Nagisa col suo sorriso e qualcosa di stupido ed ottimista a tentare di sollevarlo, riuscendoci contro ogni logica. È proprio vero che le persone più solari sono quelle più tristi e disperate. Nagisa se n'è andato, lasciandoli indietro silenziosamente e senza farsi sentire, sparendo dietro le quinte senza disturbare. Come ha sempre fatto. Per Rei era il mondo e non se n'era mai accorto. Per Rei, il mondo è già finito.
Non ci sono più amici, non c'è più amore, e non c'è più speranza. C'è solo il suo cuore scioccato che batte per la paura di morire, un pompare affannoso e lugubre, che fa male ad ogni colpo. Quello, e Makoto accanto a lui, le dita strette fra i propri capelli chiari, le lacrime che non vogliono saperne di smettere, che scendono nonostante tutto, nonostante continui a ripetersi dentro di sé che deve proteggere Haru, che deve rassicurarlo e tenerlo stretto a sé.
"Makoto," Haruka chiama piano, avvolgendolo finalmente con un braccio.
"Haru, ho paura," l'altro singhiozza, e nonostante sia grande e grosso - molto più di lui - Haruka pensa che in questo momento sembra proprio il ragazzino che ha conosciuto da piccolo, terrorizzato da qualsiasi cosa. Dopotutto, comunque, non è cambiato molto in quel senso. Cerca ancora la mano di Haruka come quando avevano visto una marcia funebre da bambini, lo guarda ancora ma questa volta senza speranza. Ha sempre avuto paura, ma per una volta è condivisa.
"Haru," ripete fra i denti, stringendo le dita dell'altro tra le proprie.
"Makoto."
Tre sillabe l'hanno accompagnato finora, fino ai suoi ventitre anni, quattro dei quali spesi a nuotare verso il suo sogno. Inutile, pensa. E dire che si stava preparando alle sue prime Olimpiadi... non si faranno più. L'acqua non potrà più farlo galleggiare verso derive più tranquille, cullarlo facendogli dimenticare i suoi problemi. Fra qualche ora la guerra più breve della Storia sarà finita e le loro due esistenze saranno solo ombre contro il muro. Forse aggrovigliate l'una accanto all'altra, un po' come rappresentazione della loro storia.
"Haru," due sillabe tremano nello spazio fra loro e Makoto suona stranamente sicuro, alzando lo sguardo bagnato e verde dentro quello blu, profondo, di Haruka. "Io non voglio avere rimpianti," aggiunge, e Haruka pensa subito alla litania di Rei. Se glielo avessi detto, se glielo avessi detto, se glielo avessi detto...
"Cosa?" Riesce solo a chiedere piano, il cuore che ora batte forte il doppio, facendo male il doppio, eppure non riesce a curarsene ora mentre legge Makoto come un libro aperto. Ora che Makoto glielo lascia fare. E ora che Makoto delicatamente prende una delle sue mani sporgendosi supplice in avanti, Haruka si trova a rifletterne il movimento finché le loro labbra non si incontrano.
Per Makoto non è come l'aveva immaginato. Fa male, fa solo male, lo uccide in ogni istante in cui le loro labbra si sfiorano sperimentandosi fa male. Eppure non riesce a fermarsi, nonostante il cuore continui a pulsare di paura stringe le mani enormi attorno alla testa di Haruka, lo attira a sé, lo bacia ancora e ancora e l'altro non resiste, lo accontenta, stringe le dita attorno alla sua maglietta bagnata di lacrime. Se non altro, i rumori fuori sembrano essere spariti, per loro. C'è solo il rimpianto di Makoto per non aver avuto il coraggio prima, di fare questo. C'è il dolore di Haruka per i loro amici, e per Makoto stesso che piange, ne sente il sapore salato mischiato alla saliva.
"Makoto," ripete, la voce che trema. I suoi occhi sono anch'essi lucidi con lacrime che pendono dalle ciglia, e poi un piccolo lieve sorriso che curva le sue labbra. Sono felice di essere con te, dicono i suoi occhi, brillando. Makoto lo guarda con stupore e poi singhiozza, lo abbraccia, lo bacia ancora e per un piccolo momento sembra che ne stia valendo la pena, di morire per sapere che il suo amore è accettato. La sua mano impacciata esita fra i loro corpi e si tira indietro per un momento, ma poi afferra Haruka per la nuca.
"Haru," comincia, ben conscio che se non potesse confessare questo a lui, allora non ci sarebbe speranza di poterlo dire. "Per domani sarà finito tutto. Noi, tutti, il nostro mondo... sarà tutto finito."
Haruka annuisce concordando senza nemmeno battere ciglio. Lo sa, è per questo che ancora non riesce a reagire fino in fondo. È qualcosa di troppo grande a digerire, e stanno subendo le conseguenze di qualcosa che non hanno mai voluto. Qualcosa che non hanno mai sognato nemmeno nei loro incubi più pessimisti. Si parla tanto di fine del mondo, che succederà, eccome se succederà, ma quando accade lo fa con una ineluttabilità solenne che non lascia respirare, non lascia nemmeno processare ciò che sta accadendo. Haruka non ha tempo per la rabbia, non ha più cuore per la tristezza, e non ha orecchie per altro che per le parole tremanti, timide di Makoto. Timide, anche se il mondo sta finendo! Timide, come se ci fosse tempo per vergognarsene domani.
"Voglio fare l'amore con te."
Gli occhi di Haruka si allargano comunque, anche se la follia ce la si aspetterebbe in momenti come questo. Non ha mai pensato ad una possibilità simile. Makoto è sempre stato un pilastro, una presenza costante accanto a lui, una intera famiglia... ed il concetto di fare l'amore è così lontano da qualsiasi cosa che Haruka si sarebbe aspettato di sentire da lui.
"S-solo se lo vuoi, ovviamente..."
"Sì," risponde, tremando, con le lacrime che ora scendono, forse per la paura che svanisce, e solo per un momento il cuore trova riposo. "Sì, Makoto."
Tre sillabe si rincorrono fra le sue labbra in un circolo continuo: Ma-ko-to. Inciampano e scivolano e si incatenano fra loro, tremano come i due corpi sul letto sfatto fra i quali il nome di Makoto scorre assieme a quello di Haruka, stretti assieme come le loro braccia e gambe.
Makoto spinge dentro di lui, lo fa con urgenza perché tutto potrebbe finire da un momento all'altro ma Haruka non si lamenta, spinge il suo corpo contro l'altro e lo fa ansimando, con gli occhi chiusi.
"Haru," Makoto singhiozza.
"Makoto," risponde, accarezzandogli i capelli, e finalmente lo guarda. Il viso di Makoto è rosa, e le iridi verdi si perdono e mischiano in quel colore. La sua pelle sembrerebbe brillare, per il sudore, e in questo momento attorno ad Haruka c'è solo il suo odore. Che sa di casa. Dentro di lui Makoto si muove con forza, frettoloso, e non fa poi così male ma sta accadendo troppo in fretta. Haruka stringe le ginocchia attorno ai suoi fianchi. "Piano," aggiunge infatti, quasi tranquillo nonostante tutto sporgendosi in avanti per baciarlo.
Makoto lo guarda, sbatte le palpabre sorpreso, ed il suo corpo obbedisce. Nonostante il fatto che abbia rallentato, alla fine di ogni movimento il suo corpo spinge quello di Haruka un po' indietro, e dondolano assieme placidi, avanti e indietro come una barchetta che segue il riflusso dell'oceano. Anche loro, in fondo, sono assoggettati a ciò che accade attorno a loro. Almeno, però, possono fare questo. Che, in fondo, è una forma di controllo, per quanto piccola.
Anche Nagisa ha deciso, per se stesso. Ha concluso di non avere più nessuno, che forse fingere sempre di stare bene non ne valeva la pena, che non poteva essere abbastanza speciale da piacere a Rei-chan. Il rifiuto di tutto è stata, dopotutto, la sua personale e definitiva forma di controllo su ciò che stava accadendo. E Rei ha deciso di rimanere lì, a coccolare il suo corpo freddo e bisbigliare piccole parole di conforto verso se stesso, verso Nagisa, quelle che non ha mai saputo dire. Impazzendo, invece di correre fuori strillando, invece di agire come una persona normale, agire come un vero pazzo.
Haruka abbraccia il corpo vivo caldo e tremante sopra di lui, lo accetta e si scioglie attorno ad esso, chiude gli occhi, appoggia la guancia sulla spalla dell'altro e si lascia cullare, si lascia penetrare, il suo corpo si rilassa e la sua mente si addormenta quieta mentre il suo corpo pulsa, si stringe, segue il movimento di Makoto. Ma-ko-to, tre sillabe che infondono calma, che gli dicono che nonostante tutto andrà tutto bene. Che anche se non c'è più speranza, andrà tutto bene. Ma-ko-to. Bacia la sua spalla, il suo collo, le sue guance, finché le loro labbra non si incontrano di nuovo ed il calore sotto la loro pelle è energia, è vita che scoppia, sono gli ultimi battiti di un cuore e assieme sembrano dire, siamo ancora qui.
Ma-ko-to, chiama ancora, stavolta sorridendo e Makoto lo guarda, con uno sguardo confuso.
"Quello che provi tu, lo provo anch'io," confessa col cuore che scatta in corsa, e arrossisce. Arrossisce, come un ragazzino, a tutto ciò che gli resta. Vorrebbe rivedere i suoi amici, vorrebbe farsi stringere da tutti loro solo un'altra volta, ma è sicuro che da qualche parte nell'amore di Makoto ci sia anche quello di Nagisa, quello di Rei, quello di Rin, quello di Ran e Ren, quello di chi gli vuole bene. Sono pochi, ma sono tutti importanti. In fondo, quell'amore è fatto tutto della stessa materia, assume solo forme diverse.
Ma-ko-to. Ma-ko-to. Ma-ko--
Un bagliore accecante li riempie entrambi, all'improvviso, ancora stretti assieme sul letto. Haruka chiude gli occhi e decide che gli va bene così. Makoto sussurra un'altra volta il suo nome, e decide di non avere più paura.
Leave a comment