Sospira, appoggiato alla balaustra del piano superiore del Babylon, il tunz-tunz che preme fino a trafiggergli il cervello mentre tutti i corpi sudati attorno a lui si agitano pazzamente a ritmo, un po’ fra di loro ed un po’ cercando qualcun altro, magari qualche altro corpo al quale unirsi anonimamente per la nottata.
Jarvis fissa la pista piena di ragazzi, puntando lo sguardo su una coppia precisa, cercando di ignorare le lievi fitte al petto ed i tic nervosi che gli provocano semplicemente guardandosi. Non è esattamente gelosia, è solo che… Tony ha vissuto con lui per tutta la loro adolescenza, hanno diviso l’appartamento – ovviamente Jarvis non aveva altro ruolo che spalla affezionata, il tipico tizio abbastanza neutro da permettere a Tony di risaltare ad occhi sconosciuti. In realtà uscire con Tony quasi tutte le sere ha anche permesso di essere appetibile per una quantità spropositata di uomini. Tony è incredibilmente carismatico, affascinante, cinico e freddo, fatto che ovviamente attira tutte le checche inesperte e creature dalla mentalità semplice e superficiale. Un occhiolino, una parola sussurrata all’orecchio, e bang, cadono in ginocchio a succhiargli l’uccello.
Se Jarvis non l’avesse abbracciato per farlo smettere di piangere giusto qualche mese fa – dopo la morte di suo padre, il genio filantropo blah blah – direbbe che Tony si trova così bene con quella tattica perché un cuore non ce l’ha. Ha dibattuto molto sul punto, con se stesso.
Ed in verità la prova che palesemente Tony ha lasciato cadere l’armatura di ghiaccio è sotto i suoi occhi. Stark sa affezionarsi ad una persona in particolare, ma la nota stonata è che quel qualcuno non sia lui. È invece un tipo biondo, serioso, addirittura ridicolo nel suo indossare sempre la bandiera Americana su almeno un capo d’abbigliamento. Un bastardo repubblicano che però, guarda un po’, è gay come gli Scissor Sisters e non disdegna il sesso anale. Parrebbe che non gli importi delle minacce bigotte che si è sentito ripetere per un paio di decenni a casa. Andrai all’inferno, Steve, sappilo.
Però rimane, in tutto il resto, un fottuto repubblicano e dal punto di vista politico non c’è una sua argomentazione con la quale Tony concordi. Tranne quelle che riguardano il sesso, ovviamente.
Jarvis li fissa. Tony che bacia l’altro uomo in mezzo al marasma di clienti del sabato sera, Steve che lo guarda negli occhi e Jarvis potrebbe notare anche da cento miglia lo sguardo completamente perso nei suoi occhi blu.
Ed ovviamente anche Tony Stark si è ammorbidito da tempo, ma continua ad agire come se fosse ancora il vecchio cinico che crede solo nello scopare… E tutti i loro amici non fanno altro che scommettere su quanto durerà. Jarvis ha già capito ed accettato che l’espressione adatta è: “a tempo indeterminato”. Non significa che non possa, insomma, sì, ingelosirsi, ogni tanto.
Loki – sì, nome insolito, vallo a dire alla sua madre nerd – si avvicina disinvolta, appoggiandosi alla balaustra accanto a lui, ciancicando una gomma. «Non dirmi che ce l’hai ancora con quel poverino» Esclama, annuendo verso i due uomini al centro dell’attenzione.
«Eh?» Chiede Jarvis, voltandosi verso di lei e sbattendo le ciglia lunghe, gli occhi grigi che luccicano di sorpresa. Loki sogghigna, scuotendo la testa come esasperata e passandosi le dita fra i lunghi capelli neri. «Niente, niente. Thor!» Chiama a voce più alta, sorridendo appena verso la ragazza bionda ed alta che si volta non appena sente il suo nome. «Andiamo fuori, eh?»
Thor – altra lesbica, altra madre nerd, già – si avvicina con aria bonaria, accarezzando affettuosamente la testa a Jarvis, leggendogli dentro come sempre. «Come stai, Jarvis?»
«Tutto bene…» Borbotta, tornando a fissare il petto nudo di Tony che parrebbe quasi luccicare per il sudore. Si morde il labbro quando sente il suo nome pronunciato da Loki.
«Povero Jay, sempre a sperare che Tony glielo dia. Sveglia!» Dice, roteando gli occhi verdi.
«Smettila, dài. Non vedi che sta male?» Si intromette Thor, passandole un braccio attorno alla vita.
«Pft. Sta male da quando li abbiamo conosciuti, scommetto anche da dieci anni prima» Risponde l’altra, con un gesto spazientito. «Comunque dicevo, andiamo fuori?» Insiste, baciando il collo della sua donna.
«… Va bene. Come sei insistente!»
«Parla quella che ha passato mesi a tampinarmi» Sghignazza l’altra, infilando brevemente la mano sotto la sua maglietta, con aria felina. Quando la sente rabbrividire il suo ghigno da Gatto del Cheshire si allarga, vittorioso.
«Usciamo, allora.»
«Andiamo a casa a scopare.»
«Loki!» La rimprovera l’altra, arrossendo appena. Entrambe ridacchiano un po’, mentre Jarvis finge di essersi rallegrato per tagliare corto. «Sì, andate pure, io torno a casa con…» Sospira. «… Tony.»
«Ah beh, allora dovrai aspettare quelle due o tre ore. Prima si deve scopare tutto il resto del Babylon. Buona fortuna» Replica Loki, prendendo Thor per mano e tirandola in fretta dalla parte opposta.
Jarvis dopo una mezz’ora scende ed appare accanto alla coppietta del secolo, trascinando Tony fuori dal suo stato di rincoglionimento urlandogli all’orecchio. «Andiamo?»
Tony sbatte le palpebre come se si fosse svegliato da un coma, mentre Steve sorride gioioso ed agita la mano a mo’ di saluto. «Ciao, Jarvis!»
«Ci siamo parlati un’ora fa» Ringhia l’altro, sospirando. «Andiamo?» Ripete, rivolgendosi di nuovo a Tony.
«Vado a prendere una birra, poi mi porti a casa, okay?»
«… Sì, signore» Risponde, stanco.