28 February 2017 @ 08:13 pm
[FULLMETAL ALCHEMIST] sleepless nights  
Titolo:
Fandom: Fullmetal Alchemist
Personaggi: Alphonse/Edward Elric
Genere: malinconico
Avvertimenti: missing moment, implied incest
Parole: 464
Note: COW-T, M3, prompt "inverno". E FMA non l'ho manco finito ma c'avevo un po' di voglia di scrivere sulla voglia canon di Alphonse di poter toccare di nuovo Ed, laSCIATEMI STARE *annega nei suoi incest feels*

Stanotte non c'è verso che possa stare tranquillo. È passato tanto tempo, da quando il suo corpo gli è stato strappato via, da quando ha avvertito ogni terminazione nervosa strapparsi dalle ossa e la pelle venire strappata via dai muscoli, le unghie sfilate dalle dita e i polmoni che smettevano di funzionare, prima che la porta si chiudesse di fronte a lui, prima che i suoi occhi svanissero con l'immagine e il suono di Edward che urlava contro quella forza che li stava separando.
È passato tanto tempo ma a volte tornano, i ricordi di quel limbo, col dolore che sembrava ancora pulsare e se avesse avuto ancora un cuore, in quei momenti, gli sarebbe scoppiato via dal petto comunque per la paura, per la solitudine, per l'incertezza. Tornano soprattutto di notte, quando proprio non ce la fa, a sopportare il silenzio.
Alphonse ancora non è morto. Anche se tutto ciò che ha è una armatura fatta di ferro, nessuna pulsazione, nessun calore che gli scorra dentro. Non è morto, eppure è come se il lutto si fosse incastonato nel cerchio di trasmutazione che porta all'interno dell'elmo, a legare l'anima a questo ammasso di metallo. È nascosto, quel lutto, e ha imparato a fingere prima di quando avrebbe dovuto.
L'unico momento in cui può smettere di fare finta è quando Edward dorme, accoccolato sotto le coperte pesanti dell'ostello nel quale alloggiano per stanotte, mentre il bianco dell'inverno scende sul fianco del colle roccioso. Alphonse ricorda di quando erano piccoli, e durante le tempeste estive si rifugiava a letto con Edward, stringendosi a lui e venendo accolto con qualche presa in giro. Ricorda che alla fine dopo un po' di bisticci Edward se lo stringeva al petto e lo accarezzava, ricorda l'emozione del sentire il suo cuore battere, e ricorda il calore nel petto quando gli sussurrava piano piano, "saremo insieme per sempre, quindi non avere paura."
Agita le dita metalliche alla luce della lanterna accesa fuori - chissà perché - e cerca di ricordare. La sensazione dello sfiorare la pelle di Edward, il suo calore, la morbidezza dei suoi capelli. Cerca di ricordare quanto soffice fosse il suo viso quando gli baciava la guancia, e istintivamente si tocca le labbra. Ma le sue labbra ora sono duro ferro, e non sentono più nulla. Mentre fissa il soffitto, tocca le proprie dita, tocca il letto e il comodino cercando di afferrare una sensazione, un calore, e appena avverte qualcosa ci si aggrappa con tutta la propria mente, eppure- eppure pare che quei ricordi siano quasi del tutto svaniti.
Non ha senso continuare a torturarsi. E quindi sarà meglio pensare a qualcos'altro mentre guarda Edward che dorme, o almeno provarci.
"Voglio tornare a casa," sussurra, dopo qualche momento, con la pesante mano metallica tesa verso Edward.