Titolo: Getting what you need
Fandom: Yuri On Ice
Personaggi: Otabek/Yuri
Genere: erotico, fluff
Avvertimenti: hurt/comfort, omegaverse, pwp
Parole: 2016
Note: ATTENZIONE: questa fic è self-serving guilty pleasure trash dalla primissima all’ultimissima parola, in quanto omegaverse con tutte le robe più schifose e allo stesso tempo corny che possano esistere nel genere, fujoshi avvisata mezza salvata XD
COW-T9, terza settimana, M1 con prompt "lemon, AU, fluff".
A Otabek piaceva pensare di essere pronto, di aver letto tutto il materiale possibile, di sapere cosa sarebbe stato giusto fare quando il momento sarebbe arrivato. Aveva letto qualche articolo su internet, aveva chiesto a degli amici più grandi, si era documentato. Quindi, era ovvio che pensasse di essere pronto… o perlomeno abbastanza pronto da non preoccuparsi molto.
Invece, quando apre la porta e fa il primo passo in casa, gli ci vuole qualche momento solo per accorgersi dell’accaduto, anche se l’odore è forte e non dovrebbe volerci qualche secondo prima di accorgersi di essere stato schiaffeggiato in pieno viso da un’ondata calda di feromoni che già lo avvolgono infiltrandosi nei suoi vestiti, impregnandolo e avvolgendolo.
Subito dopo, un lamento arriva alle sue orecchie prima che la voce di Yuri arrivi dal piano di sopra.
“Beka? Beka?!”
Qualcosa sembra muoverlo - lascia andare le borse della spesa e si precipita su per le scale, due o tre gradini alla volta, finché non si ritrova sulla porta della loro camera da letto e vede Yuri seduto per terra, tutto rosso in viso, che si strofina via le lacrime furiosamente mentre si lascia scappare altri piccoli lamenti.
“Yura, sono qui,” dice Otabek, ma sembra incapace di muoversi. Yuri non lo guarda, ma si muove cercando di rialzarsi. Invece riesce appena ad arrampicarsi sopra il letto, tremando e ansimando appena.
“Beka, che succede?”
Otabek lo può sentire nella sua voce che sta cercando in tutti i modi di non suonare spaventato, ed è quello a spingerlo ad avvicinarsi.
“Credo tu sia in calore,” gli dice piano, sedendosi accanto a lui e accarezzandogli i capelli. “Cosa posso fare?”
Yuri si lascia scappare un singhiozzo, forse più di umiliazione che di altro, e finalmente lo guarda negli occhi.
“Acqua, acqua.”
Otabek annuisce e scatta in piedi, precipitandosi di nuovo giù dalle scale, e riempie una bottiglia intuendo che un bicchiere o anche due non potranno bastare, e quando torna Yuri gli appare mentre tenta di spogliarsi, litigando con il bottone dei suoi jeans.
Otabek aveva letto che il primo calore sarebbe potuto essere debilitante, ma non avrebbe mai potuto immaginare di vedere il suo solitamente indipendente compagno trovarsi in una tale situazione di difficoltà nel fare cose basilari.
E conosce Yuri. Può appena immaginare cosa si scuota nel suo petto mentre tenta azioni semplicissime con le dita che si irrigidiscono e tremano, con tutto ciò che ha dentro bollire e contorcersi, con liquidi che insudiciano i suoi pantaloni e bagnano il letto. Lui, cresciuto arrangiandosi in qualsiasi cosa senza mai chiedere un aiuto a nessuno.
“Ti dò una mano io,” Otabek dice comunque, coprendo le mani del compagno e spostandole gentilmente ma con fermezza, per poi sbottonare i jeans con facilità. Yuri si lamenta, borbottando qualcosa, ma non sembra avere abbastanza energie da protestare, e si copre il viso mentre Otabek gli sfila i pantaloni e poi, con più cautela, anche i boxer macchiati abbondantemente.
“Beka,” Yuri gracchia debolmente, guardandolo con le guance tutte rosse. “Cosa fai?”
Otabek non può esattamente prendersi cura della situazione. Non può farlo come dovrebbe essere fatto, comunque. In quanto beta per giunta con tratti omega, comunque.
Però qualcosa si può fare. Si allontana brevemente cercando qualcosa fra le loro scorte di profumi e prodotti per il bagno, prima di tornare in camera da letto con una bottiglietta fra le dita e un fazzoletto che imbeve con una sostanza che, prima ancora di poter chiedere, Yuri identifica immediatamente.
Feromoni alfa.
Immediatamente Yuri sente la bocca riempirsi di saliva, il liquido che scende fra le cosce aumentare, e le lacrime salire agli occhi.
“Beka…”
Otabek inbeve il fazzoletto di feromoni, per poi passarselo sul proprio collo e metterlo in mano a Yuri che, istintivamente, lo preme sul viso disperatamente con piccoli versi di frustrazione.
Otabek deglutisce, nervoso, accarezzando le sue gambe - sa che gli ormoni non sono abbastanza, sa anche che gli omega in questo stato possono dire e fare cose imprevedibili, ma mai si sarebbe aspettato di vedere Yuri comportarsi in questo modo. Non sembra davvero lo stesso ragazzo che preferirebbe amputarsi una gamba piuttosto di essere percepito come indifeso.
“Yura,” ripete piano, togliendo i propri slip e infilandosi con cautela fra le gambe del più giovane, “vuoi che…?”
Yuri lo guarda appena, con un gemito strozzato, e annuisce preoccupandosi di asciugarsi inutilmente gli occhi premendosi il fazzoletto sul naso.
Di solito a Otabek piace prepararlo piano, di accarezzarlo, di rabbonirlo, di giocare, magari. Ma Yuri sembra troppo disperato per tutto questo, giace a gambe aperte piangendo e ha bisogno di lui - subito.
E Otabek non perde un secondo, subito si prepara dandosi appena il tempo di diventare duro e poi si sistema meglio per affondare dentro il corpo di Yuri e un po’ di senso di colpa sale su per la gola: Yuri è bagnatissimo, gli scivola attorno così facilmente che quasi Otabek non deve nemmeno spingere, ma rimane anche stretto e lo avvolge facendogli sentire ogni centimetro di calore che gli scivola attorno e… Otabek deve concentrarsi per non perdersi dentro di lui.
“Beka,” Yuri singhiozza, stringendoselo addosso come se cercasse di far combaciare ogni centimetro dei loro corpi, mentre ora affonda il naso sul suo collo. “Più forte. Più forte, ti prego, di più.”
Non è una posizione molto comoda per un ritmo veloce, ma Otabek ci prova lo stesso, facendo scattare i fianchi prima con prudenza e poi lasciandosi andare ad un ritmo brutale mentre Yuri geme e lo incoraggia, si stringe attorno a lui, quasi lo intrappola mentre lo prega di andare più forte, più veloce, più a fondo, di raggiungere il suo centro e colpirlo con tutte le forze finché non andrà a pezzi.
Yuri piange, singhiozza, lo annusa freneticamente mentre i suoi fianchi ondeggiano allo stesso ritmo, piange e si lamenta, ma lo stringe con tutta la forza che le sue piccole braccia possono avere, e improvvisamente non sembra più così fragile e impotente - sembra che i suoi muscoli abbiano ripreso vigore quando li avvolge stringendo Otabek fino quasi a stritolarlo.
Le orecchie di entrambi si riempiono di respiri pesanti e gemiti, del rumore del letto che sbatte a ritmo serrato contro la parete, di suoni bagnati e di corpi che sbattono e strusciano assieme, dei singhiozzi di Yuri che sembrano non poter cessare ma anzi, diventano più forti e incontrollabili mentre continua a piangere, col viso premuto contro la pelle di Otabek.
“Beka…” piagnucola, baciandogli la spalla. “Mi dispiace, scusa…”
Otabek lo guarda, rallentando il ritmo del proprio corpo.
“Per cosa, Yura?”
“Sono patetico.”
Otabek scuote la testa rifiutandosi di ascoltarlo, e lo bacia con forza continuando a spingere dentro di lui.
“Non dire stronzate.”
“Non lasciarmi-”
“No.”
“Ma faccio pena.”
“No. Yura, non è così, è solo un calore, passerà presto.”
Yuri singhiozza ancora, nascondendo il viso contro il petto di Otabek, che lo stringe a sé ripetendo, “passerà, non preoccuparti, sono qui.”
Yuri geme ad una ondata di calore particolarmente violenta e si stringe di più attorno all’altro, col respiro che accelera.
“Prometti.”
“Sì, te lo giuro. Va bene?”
Yuri alza lo sguardo per farsi guardare negli occhi, e annuisce velocemente prima di supplicare: “toccami.”
Otabek annuisce, avvolgendo la sua mano attorno al piccolo sesso di Yuri, la muove e ascolta mentre il suo compagno singhiozza di piacere, col calore che monta ancora di più dentro di lui mentre contrae tutti i muscoli e si stringe tutto strappando un grugnito che esplode dalle labbra di Otabek.
Che chiede: “va meglio?” Yuri annuisce, con i soliti piccoli gemiti che ora escono incontrollabili dalla sua bocca, col sudore che imperla tutto il suo corpo e che distribuisce sul petto, sul collo di Otabek.
E Yuri sente piccoli baci sulla fronte, sulle guance, sul collo, si concentra su di essi e piange ancora, questa volta per il conforto. Li restituisce un po’ alla volta, premendo le labbra e la bocca aperta sulla spalla di Otabek, tremando fuori dal proprio controllo, chiamando “Beka” ancora e ancora.
Ed è così che viene, con Otabek che si spinge con forza dentro di lui, con un bacio fra i capelli e un singhiozzo forte mentre il suo sesso sparge seme fra i loro corpi e pulsa per il sollievo, mentre tutto si stringe e poi si espande e poi sente sé stesso gemere piano ma a lungo mentre il calore sembra placarsi. Quando apre gli occhi, Otabek ha le labbra premute sulle sue, gli occhi chiusi, e Yuri senza pensare gli accarezza il viso con qualche lacrima ancora prima di sospirare.
Poco dopo lo sente venire dentro di lui, e se lo stringe ancora addosso con la poca energia che gli rimane, baciandogli la fronte mentre gli accarezza il petto.
“Beka…”
“Stai bene?”
Yuri esita.
“Va meglio di prima.”
Ha gli occhi chiusi, ma può quasi sentire il suono di Otabek che sorride.
“Bene. Visto? Sta per finire tutto, almeno per questa volta.”
Yuri annuisce aggrappandosi ancora a lui, un po’ rassicurato.
“Sì, non volevo dire quella roba,” risponde, tentando di ridarsi un tono. “Non ero io.”
Otabek sbuffa divertito e lo bacia a lungo, passando le dita fra i suoi capelli biondi.
“Però eri carino,” bisbiglia, con un sorriso di traverso.
“Vaffanculo,” Yuri risponde, asciutto, chiudendo gli occhi. “Vaffanculo,” ripete più lentamente. “Che schifo di situazione.”
“È solo il primo calore, dal prossimo andrà meglio,” Otabek dice rotolando al suo fianco e avvolgendolo con le braccia.
“Sì, ma questo non è ancora finito,” Yuri risponde con una smorfia, sentendo lo stesso calore ritirarsi ma rimanere concentrato nel suo ventre, la pelle ancora più sensibile del solito, il liquido che continua a scivolare fuori dal suo corpo, piano.
“Il peggio è passato però, no?”
Otabek continua a stringerselo addosso, e la presenza dei feromoni alfa si sente ancora, anche se si è affievolita, e Yuri continua a tenere il viso premuto contro il suo collo, baciandolo, leccandolo piano mentre mugola, forse per quanto è scocciato dall’intera situazione.
“Cazzo quanto facciamo schifo, sembra che ci abbia sbavato addosso un dinosauro,” Yuri dice poco dopo, quando il proprio corpo è di nuovo più o meno sotto il suo controllo, e fa una smorfia di disgusto guardando la sostanza appiccicaticcia mischiata al loro sudore che sembra aver impregnato il materasso. “Che merda.”
“Andiamo a fare una doccia,” risponde Otabek subito, prendendo la sua mano e facendolo alzare in piedi. “Ce la fai?”
“Sì, sì,” Yuri risponde, suonando tremendamente scocciato, con la stessa espressione di disgusto che, se possibile, si intensifica ancora di più.
“Allora andiamo.”
Otabek gli stringe la mano, come se temesse di vederlo cadere, e Yuri sospira guardando il pavimento mentre il suo compagno lo aiuta ad andare in bagno, lo lava, lo insapona e poi lo asciuga, e a nulla valgono le sue proteste.
“Dài, basta, sono capace di fare da solo,” dice alla fine, avvolgendosi l’asciugamano addosso prima di andare a prendere dei vestiti puliti per poi attaccarsi alla bottiglia d’acqua.
Mentre si fa la doccia, Otabek chiude gli occhi concedendosi un momento di calma.
Era un evento che sapeva sarebbe accaduto e sa quanto possa essere delicato per alcuni omega, e non sapeva come l’avrebbero affrontato. In fondo, è beta. Queste cose non le proverà mai - per fortuna, aggiungerebbe.
“Muori.” Sente dire a Yuri poco dopo, e sporge il viso dalla porta della cucina per vederlo stravaccato sul divano mentre parla al telefono, e poi riattacca. “Come fa quella testa di cazzo a sapere le mie cose cinque minuti dopo che sono successe?”
Otabek gli si siede accanto, passandogli un braccio attorno alle spalle.
“Ti sei lamentato su Twitter, no? Sai che Viktor ci vive.”
“Sì, ma cazzo…” Yuri borbotta, e sbuffa.
“Che ti ha detto?”
“Ha cominciato a darmi consigli, come se gli avessi chiesto qualcosa. Ma farsi i cazzi suoi mai?”
Otabek rotea gli occhi e poi sospira sorridendo, prima di baciarlo abbastanza a lungo da fargli mancare il respiro.
“Sei bellissimo.”
Yuri alza un sopracciglio quando lo guarda, un po’ confuso, ma sbuffa e appoggia la testa al petto di Otabek, borbottando.
“Sì, vabbè.”