05 March 2019 @ 03:25 pm
[ORIGINALE] Good Morning, Good Morning  
 

Titolo: Good Morning, Good Morning

Fandom: Originali » andreaverse

Personaggi: Andrea, Ilaria, Isabella, Giorgio

Genere: commedia

Avvertimenti: gen

Parole: 836

Note: Cow-t9, settimana 4, m2 con prompt “perdere qualcosa e ritrovarla”. Era da un po’ che non scrivevo su di loro <3



“Assolutamente no!”

Ilaria si interrompe dalla sua danza mattutina davanti alla moka borbottante solo per lanciare uno sguardo da sopra la spalla. Non si sprecherebbe, la domenica pomeriggio, a guardare in qualsiasi direzione tranne quella del caffè che lentamente sprigiona il proprio profumo confortante, amichevole, delizioso, mentre sale dal filtro accumulandosi gioiosamente nel raccoglitore metallico. Non fosse altro che, di solito, a sbottare di mattina è sempre Andrea, e per l’appunto ormai non ci si fa più caso.

No, questa mattina in particolare si tratta di una voce diversa, una voce che tutte le altre mattine scoppia con un baldanzoso “BUONGIORNO” seguita dal suono rimbombante di una pacca energica sulla schiena, poi bestemmie varie da parte di Andrea.

Isabella solleva la testa dal tavolo, aprendo gli occhi contro lo stato comatoso post-risveglio, e guarda mentre Giorgio aggrotta le sopracciglia folte con una espressione che porta di rado in faccia. Una espressione che, come da cliché, non fa presagire situazioni da prendere sotto gamba.

“Cazz’è?” Chiede Ilaria, guardando Andrea che, sorseggiando una spremuta d’arancia con una sigaretta fra le dita dell’altra mano, fa spallucce con uno sbadiglio.

“Sarà un venditore di pillole dietetiche, cazzo ne so.”


“Mamma, non me ne frega un cazzo di Rosa o di Giulia o di Checca, okay? Quand’è che la pianti?” Giorgio continua, alzando la voce. “T’ho detto milioni di volte che non me ne frega niente. Sì, morirò solo, okay? Cazzo quanto rompete, tu e tuo marito!”

Ilaria tira un grosso sospiro, tornando a guardare il suo caffè.

La fine della chiamata è scandita dal rumore secco del cellulare (affettuosamente chiamato ‘mattone’) sbattuto sul tavolo, e la prima voce a intervenire è, ovviamente, quella di Andrea.

“Senti ma Baloo, quand’è che ti trovi la morosa?”

Giorgio si volta a guardarlo con gli occhi iniettati di veleno, prima di strofinarsi le palpebre.

“Quelli mi mandano al manicomio. Ma sarà normale avere una madre che ti chiede robe sui cazzi tuoi ogni volta che ti parla? Ma saranno affari miei?” Dice invece di rispondere, e poi guarda il soffitto.

“Meno male che non ci sto più in quella cazzo di famiglia.”

“Ma seriamente, non ho mai capito perché odi così tanto l’idea di avere una ragazza, o sposarti, tutte ‘ste robe qui,” dice Isabella, fissando la sua T-Shirt di Guardians of the Galaxy.

Giorgio si siede accanto a lei, poggiandosi al tavolo per poi fare spallucce.

“Non lo so, ma l’idea mi fa schifo al cazzo. Cioè, non capisco veramente cosa ci sia di interessante, soprattutto tutta la roba del matrimonio mi fa cascare i coglioni. Ma chi c’ha voglia di organizzare una roba per duecento persone con diecimila rituali diversi e otto milioni di catering da spendere solo per dire che vuoi stare con una persona per sempre?”

Sbuffa, e poi si guarda intorno, dedicando una occhiata a ciascuno di loro.

“... E poi, ho già voi. A che mi serve un’altra famiglia quando me ne sono già trovato una?”

Ilaria ride con la sua voce lieve e deliziosa, spegnendo il gas, mentre Andrea si volta a guardare l’amico con un’aria divertita. Isabella dà un colpetto alla sua spalla con la testa, per poi tornare a guardarlo.

“Quindi insomma vuoi dire che staresti con noi finché morte non ci separi?” Chiede, con una espressione scherzosa, ma Giorgio annuisce dandole una occhiata di puro cuore.

“Sì. Cioè, non pensavo di dovervelo spiegare, ma la mia famiglia adesso siete voi.”


Ilaria serve un caffè bollente dall’odore e dall’aspetto, dal colore perfetti, poggiandosi alla credenza.

“Beh, è la prima volta che dici una cosa del genere,” dice, guardando Giorgio dal fondo dei suoi occhi scuri e sereni.

Giorgio si gratta la testa, mescolando i suoi tre cucchiaini di zucchero nel caffè.

“Beh, pensavo che la pensassimo tutti più o meno così.”

Andrea finalmente interviene, dandogli qualche pacca sul braccio.

“Cioè, messa così è un concetto figo,” commenta, e di nuovo fa spallucce. “Non sento i miei da una vita e da loro ovviamente non ci torno più, però dai, starò per dire una cosa cringy ma pure la mia famiglia nuova potete essere voi.” Si interrompe un attimo, per poi fare una smorfia. “Sticazzi.”

Ilaria sorride.

“Dài Andrea, non cedere alla mascolinità tossica,” gli dice schioccandogli un bacio sulla testa. “It’s okay to be in touch with your emotions.”

Andrea la guarda di traverso, alzando un sopracciglio.

“Senti, non pure te con l’inglese a cazzo, eh.”

Ilaria rotea gli occhi verso il soffitto, scuotendo la testa con una faccia scocciata.

“Cazzo, una prova a mostrarti un po’ di affetto…” Si lamenta, e poi sbadiglia di nuovo. “Comunque, Baloo, non preoccuparti. Noi non ti romperemo mai le palle su fidanzate e matrimoni.”

Giorgio sospira, annuendo.

“Già. Per questo vi amo.”

Isabella poggia la testa alla mano, con un piccolo, pigro sorriso. Non aveva mai pensato alla loro convivenza in questi termini, ma in fondo è un po’ come se avessero tutti perso una famiglia, per qualche motivo. E, tutti insieme, ne hanno trovata un’altra. Una vera.