14 May 2011 @ 01:57 pm
Me And My Shadow [1/6]  
Titolo: Me And My Shadow
Fandom: RPF
Personaggi: Robert Downey Jr/Jude Law
Parte: 1/6
Rating: PG
Conteggio Parole: 788 ([livejournal.com profile] fiumidiparole )
Note: AU. Una storia vissuta insieme, raccontata a piccoli frammenti. Il destino li unisce, ma può anche dividerli. "Raccolta" di flashfic riguardanti una vicenda RDJude di un universo parallelo.

Eh sì, quello lì sembrava proprio un pesciolino. Una macchia bianca sul marmo rosso del pavimento, a casa Downey.
-Ma Rob, quello lì mi sembra proprio un pesce, sai.
Robert, un bimbo vispo e dall'aria furba, lo guardò di sottecchi beffardo.
-Ma allora sei stupido!- esclamò prendendolo in giro. -Come fai a vedere un pesce? Quella è solo una macchia!
Jude, grattandosi il nasino, guardò ancora quella macchia e fece una smorfia, inclinando la testa di lato e sporgendo il labbro, con aria concentrata, poi alzò le sopracciglia, un pò rassegnato eppure insistente. Guardò Robert dal fondo degli occhi grigi, limpidi, ed insistette.
-Ma a me sembra un pesce.
Robert allargò le braccia teatralmente guardando all'insù, poi scoprì i canini da latte e ghignò, poi trotterellò dal padre, tirandolo per i pantaloni.
-Robert! Cosa c'è?!- grugnì.
Robert indicò la macchia.
-Papà, vero che quello non è un pesce?
Suo padre non guardò nemmeno, ma assunse un'aria annoiata.
-No, Rob, non è un pesce.
Robert squittì saltellando e tornò tronfio e trionfante dall'amichetto.
-Visto? Mio papà dice che non è un pesce e mio papà ha sempre ragione perché lui è un regista!
Jude non capiva come il lavoro di Senior influisse sulle verità dell'Universo, ma comunque perse un pò della sua convinzione e tornò a guardare quella benedettissima macchia bianca su sfondo rosso ed annuì lentamente.
-Mmh, forse non è un pesce.
Robert inarcò tutte e due le sopracciglia e rise apertamente di lui.
-Forse? Forse?!- rimarcò, e Jude un pò si sentì a disagio, sentendosi trattare da stupido, provò una vaga sensazione di dolore e di rabbia nello stomaco.
-Beh, posso sbagliarmi anch'io, Rob!- replicò con voce secca e acuta.
Robert, divertito, rise di nuovo, sbeffeggiandolo.
-Io non sbaglio mai!- affermò, sicuro di sé.
Jude guardò in basso, sempre con aria risentita e carico di tristezza. Si era abituato al fatto che Robert lo trattasse così solo perché era troppo timido per reagire.
-Andiamo a giocare!- propose poi il bambino americano, scuotendo la testa. Jude lo guardò inclinando la sua di lato.
-Però stavolta decido io a cosa giocare!- brontolò.
Robert sogghignò.
-Okay. Tanto vinco lo stesso.
Jude fece una smorfia riducendo gli occhi a due fessure.
-Vedremo- sibilò con aria di sfida come aveva visto fare nei film d'azione che piacevano a sua mamma.
-Allora?- lo canzonò l'altro sbuffando d'impazienza.
-Giochiamo...a ladro e poliziotto!- propose l'inglesino, illuminandosi.
Robert rise cristallino e gli lanciò un'occhiata divertita.
-Va bene, allora io faccio il poliziotto.
Jude aggrottò le sopracciglia in un broncio morbido e sincero.
-No, lo faccio io!
Robert alzò gli occhi al cielo, sempre in modo drammatico.
-Ma così non è divertente, tanto ti prendo subito!
Jude assunse un'aria ancora più offesa e rispose con una vocetta acuta.
-Non è vero!
-Sì che è vero- ribatté subito l'altro.
-No!
-Sì!
Pausa.
-Mille volte no!
Robert rise.
-Milleuno volte sì!
Jude grugnì di frustrazione, mentre Robert si divertiva palesemente a prenderlo in giro.
-E va bene! Faccio il ladro!- si arrese Jude.
Jude si arrendeva sempre.
Robert squittì di nuovo e sorrise.
-Beh? Che aspetti? Scappa!
Jude gli lanciò un'altra occhiata scocciata prima di buttarsi nel gioco e correre via.
Robert distese il sorriso e corse dietro di lui, su e giù per le scale, le loro risate si intrecciavano nell'aria, acute e cristalline.
Dopo appena qualche minuto Jude si sentì afferrare per un braccio.
-Preso! Sei in arresto!- ululò Robert in tono vittorioso, strattonandolo.
Jude passò dalla sorpresa alla rabbia delusa.
-Uffa!- esclamò quasi urlando. -Basta! Con te non ci gioco più!
Era davvero arrabbiato!
Robert lo fissò ed addolcì la sua espressione.
-Dai, andiamo a giocare fuori.
Jude ci pensò subito, arricciando il labbro inferiore e guardandolo con un'aria da cucciolo che sapeva vittoriosa e che ogni volta faceva pentire o convincere Robert. Come in questo caso.
-Dài, non ti prendo più in giro!- esclamò, roteando gli occhi.
Jude si rilassò e sorrise.
-Okay. Aspetta che prendo il giubbotto...
Corse via e tornò imbacuccato ed imbronciato, con la mamma che insisteva per chiudergli il giubbotto.
-Dài, mamma, tanto non fa freddo!
Elsie guardò fuori e sapeva che mancavano solo i pinguini in giardino.
-Robert...- disse con aria supplichevole, il bambino annuì e si rivolse a Jude.
-Vieni qui, cucciolino- disse in tono autorevole ma più dolce.
Jude lo fissò ed assunse un'aria imbronciata.
-Non chiamarmi "cucciolino"- bofonchiò avvicinandosi.
Robert sorrise appena e guardò la zip incastrata con la sciarpa, sistemò bene il colletto e con aria concentrata tirò la zip chiudendo adeguatamente il giubbottino, poi vi lasciò un paio di pacche soddisfatte.
-Ecco fatto.
Jude seguì tutta l'operazione rimanendo immobile, poi gli sorrise.
-Adesso possiamo andare a giocare?- chiese in tono vagamente acido alla mamma, che sospirò ed annuì.
-Stai attento a non cadere, se sporchi i jeans te li lavi tu!- minacciò puntandogli un dito contro.
Il biondino roteò gli occhi e strascicò la voce rispondendo.
-Sì, mamma...
I bambini corsero finalmente fuori, perdendosi nel gioco ed ogni tanto atterrandosi a vicenda.
Elsie pensò che dovevano essere proprio pazzi e poi che Robert sarebbe stato una spina nel fianco per lei, se già a cinque anni riusciva a persuadere suo figlio così facilmente.
 
 
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