Titolo: Post Blue
Fandom: Crossover (AI - Artificial Intelligence/Iron Man - movieverse, non conosco il fumetto ._.)
Genere: Commedia
I only have eyes for you...
Are the stars out tonight?
All'inizio si chiede se quella vaga melodia che è stato quasi costretto ad imparare passivamente sia solo la reminescenza di un sogno. O meglio di un incubo, di quelli che generalmente sono popolati da mostri metallici e razzi nucleari esplosi contro la sua villa. Ma dopo averla sentita complessivamente per ore, quella canzone è diventata il suo personale terrore, una fobia. Di conseguenza il suo non è un bel risveglio. Specialmente se, dopo aver aperto lentamente e stancamente prima un occhio e poi un altro, nell'alone di luce di una prima messa a fuoco, vede figure che lì non ci dovrebbero stare. Dopo qualche secondo riconosce nella sagoma appena abbozzata il ciuffo leccato all'indietro e poi i tratti somatici di Gigolo Joe. In piedi. Accanto al letto. E lo fissa. Insistentemente.
- Joe... - bofonchia, lievemente inquietato da quell'espressione sul volto del robot. A metà fra l'impassibile e il folle.
E poi gli sta suonando quella sua dannata canzone.
I don't know if it's cloudy or bright,
I only have eyes for you, dear...
- Joe, spegni quella cosa, perdio! - scatta, senza riuscire ad alzare la voce per lo stordimento mattutino. Con uno scatto della testa Joe interrompe la musica, senza smettere di fissare un punto corrispondente al petto di Tony, che incalza: - cosa vuoi?
Sulle prime Joe non risponde, poi volge lo sguardo verso il suo viso.
- Osservavo l'oggetto luminoso in mezzo al tuo petto. Suppongo sia una fonte di energia - aggiunge, con una strana inflessione del tono di voce.
Anche Tony abbassa lo sguardo istintivamente per rendersi conto che sta parlando del reattore che gli permette di vivere e di alimentare Iron Man.
- Il reattore... Sì, lo è, l'ho creato tempo fa perché il mio cuore non può funzionare senza...
Tony non ha la minima idea del perché stia dicendo queste cose a Joe.
- E' molto bello - dice quest'ultimo, tornando a fissare il globo circolare dalla luce azzurrina.
Di nuovo, Tony vorrebbe molto sapere cosa sta succedendo nel pannello frontale di Joe. O forse no.
- Il tuo cuore non funziona più? - riprende Joe, come se avesse realizzato solo ora il senso della frase di Tony. Ed ha assunto un'espressione inorridita. - Ma come... Il cuore! La sede delle emozioni umane!
- No, il cuore funziona... - fa per rispondere, ma poi si limita a coprirsi gli occhi con un braccio e a girarsi dall'altra parte. - Lascia perdere...
Joe assume un'aria incuriosita. - Vorrei sapere la storia del tuo... reattore.
- Perché ti interessa tanto? - sbotta l'altro, desiderando solo un'altro paio d'ore di sonno. E' chiedere troppo? E poi... - Non hai cose da fare? Non sei stato programmato per lavori di casa o cose del genere? - aggiunge, sotto lo sforzo eroico di parlare tentando nel frattempo di riprendere sonno.
- No, il mio lavoro è... sedurre! - replica il mecha, con un tono a dire il vero irritato.
- Seducimi più tardi, voglio... Dormire... - dice Tony, sbadigliando ed augurandosi che Joe veda qualche farfalla da rincorrere fuori o qualche uccello nel cielo al quale suonare la sua canzone, perché in questo momento non accetterebbe avances nemmeno da Olivia Wilde in persona.
… Beh, forse da Olivia Wilde sì, ma... Da Pamela Anderson no. Ecco, neanche da Pamela Anderson in carne, silicone ed ossa. E tantomeno da Joe, ma quello neanche se dovessero ritrovarsi soli al mondo, quindi non fa testo.
- Posso almeno vedere di nuovo il reattore? - chiede Joe, quasi sulla strada della resa. Da sotto il braccio, Tony si acciglia sbuffando.
- Si può sapere perché sei tanto fissato col reattore?
Joe rimane in silenzio, guardando in basso e dondolandosi da un piede all'altro, come fosse in imbarazzo e teso per qualche motivo. Dopo la lunga assenza di parole, ma anche di rumori che suggeriscano che Joe se ne sta andando, ha di nuovo la sensazione spiacevole di una presenza alle sue spalle, perciò è costretto a voltarsi di nuovo. Appena il reattore torna in vista le pupille di Joe si allargano e tornano a concentrarsi sul suo bagliore costante, apparentemente in adorazione.
Tony rimane perplesso al vedere un robot che rivolge occhiate seducenti al proprio dannato reattore, perciò rimane a fissare il volto di Joe finché questo non se ne accorge, tornando svogliatamente a guardare il viso del padrone di casa.
- Allora? Sparisci - gli intima, alzando un sopracciglio. Joe rimane a guardarlo, inarcando i suoi. - Volevo solo dedicare a Reattore l'attenzione che si merita.
L'espressione di Tony diventa il ritratto dell'incredulità.
- Joe, hai appena chiamato il mio reattore... Reattore?
Questa volta è di Joe il turno di accigliarsi, apparentemente offeso.
- Beh, non ho il diritto di chiamarlo in altro modo! Non so quale sia il suo nome, o...
- E' un reattore! - esclama l'altro. - Perché lo tratti come se fosse una persona?
- Ha una sua dignità anche lui, ed è bellissimo e ho appena scoperto che sarà la luce dei miei giorni! - si difende, mettendo su un'espressione gradualmente più oltraggiata. Tony non sa come rispondere, in verità non sa nemmeno se ne valga la pena. Evidentemente al robot hanno installato anche il senso dell'umorismo, ma uno humour pessimo, di sicuro.
- Vabbè - taglia corto, sbadigliando di nuovo. - Senti, se vuoi discutere sulla tua cotta assurda per il mio reattore lo faremo dopo, ma lasciami dormire un altro po'.
- Va bene - concede, annuendo. - Fra poco preparo il pranzo - aggiunge.
- Sì, come ti pare - borbotta Tony, già sprofondando il viso nel cuscino.
- A dopo, Tony... A dopo, Reattore - aggiunge dopo qualche secondo, in tono più basso, camminando all'indietro con un'espressione affranta.
- Cos... ? E' un dannato reattore, Joe! - esclama Tony, stringendo i denti.
I rumori metallici si affievoliscono giù per le scale, lenti e, in qualche modo, tristi.
- Tony? Tony, non dirmi che sei ancora a letto! - tuona all'improvviso una voce femminile e decisa, quasi materna nella propria durezza. Per tutta risposta sente dei passi meccanici avvicinarsi in fretta, e poco dopo compare davanti a lei la figura snella con tanto di poncho di Joe. Sulle prime rimane sorpresa - l'ha addirittura tenuto in casa? Pensava fosse solo un passatempo, tanto per ripararlo e poi buttarlo via di nuovo, non sarebbe la prima volta - ma poi assume di nuovo la sua espressione da manager, fredda e distaccata.
- Robot...
- Mi chiamo Joe - la interrompe subito, guardandola di sottecchi.
- Joe - riprende lei, sospirando lievemente per l'impazienza. - Dov'è Tony?
- A letto con Reattore - risponde il mecha, annuendo. - Ma non vuole essere disturbato - aggiunge, stizzito.
Pepper rotea gli occhi, sospirando.
- Lo faceva anche con Jarvis, i primi tempi. Sono le dieci, dovrebbe essere in piedi da ore, aveva appuntamento col Vicepresidente oggi! - risponde, alzando gradualmente la voce. - Non ci si può mai fidare di Tony, mai! - riprende, dirigendosi verso le scale e salendo i gradini in fretta. - E dice di essere diventato una persona seria! Parola mia, se non fosse per me lo scambierebbero per un portatore di Asperger o di un disadattato sociale o che diavolo ne so io! E poi guai a chiedergli di alzarsi per appuntamenti importanti, quell'uomo mi porterà sulla crisi di nervi... - continua a blaterare, salendo le scale. Per qualche secondo Joe rimane imbambolato lì dov'era, poi ricorda che Reattore è lì di sopra, e decide che non può perdersi un'occasione per rivederlo, quindi segue Pepper che, in dieci secondi, è già riuscita a far alzare Tony. Il quale si lamenta vestendosi passivamente - ergo facendosi praticamente vestire da lei.
- Pep, non puoi spost...
- Non se ne parla neanche, Tony, non mi farai fare brutta figura coi miei colleghi!
Da metà rampa, Joe riesce ad intravedere il reattore, lasciandosi sfuggire un sospiro. E si avvicina cautamente alla coppia di umani.
- Posso fare qualcosa? - interviene timidamente e sì, nel momento peggiore.
- No! Joe, vai giù e... Prepara il pranzo. Qui ci vorrà un pò. Tony, sei impresentabile, ma non ti vergogni mai?
- Se me ne fregasse qualcosa di quello che pensa il Vicepresidente... O qualsiasi leccapiedi annesso...
Pepper scuote la testa, sospirando.
- Almeno sarai civile, dato che arriviamo in ritardo? E sì, escludo anche sarcasmo malcelato ed atteggiamenti aggressivi. Dio, non dimenticherò mai...
- Va bene, va bene, sarò buono e bravo, okay? - esclama Tony, infilandosi i pantaloni. Joe registra, come nota casuale, che Pepper non è minimamente scandalizzata dall'aver visto Tony in boxer e canottiera.
- Sarà meglio - risponde lei, risoluta.
Joe, del tutto estraneo a questi scambi, non può far altro che scendere di nuovo, rintanandosi in cucina e ripensando alla sua nuova cotta.
Reattore si è accorto di lui? Si esprimerà mai? Ma soprattutto, gli concederà un pò della sua energia?
Da quando si è rotto ha anche perso la propria autonomia, e la corrente elettrica della casa è troppo debole per ricaricarlo in breve tempo, tanto che per farlo la notte prima ci sono volute sette ore. E se Tony avesse bisogno di aiuto subito e Joe fosse scarico? Per esempio, se Tony avesse bisogno di abbinare fiori diversi in un mazzo e non avesse voglia di chiamare un fioraio? No, ha assolutamente bisogno di Reattore.
Mentre pensa tutto questo, ascolta le voci concitate dei due fidanzati al piano superiore, che al momento stanno discutendo sulla presunta utilità della cravatta ad un incontro ufficiale. E poi di Joe. Che, convenientemente, si focalizza sull'ascoltare la conversazione.
- Comunque quel robot ha qualcosa di strano - dice Pepper, sistemandogli il colletto.
- Dici? A me non pare.
Ovviamente, Tony mente. Sa benissimo quanto Joe sia inquietante, ne ha avute di esperienze di prima mano. Ma non gli piace che Pepper si preoccupi per lui, e poi seriamente, quale persona adulta ha paura di un robot? Ma decide di tenere queste preoccupazioni per sé.
- Sì! Insomma, hai notato lo sguardo che ha? Sembra... Un maniaco!
- Non dire stupidaggini, Pepper. Mi dà una mano, cucina per me, è adorabile.
- Sai, secondo me è psicopatico.
- Pepper, è un robot! I robot non hanno turbe mentali, te l'assicuro!
- Comunque mi inquieta lo stesso.
- Come ti pare, comunque lui resta qui - conclude Tony, scendendo le scale in fretta mentre Joe sta fingendo di tenere d'occhio il forno. Sul suo viso, non si vede, ma c'è un largo sorriso soddisfatto.
Fandom: Crossover (AI - Artificial Intelligence/Iron Man - movieverse, non conosco il fumetto ._.)
Genere: Commedia
I only have eyes for you...
Are the stars out tonight?
All'inizio si chiede se quella vaga melodia che è stato quasi costretto ad imparare passivamente sia solo la reminescenza di un sogno. O meglio di un incubo, di quelli che generalmente sono popolati da mostri metallici e razzi nucleari esplosi contro la sua villa. Ma dopo averla sentita complessivamente per ore, quella canzone è diventata il suo personale terrore, una fobia. Di conseguenza il suo non è un bel risveglio. Specialmente se, dopo aver aperto lentamente e stancamente prima un occhio e poi un altro, nell'alone di luce di una prima messa a fuoco, vede figure che lì non ci dovrebbero stare. Dopo qualche secondo riconosce nella sagoma appena abbozzata il ciuffo leccato all'indietro e poi i tratti somatici di Gigolo Joe. In piedi. Accanto al letto. E lo fissa. Insistentemente.
- Joe... - bofonchia, lievemente inquietato da quell'espressione sul volto del robot. A metà fra l'impassibile e il folle.
E poi gli sta suonando quella sua dannata canzone.
I don't know if it's cloudy or bright,
I only have eyes for you, dear...
- Joe, spegni quella cosa, perdio! - scatta, senza riuscire ad alzare la voce per lo stordimento mattutino. Con uno scatto della testa Joe interrompe la musica, senza smettere di fissare un punto corrispondente al petto di Tony, che incalza: - cosa vuoi?
Sulle prime Joe non risponde, poi volge lo sguardo verso il suo viso.
- Osservavo l'oggetto luminoso in mezzo al tuo petto. Suppongo sia una fonte di energia - aggiunge, con una strana inflessione del tono di voce.
Anche Tony abbassa lo sguardo istintivamente per rendersi conto che sta parlando del reattore che gli permette di vivere e di alimentare Iron Man.
- Il reattore... Sì, lo è, l'ho creato tempo fa perché il mio cuore non può funzionare senza...
Tony non ha la minima idea del perché stia dicendo queste cose a Joe.
- E' molto bello - dice quest'ultimo, tornando a fissare il globo circolare dalla luce azzurrina.
Di nuovo, Tony vorrebbe molto sapere cosa sta succedendo nel pannello frontale di Joe. O forse no.
- Il tuo cuore non funziona più? - riprende Joe, come se avesse realizzato solo ora il senso della frase di Tony. Ed ha assunto un'espressione inorridita. - Ma come... Il cuore! La sede delle emozioni umane!
- No, il cuore funziona... - fa per rispondere, ma poi si limita a coprirsi gli occhi con un braccio e a girarsi dall'altra parte. - Lascia perdere...
Joe assume un'aria incuriosita. - Vorrei sapere la storia del tuo... reattore.
- Perché ti interessa tanto? - sbotta l'altro, desiderando solo un'altro paio d'ore di sonno. E' chiedere troppo? E poi... - Non hai cose da fare? Non sei stato programmato per lavori di casa o cose del genere? - aggiunge, sotto lo sforzo eroico di parlare tentando nel frattempo di riprendere sonno.
- No, il mio lavoro è... sedurre! - replica il mecha, con un tono a dire il vero irritato.
- Seducimi più tardi, voglio... Dormire... - dice Tony, sbadigliando ed augurandosi che Joe veda qualche farfalla da rincorrere fuori o qualche uccello nel cielo al quale suonare la sua canzone, perché in questo momento non accetterebbe avances nemmeno da Olivia Wilde in persona.
… Beh, forse da Olivia Wilde sì, ma... Da Pamela Anderson no. Ecco, neanche da Pamela Anderson in carne, silicone ed ossa. E tantomeno da Joe, ma quello neanche se dovessero ritrovarsi soli al mondo, quindi non fa testo.
- Posso almeno vedere di nuovo il reattore? - chiede Joe, quasi sulla strada della resa. Da sotto il braccio, Tony si acciglia sbuffando.
- Si può sapere perché sei tanto fissato col reattore?
Joe rimane in silenzio, guardando in basso e dondolandosi da un piede all'altro, come fosse in imbarazzo e teso per qualche motivo. Dopo la lunga assenza di parole, ma anche di rumori che suggeriscano che Joe se ne sta andando, ha di nuovo la sensazione spiacevole di una presenza alle sue spalle, perciò è costretto a voltarsi di nuovo. Appena il reattore torna in vista le pupille di Joe si allargano e tornano a concentrarsi sul suo bagliore costante, apparentemente in adorazione.
Tony rimane perplesso al vedere un robot che rivolge occhiate seducenti al proprio dannato reattore, perciò rimane a fissare il volto di Joe finché questo non se ne accorge, tornando svogliatamente a guardare il viso del padrone di casa.
- Allora? Sparisci - gli intima, alzando un sopracciglio. Joe rimane a guardarlo, inarcando i suoi. - Volevo solo dedicare a Reattore l'attenzione che si merita.
L'espressione di Tony diventa il ritratto dell'incredulità.
- Joe, hai appena chiamato il mio reattore... Reattore?
Questa volta è di Joe il turno di accigliarsi, apparentemente offeso.
- Beh, non ho il diritto di chiamarlo in altro modo! Non so quale sia il suo nome, o...
- E' un reattore! - esclama l'altro. - Perché lo tratti come se fosse una persona?
- Ha una sua dignità anche lui, ed è bellissimo e ho appena scoperto che sarà la luce dei miei giorni! - si difende, mettendo su un'espressione gradualmente più oltraggiata. Tony non sa come rispondere, in verità non sa nemmeno se ne valga la pena. Evidentemente al robot hanno installato anche il senso dell'umorismo, ma uno humour pessimo, di sicuro.
- Vabbè - taglia corto, sbadigliando di nuovo. - Senti, se vuoi discutere sulla tua cotta assurda per il mio reattore lo faremo dopo, ma lasciami dormire un altro po'.
- Va bene - concede, annuendo. - Fra poco preparo il pranzo - aggiunge.
- Sì, come ti pare - borbotta Tony, già sprofondando il viso nel cuscino.
- A dopo, Tony... A dopo, Reattore - aggiunge dopo qualche secondo, in tono più basso, camminando all'indietro con un'espressione affranta.
- Cos... ? E' un dannato reattore, Joe! - esclama Tony, stringendo i denti.
I rumori metallici si affievoliscono giù per le scale, lenti e, in qualche modo, tristi.
- Tony? Tony, non dirmi che sei ancora a letto! - tuona all'improvviso una voce femminile e decisa, quasi materna nella propria durezza. Per tutta risposta sente dei passi meccanici avvicinarsi in fretta, e poco dopo compare davanti a lei la figura snella con tanto di poncho di Joe. Sulle prime rimane sorpresa - l'ha addirittura tenuto in casa? Pensava fosse solo un passatempo, tanto per ripararlo e poi buttarlo via di nuovo, non sarebbe la prima volta - ma poi assume di nuovo la sua espressione da manager, fredda e distaccata.
- Robot...
- Mi chiamo Joe - la interrompe subito, guardandola di sottecchi.
- Joe - riprende lei, sospirando lievemente per l'impazienza. - Dov'è Tony?
- A letto con Reattore - risponde il mecha, annuendo. - Ma non vuole essere disturbato - aggiunge, stizzito.
Pepper rotea gli occhi, sospirando.
- Lo faceva anche con Jarvis, i primi tempi. Sono le dieci, dovrebbe essere in piedi da ore, aveva appuntamento col Vicepresidente oggi! - risponde, alzando gradualmente la voce. - Non ci si può mai fidare di Tony, mai! - riprende, dirigendosi verso le scale e salendo i gradini in fretta. - E dice di essere diventato una persona seria! Parola mia, se non fosse per me lo scambierebbero per un portatore di Asperger o di un disadattato sociale o che diavolo ne so io! E poi guai a chiedergli di alzarsi per appuntamenti importanti, quell'uomo mi porterà sulla crisi di nervi... - continua a blaterare, salendo le scale. Per qualche secondo Joe rimane imbambolato lì dov'era, poi ricorda che Reattore è lì di sopra, e decide che non può perdersi un'occasione per rivederlo, quindi segue Pepper che, in dieci secondi, è già riuscita a far alzare Tony. Il quale si lamenta vestendosi passivamente - ergo facendosi praticamente vestire da lei.
- Pep, non puoi spost...
- Non se ne parla neanche, Tony, non mi farai fare brutta figura coi miei colleghi!
Da metà rampa, Joe riesce ad intravedere il reattore, lasciandosi sfuggire un sospiro. E si avvicina cautamente alla coppia di umani.
- Posso fare qualcosa? - interviene timidamente e sì, nel momento peggiore.
- No! Joe, vai giù e... Prepara il pranzo. Qui ci vorrà un pò. Tony, sei impresentabile, ma non ti vergogni mai?
- Se me ne fregasse qualcosa di quello che pensa il Vicepresidente... O qualsiasi leccapiedi annesso...
Pepper scuote la testa, sospirando.
- Almeno sarai civile, dato che arriviamo in ritardo? E sì, escludo anche sarcasmo malcelato ed atteggiamenti aggressivi. Dio, non dimenticherò mai...
- Va bene, va bene, sarò buono e bravo, okay? - esclama Tony, infilandosi i pantaloni. Joe registra, come nota casuale, che Pepper non è minimamente scandalizzata dall'aver visto Tony in boxer e canottiera.
- Sarà meglio - risponde lei, risoluta.
Joe, del tutto estraneo a questi scambi, non può far altro che scendere di nuovo, rintanandosi in cucina e ripensando alla sua nuova cotta.
Reattore si è accorto di lui? Si esprimerà mai? Ma soprattutto, gli concederà un pò della sua energia?
Da quando si è rotto ha anche perso la propria autonomia, e la corrente elettrica della casa è troppo debole per ricaricarlo in breve tempo, tanto che per farlo la notte prima ci sono volute sette ore. E se Tony avesse bisogno di aiuto subito e Joe fosse scarico? Per esempio, se Tony avesse bisogno di abbinare fiori diversi in un mazzo e non avesse voglia di chiamare un fioraio? No, ha assolutamente bisogno di Reattore.
Mentre pensa tutto questo, ascolta le voci concitate dei due fidanzati al piano superiore, che al momento stanno discutendo sulla presunta utilità della cravatta ad un incontro ufficiale. E poi di Joe. Che, convenientemente, si focalizza sull'ascoltare la conversazione.
- Comunque quel robot ha qualcosa di strano - dice Pepper, sistemandogli il colletto.
- Dici? A me non pare.
Ovviamente, Tony mente. Sa benissimo quanto Joe sia inquietante, ne ha avute di esperienze di prima mano. Ma non gli piace che Pepper si preoccupi per lui, e poi seriamente, quale persona adulta ha paura di un robot? Ma decide di tenere queste preoccupazioni per sé.
- Sì! Insomma, hai notato lo sguardo che ha? Sembra... Un maniaco!
- Non dire stupidaggini, Pepper. Mi dà una mano, cucina per me, è adorabile.
- Sai, secondo me è psicopatico.
- Pepper, è un robot! I robot non hanno turbe mentali, te l'assicuro!
- Comunque mi inquieta lo stesso.
- Come ti pare, comunque lui resta qui - conclude Tony, scendendo le scale in fretta mentre Joe sta fingendo di tenere d'occhio il forno. Sul suo viso, non si vede, ma c'è un largo sorriso soddisfatto.
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