Titolo: My friend of misery
Fandom: Rise of the Guardians - Le Cinque Leggende
Genere: fluff, introspettivo
Avvertimenti: sequel, what if?
Parole: 897
Note: Scritta per il COW-T3 d
maridichallenge, per la prima missione, con prompt "pelle" (usato parecchio alla larga, ma la parola è nella fic, quindi suppongo vada bene? XDD). L'ispirazione mi è venuta da uno sgorbio che ho fatto in pannolenci, che avrebbe dovuto essere Pitch ma è uscito come un mix di baby!Slenderman e Voldemort. Ugh. E niente, mi sono chiesta "e se Pitch dopo gli eventi del film fosse diventato un cosino minuscolo come Rabbit era diventato piccolissimo nel film? E niente, è uscita questa. XD
Jack Frost osserva la neve ondeggiare nell'aria come fosse un gruppo innumerevole di ballerine, ed il vento è talmente sottile e dolce che sembra stia cantando una canzone per lui che cammina a piedi nudi producendo un suono piacevole e soddisfacente, senza sentire freddo. Dopotutto, lui è lo spirito del gelo, ed i bambini sanno che lui esiste, e la solitudine non è più un problema. È proprio mentre pensa a quanto il tempo sia bello oggi che trova la voglia di fare visita al buco sotto il letto di Pitch. L'idea non lo ha mai sfiorato per anni, soprattutto perché troppo occupato a ghiacciare l'acqua, a giocare coi ragazzini e a fare scherzi alle persone. Scherzi che finiscono sempre in risate, ha notato.
Con un tocco della mano nel terreno, il buco profondo ed oscuro diventa un tunnel di ghiaccio, e Jack ride spensierato nello scivolare giù con lo stomaco che protesta, ma solo per pochi secondi. La caduta finisce con una rotolata rovinosa, ma Jack riesce a mettersi in piedi con facilità, ripulendosi la felpa. «Pitch?»
La sua voce riecheggia brevemente, suggerendogli che il tunnel sia dopotutto breve e limitato. Si guarda attorno, all'interno del cerchio di luce fredda emanata dall'uscita sopra di lui. «Pitch?» Ripete, grattandosi la testa. «Pitch, sono venuto a vedere come stai». Si aspetterebbe una risposta sarcastica di qualche tipo, ma l'unico suono che sente è quello del silenzio, che sembra essere l'unico abitante del luogo.
Dopo qualche minuto di attesa può tendere le orecchie e sentire un tap-tap flebile sul terreno, ma guardandosi attorno non scorge nulla. «Non ho cattive intenzioni, Pitch, sono venuto perché... Beh, so cosa vuol dire essere da soli e ignorati, ed ho pensato che magari avresti apprezzato un po' di compagnia.»
Jack si dà mentalmente dello stupido dopo averlo detto, le sue intenzioni suonano così ingenue ed infantili...
Il suono di passi si ferma, e poco dopo Jack avverte il tocco di qualcosa sul suo piede, e guardando in basso vede qualcosa che proprio non si aspettava. Una creaturina grigia e nera dagli occhi dorati e grandi, senza altre caratteristiche visibili, gli restituisce uno sguardo così patetico che il Guardiano perde qualsiasi traccia di astio che avesse mai avuto per Pitch. Certo che quello è Pitch, ma l'essere stato divorato dalla paura stessa deve averlo reso uno spiritello inerme e deve averlo ridotto ad una forma di esistenza elementare rispetto all'inquietante spirito libero che era una volta. Jack si accovaccia, osservandolo più da vicino e notando che la pelle di Pitch ha assunto una consistenza quasi impalmabile, vicina alla non-esistenza totale. Avvicina una mano a quello che una volta era Pitch, avvicinandolo al proprio viso. La creaturina si siede sul palmo della sua mano, sconsolata, guardandolo negli occhi stavolta in modo desideroso. Anche Jack si siede sul terreno nudo, accarezzato dalla luce così lontana che Pitch ora guarda con completa meraviglia, speranzoso. «Vuoi uscire da questo buco, eh?» Gli chiede Jack, sorridendo con un po' di tristezza. Gli occhi di Pitch tornano nei suoi e gli rivolgono un'occhiata disperata prima di abbassarsi sulla sua mano.
«In realtà credo che ti sia andata peggio di quanto sia mai andata a me» Commenta Jack, sospirando. Vedere Pitch in quelle condizioni gli provoca un forte dispiacere, indipendentemente dal fatto che in passato siano stati nemici. Ma in fondo i desideri dell'ex signore della Paura erano legittimi, riflette. Erano umani, e Jack sa che se fosse stato al suo posto avrebbe probabilmente agito allo stesso modo, o quasi. «Hai bisogno di aiuto?» Aggiunge, dubitante.
Pitch guarda in alto, muto, scuotendo le spalle.
«Forse vorresti vedere un po' il mondo fuori? Scommetto che qui dentro non c'è tanto da fare» Dice Jack, sorridendo lievemente. Pitch non risponde in nessun modo, ma resta seduto sul suo palmo.
Se i Guardiani hanno un minimo di compassione, pensa Jack, non avranno nulla contro l'aiutare Pitch. E comunque, si dice, non ho firmato nessun contratto per obbedire a quello che vogliono loro.
Un venticello scende lungo il tunnel di ghiaccio e solleva entrambi verso la luce, ed una volta fuori Pitch deve strofinarsi gli occhi per poter assimilare tutta quella luce. Jack lo guarda e prende a fluttuare nel vento invernale riparandolo con una mano dal freddo, ma Pitch non sembra infastidito quanto nostalgico. Jack nota i suoi tentativi di evocare delle ombre, ma il suo potere è così ridotto che non riesce a fare altro che produrre degli sbuffi di fumo nero fra le dita e sospirare con un suono buffo.
Jack ridacchia tristemente - la simpatia per Pitch ha già raggiunto il livello di empatia - e finisce per posarsi sul ramo di un albero. Pitch lo guarda a lungo prima di tendere le piccole braccia e saltare fino alla sua spalla, accoccolandosi sulla sua spalla, contro la pelle fredda del suo collo. Jack sbatte le palpebre, confuso e sorpreso, senza fare nulla.
«Avevi proprio bisogno di un po' di compagnia, tu.»
Pitch non risponde, ma la risposta è piuttosto evidente, ed il modo in cui si aggrappa alla pelle morbida di Jack lo rende fin troppo chiaro. Jack non sa se Pitch ha degli amici o se ne ha mai avuti - o se ha mai cercato di averne - ma in fondo non c'è nulla di male nel provare ad esserlo. Il vento ghiacciato soffia su di loro, che vigilano silenziosi su un bosco silenzioso.
Fandom: Rise of the Guardians - Le Cinque Leggende
Genere: fluff, introspettivo
Avvertimenti: sequel, what if?
Parole: 897
Note: Scritta per il COW-T3 d
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Jack Frost osserva la neve ondeggiare nell'aria come fosse un gruppo innumerevole di ballerine, ed il vento è talmente sottile e dolce che sembra stia cantando una canzone per lui che cammina a piedi nudi producendo un suono piacevole e soddisfacente, senza sentire freddo. Dopotutto, lui è lo spirito del gelo, ed i bambini sanno che lui esiste, e la solitudine non è più un problema. È proprio mentre pensa a quanto il tempo sia bello oggi che trova la voglia di fare visita al buco sotto il letto di Pitch. L'idea non lo ha mai sfiorato per anni, soprattutto perché troppo occupato a ghiacciare l'acqua, a giocare coi ragazzini e a fare scherzi alle persone. Scherzi che finiscono sempre in risate, ha notato.
Con un tocco della mano nel terreno, il buco profondo ed oscuro diventa un tunnel di ghiaccio, e Jack ride spensierato nello scivolare giù con lo stomaco che protesta, ma solo per pochi secondi. La caduta finisce con una rotolata rovinosa, ma Jack riesce a mettersi in piedi con facilità, ripulendosi la felpa. «Pitch?»
La sua voce riecheggia brevemente, suggerendogli che il tunnel sia dopotutto breve e limitato. Si guarda attorno, all'interno del cerchio di luce fredda emanata dall'uscita sopra di lui. «Pitch?» Ripete, grattandosi la testa. «Pitch, sono venuto a vedere come stai». Si aspetterebbe una risposta sarcastica di qualche tipo, ma l'unico suono che sente è quello del silenzio, che sembra essere l'unico abitante del luogo.
Dopo qualche minuto di attesa può tendere le orecchie e sentire un tap-tap flebile sul terreno, ma guardandosi attorno non scorge nulla. «Non ho cattive intenzioni, Pitch, sono venuto perché... Beh, so cosa vuol dire essere da soli e ignorati, ed ho pensato che magari avresti apprezzato un po' di compagnia.»
Jack si dà mentalmente dello stupido dopo averlo detto, le sue intenzioni suonano così ingenue ed infantili...
Il suono di passi si ferma, e poco dopo Jack avverte il tocco di qualcosa sul suo piede, e guardando in basso vede qualcosa che proprio non si aspettava. Una creaturina grigia e nera dagli occhi dorati e grandi, senza altre caratteristiche visibili, gli restituisce uno sguardo così patetico che il Guardiano perde qualsiasi traccia di astio che avesse mai avuto per Pitch. Certo che quello è Pitch, ma l'essere stato divorato dalla paura stessa deve averlo reso uno spiritello inerme e deve averlo ridotto ad una forma di esistenza elementare rispetto all'inquietante spirito libero che era una volta. Jack si accovaccia, osservandolo più da vicino e notando che la pelle di Pitch ha assunto una consistenza quasi impalmabile, vicina alla non-esistenza totale. Avvicina una mano a quello che una volta era Pitch, avvicinandolo al proprio viso. La creaturina si siede sul palmo della sua mano, sconsolata, guardandolo negli occhi stavolta in modo desideroso. Anche Jack si siede sul terreno nudo, accarezzato dalla luce così lontana che Pitch ora guarda con completa meraviglia, speranzoso. «Vuoi uscire da questo buco, eh?» Gli chiede Jack, sorridendo con un po' di tristezza. Gli occhi di Pitch tornano nei suoi e gli rivolgono un'occhiata disperata prima di abbassarsi sulla sua mano.
«In realtà credo che ti sia andata peggio di quanto sia mai andata a me» Commenta Jack, sospirando. Vedere Pitch in quelle condizioni gli provoca un forte dispiacere, indipendentemente dal fatto che in passato siano stati nemici. Ma in fondo i desideri dell'ex signore della Paura erano legittimi, riflette. Erano umani, e Jack sa che se fosse stato al suo posto avrebbe probabilmente agito allo stesso modo, o quasi. «Hai bisogno di aiuto?» Aggiunge, dubitante.
Pitch guarda in alto, muto, scuotendo le spalle.
«Forse vorresti vedere un po' il mondo fuori? Scommetto che qui dentro non c'è tanto da fare» Dice Jack, sorridendo lievemente. Pitch non risponde in nessun modo, ma resta seduto sul suo palmo.
Se i Guardiani hanno un minimo di compassione, pensa Jack, non avranno nulla contro l'aiutare Pitch. E comunque, si dice, non ho firmato nessun contratto per obbedire a quello che vogliono loro.
Un venticello scende lungo il tunnel di ghiaccio e solleva entrambi verso la luce, ed una volta fuori Pitch deve strofinarsi gli occhi per poter assimilare tutta quella luce. Jack lo guarda e prende a fluttuare nel vento invernale riparandolo con una mano dal freddo, ma Pitch non sembra infastidito quanto nostalgico. Jack nota i suoi tentativi di evocare delle ombre, ma il suo potere è così ridotto che non riesce a fare altro che produrre degli sbuffi di fumo nero fra le dita e sospirare con un suono buffo.
Jack ridacchia tristemente - la simpatia per Pitch ha già raggiunto il livello di empatia - e finisce per posarsi sul ramo di un albero. Pitch lo guarda a lungo prima di tendere le piccole braccia e saltare fino alla sua spalla, accoccolandosi sulla sua spalla, contro la pelle fredda del suo collo. Jack sbatte le palpebre, confuso e sorpreso, senza fare nulla.
«Avevi proprio bisogno di un po' di compagnia, tu.»
Pitch non risponde, ma la risposta è piuttosto evidente, ed il modo in cui si aggrappa alla pelle morbida di Jack lo rende fin troppo chiaro. Jack non sa se Pitch ha degli amici o se ne ha mai avuti - o se ha mai cercato di averne - ma in fondo non c'è nulla di male nel provare ad esserlo. Il vento ghiacciato soffia su di loro, che vigilano silenziosi su un bosco silenzioso.
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