Titolo: The road to home
Fandom: Glee
Personaggi: Dave Karofsky/Kurt Hummel
Genere: fluff
Avvertimenti: future!fic, what if?,
Parole: 815
Note: promptatami sempre dalla
im_apanda nel drabble meme (che è sempre aperto e dove potete sempre lasciarmi prompt *ammicc. (`・ω・´)” comunque mi mancava scrivere su sti due \(T∇T)/ e boh, è del fluffino da diabete, se non è la vostra cuppa tea vi consiglio di cercare nella tag di glee e cercare del poVno o altro XDDD si vede che pure io ho una idea fanon di Kurt che è idealizzatissima, vero? "XD
È il più grande errore che abbia fatto con Kurt dopo il bullismo di tanti anni fa. Ed è un errore molto più doloroso per entrambi in quanto sottile, quasi impercettibile, esploso come una mina anti-uomo, ed ha lasciato pezzi di loro sparsi nei loro luoghi, nella loro casa.
Kurt non si è mai fidato ciecamente di David, per dei motivi ovvi che fa male anche ammettere, e quando ha ottenuto una conferma dell'imperfezione nel suo uomo è stato come aver costruito un enorme castello di carte per poi vederlo crollare sotto un colpo d'aria mentre fuori imperversa il temporale. E poi c'è stata la calma, una calma triste e vibrante, nella quale si potevano percepire le vibrazioni di rabbia da una parte, di rabbia autodistruttiva dall'altra.
E quello dopo è stato un altro enorme errore, uno sbaglio talmente grave da ignorare qualsiasi legge del buonsenso o dello Stato, e di quell'errore David ricorda solo i il lavoro e poi i bicchieri, le risate stanche, gli occhi che imploravano riposo per un momento, e infine la strada che cambiava direzione all'improvviso, poi un forte dolore in tutto il corpo.
E la testa ora pulsa mentre rimette ordine negli eventi, mentre le conseguenze delle proprie azioni cadono come un blocco di cemento sui suoi polmoni, e infine apre gli occhi quando si rende conto che qualcosa - qualcuno - gli sta stringendo la mano.
Dopo qualche istante la paura, la vergogna ed il solito dolore lo inondano alla vista del ragazzo che non meritava di essere ferito, dell'uomo che ha idealizzato e del quale non si è mai sentito un pari. L'uomo con gli occhi lucidi che si avvicina e scoppia in lacrime e quello è il Kurt che ha conosciuto, le sue labbra sulla fronte premute con affetto potrebbero essere magiche per il modo in cui la percezione della sua presenza abbia immediatamente spinto via il dolore fisico. David si sente un bambino, un grosso, stupido, imbecille bambino che prova troppa vergogna per parlare, tutto il proprio corpo teso per i sensi di colpa. Kurt sente la stretta della sua mano farsi più rigida, e con le labbra si sposta giù lungo il naso per poi baciare piano le sue labbra, il respiro che solletica la guancia del suo grosso, stupido, imbecille e imperfetto compagno col quale avrà tempo di arrabbiarsi o di litigare o dal quale farsi ferire ancora perché è certo di ricordare che quando l'ospedale a New York lo ha chiamato non è stata una decisione molto difficile lasciare tutto ciò che stava facendo per prendere il primo aereo da Boston in cui si stava esibendo. E non è stato difficile comprendere che al momento contava di più la salute di uno che amava al di sopra del proprio orgoglio o della propria giustissima rabbia.
Vederlo salvo e - più o meno - sano è stato ciò che gli ha confermato di quanto ne sia valsa la pena, le lacrime di sollievo che sta versando sono le più dolci che abbia assaporato sulle proprie labbra mentre lascia piccoli baci sul viso di David, il quale confuso e sopraffatto non sa fare altro che cercare i suoi occhi per avere una conferma a ciò che ancora non riesce a credere.
«Non pensavo di rivederti...»
«Non hai il diritto di pensarlo, sono io quello a cui piace il drama» risponde subito Kurt, lo bacia di nuovo nonostante il cattivo sapore della bocca dell'altro, sorride appena ed anche se la ferita di tempo fa è ancora aperta forse c'è spazio per un altro tentativo.
«Mi dispiace» dice David, con la voce strozzata, prende la sua mano e bacia il suo palmo, preme le labbra sulla sua pelle, e quando sente le labbra di Kurt di nuovo sulla sua testa prende il coraggio di guardarlo di nuovo.
«È successo, ma è inutile parlarne ancora. So che sei pentito e so che sai che se mi tradisci di nuovo ti farò peggio di quanto tu non ti sia già fatto da solo» replica l'altro, in tono scherzoso, e David vorrebbe ridere ma la testa pulsa troppo per non farci più caso. «Mi sono rotto la testa?»
«Hanno detto che hai subito una piccola frattura, ma sei fortunato perché non ci sono danni permanenti. Quindi io e te siamo bloccati qui finché non guarirai, poi ti porterò a casa e faremo l'amore.»
Dave rabbrividisce piacevolmente, la mano che raggiunge la guancia di Kurt ed il pollice ruvido per il lavoro che accarezza il viso liscio in modo quasi sovrannaturale del suo uomo. E Kurt chiude gli occhi per un istante, spinge piano il viso contro la sua mano, si siede di nuovo e prende a raccontargli tutto del proprio tour.
Quando David si addormenta proprio nel mezzo di un aneddoto su Lady Gaga Kurt sta ancora parlando, e quando se ne accorge scuote la testa, chiama Rachel, le dice dolcemente che è tornato tutto come prima.
Fandom: Glee
Personaggi: Dave Karofsky/Kurt Hummel
Genere: fluff
Avvertimenti: future!fic, what if?,
Parole: 815
Note: promptatami sempre dalla
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È il più grande errore che abbia fatto con Kurt dopo il bullismo di tanti anni fa. Ed è un errore molto più doloroso per entrambi in quanto sottile, quasi impercettibile, esploso come una mina anti-uomo, ed ha lasciato pezzi di loro sparsi nei loro luoghi, nella loro casa.
Kurt non si è mai fidato ciecamente di David, per dei motivi ovvi che fa male anche ammettere, e quando ha ottenuto una conferma dell'imperfezione nel suo uomo è stato come aver costruito un enorme castello di carte per poi vederlo crollare sotto un colpo d'aria mentre fuori imperversa il temporale. E poi c'è stata la calma, una calma triste e vibrante, nella quale si potevano percepire le vibrazioni di rabbia da una parte, di rabbia autodistruttiva dall'altra.
E quello dopo è stato un altro enorme errore, uno sbaglio talmente grave da ignorare qualsiasi legge del buonsenso o dello Stato, e di quell'errore David ricorda solo i il lavoro e poi i bicchieri, le risate stanche, gli occhi che imploravano riposo per un momento, e infine la strada che cambiava direzione all'improvviso, poi un forte dolore in tutto il corpo.
E la testa ora pulsa mentre rimette ordine negli eventi, mentre le conseguenze delle proprie azioni cadono come un blocco di cemento sui suoi polmoni, e infine apre gli occhi quando si rende conto che qualcosa - qualcuno - gli sta stringendo la mano.
Dopo qualche istante la paura, la vergogna ed il solito dolore lo inondano alla vista del ragazzo che non meritava di essere ferito, dell'uomo che ha idealizzato e del quale non si è mai sentito un pari. L'uomo con gli occhi lucidi che si avvicina e scoppia in lacrime e quello è il Kurt che ha conosciuto, le sue labbra sulla fronte premute con affetto potrebbero essere magiche per il modo in cui la percezione della sua presenza abbia immediatamente spinto via il dolore fisico. David si sente un bambino, un grosso, stupido, imbecille bambino che prova troppa vergogna per parlare, tutto il proprio corpo teso per i sensi di colpa. Kurt sente la stretta della sua mano farsi più rigida, e con le labbra si sposta giù lungo il naso per poi baciare piano le sue labbra, il respiro che solletica la guancia del suo grosso, stupido, imbecille e imperfetto compagno col quale avrà tempo di arrabbiarsi o di litigare o dal quale farsi ferire ancora perché è certo di ricordare che quando l'ospedale a New York lo ha chiamato non è stata una decisione molto difficile lasciare tutto ciò che stava facendo per prendere il primo aereo da Boston in cui si stava esibendo. E non è stato difficile comprendere che al momento contava di più la salute di uno che amava al di sopra del proprio orgoglio o della propria giustissima rabbia.
Vederlo salvo e - più o meno - sano è stato ciò che gli ha confermato di quanto ne sia valsa la pena, le lacrime di sollievo che sta versando sono le più dolci che abbia assaporato sulle proprie labbra mentre lascia piccoli baci sul viso di David, il quale confuso e sopraffatto non sa fare altro che cercare i suoi occhi per avere una conferma a ciò che ancora non riesce a credere.
«Non pensavo di rivederti...»
«Non hai il diritto di pensarlo, sono io quello a cui piace il drama» risponde subito Kurt, lo bacia di nuovo nonostante il cattivo sapore della bocca dell'altro, sorride appena ed anche se la ferita di tempo fa è ancora aperta forse c'è spazio per un altro tentativo.
«Mi dispiace» dice David, con la voce strozzata, prende la sua mano e bacia il suo palmo, preme le labbra sulla sua pelle, e quando sente le labbra di Kurt di nuovo sulla sua testa prende il coraggio di guardarlo di nuovo.
«È successo, ma è inutile parlarne ancora. So che sei pentito e so che sai che se mi tradisci di nuovo ti farò peggio di quanto tu non ti sia già fatto da solo» replica l'altro, in tono scherzoso, e David vorrebbe ridere ma la testa pulsa troppo per non farci più caso. «Mi sono rotto la testa?»
«Hanno detto che hai subito una piccola frattura, ma sei fortunato perché non ci sono danni permanenti. Quindi io e te siamo bloccati qui finché non guarirai, poi ti porterò a casa e faremo l'amore.»
Dave rabbrividisce piacevolmente, la mano che raggiunge la guancia di Kurt ed il pollice ruvido per il lavoro che accarezza il viso liscio in modo quasi sovrannaturale del suo uomo. E Kurt chiude gli occhi per un istante, spinge piano il viso contro la sua mano, si siede di nuovo e prende a raccontargli tutto del proprio tour.
Quando David si addormenta proprio nel mezzo di un aneddoto su Lady Gaga Kurt sta ancora parlando, e quando se ne accorge scuote la testa, chiama Rachel, le dice dolcemente che è tornato tutto come prima.
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