Titolo: Playing The Angel
Fandom: Hannibal
Pairing: Will Graham/Hannibal Lecter
Rating: NC-30, tipo.
Genere: erotico, dark, wtf r u reading this 4
Avvertimenti: OOC palese, bloodplay, underage, AU, eccetera eccetera } Brutte Cose.
Parole: 1200
Note: io dico che è la roba più blanda nel suo essere badwrong che abbia mai scritto. L'hai voluto tu, Mika. u_u


È la quinta volta che il ragazzino, davvero troppo piccolo per avere quel tipo di problemi, varca la porta dell'ufficio elegante e sobrio del Dottor Lecter. Quest'ultimo dalla posizione rilassata e pensierosa si sporge in avanti, i gomiti sul tavolo, fissando subito gli occhi sulla figura piccola e magra, sui movimenti insoliti del piccolo Will Graham. Il ragazzino, testa bassa e rossore quasi perennemente presente come nuvole al tramonto sulle guance, alza lo sguardo fra i ricci lunghi e tondi, un'immagine perfetta di angioletto moro. Solo che nelle pupille più che innocenza c'è una sorta di tensione elettrica, tutto il suo corpo pare tendersi immediatamente alla presenza del Dottore.
Lecter se ne rende conto dalla prima volta che si sono incontrati, qualche settimana fa, quando Will ha espresso ad alta voce ed in tutta serietà il desiderio di cibarsi di loro. È sempre stato un bravo bambino, dicono i genitori, è stato come un fulmine a ciel sereno. E Lecter ha poi scoperto che questo desiderio poi si estende anche ai compagni di classe che Will fissa sempre con un placido senso di desiderio, l'acquolina in bocca, le narici che captano tutti i loro odori.
Will è solo dal primo giorno di scuola.
Non sappiamo come sia diventato così, hanno insistito i genitori, l'abbiamo educato così bene. Will non ha confermato né negato, ma piuttosto ha continuato a parlare di un singolo episodio di un po' di anni prima in cui ha assaggiato il proprio sangue, e gli è piaciuto così tanto da dargli la sua prima erezione. E la prima volta che si è masturbato pensava a ferite aperte grondanti sangue, qualcosa che Hannibal segretamente può capire.
«Buongiorno, Will» dice in tono tranquillo mentre il ragazzo siede sulla sedia imbottita di fronte alla scrivania, aggancia di nuovo lo sguardo a quello di Lecter. Si lecca le labbra e risponde con un cenno, rimanendo in silenzio.
«Ho sentito che oggi hai morso un compagno di classe.»
«Aveva un sapore terribile» Ridacchia il ragazzo cupamente, passandosi le dita fra i denti. Hannibal sorride appena, senza neanche dissimulare l'approvazione nei suoi confronti. Will beve le sue espressioni, il Dottore per lui è come un maestro, anche se non ne conosce il motivo.
«Non è socialmente accettabile, in ogni caso» Risponde lo psichiatra, appoggiandosi di nuovo contro la sedia.
«E se io le mordessi la gola, Dottore?» chiede Will, sbattendo le palpebre tranquillo. Un ringhio placido sale lungo la gola di Lecter, ma si limita a rimanere lì, intrappolato fra le corde vocali.
«Cosa otterresti, Will?»
«Il mio nome detto da lei...» sussurra l'altro, tendendosi sulla sedia come a cercare il suo odore. «Sa, con gli altri è come se lo mordessero, è come se... mancassero di rispetto al mio nome. Ma con lei... è come se il mio nome rotolasse sulla sua lingua, è come... un gioco» conclude, riaprendo gli occhi e rivolgendogli uno sguardo speranzoso ed allo stesso tempo malizioso. Lecter rimane in silenzio per qualche istante, per poi abbassare lo sguardo su una pila di fogli.
«I tuoi genitori mi hanno chiesto di farmi spiegare perché hai questa ossessione per la carne umana» ricomincia, guardandolo di nuovo.
Will si agita sulla sedia, lievemente irritato, mette su un broncio infantile e borbotta che non lo sa. «Mi piace e basta». E poi aggiunge, «vorrei che smettesse di mentire, perché lo so che lei è come me. So che apprezza il sapore della carne quanto me.»
Hannibal non si scompone, e se non altro assume un'espressione di professionale interesse. «Perché pensi questo?»
«Il suo modo di annusare l'aria quando qualcuno le passa accanto. Gli sguardi che ha per ogni persona, me compreso. E la notte sogno di essere mangiato da lei.»
Hannibal si rilassa del tutto, l'eccitazione fra le gambe che prende a pulsare piano mentre l'interesse per il singolare ragazzino sale nella sua mente. Poi osserva le mani di Will scendere fra le proprie gambe, mentre sussurra di aver sognato che il Dottor Lecter stava strappando pezzi di carne dalle sue cosce, di essere poi scomparso, e di essersi masturbato appena sveglio. Le guance tonde di Will prendono colore mentre confessa questo, come se stesse dichiarandosi a qualcuno di ben più adatto alla sua età. La luce negli occhi di Hannibal, comunque, è completamente benigna, e dopo qualche altro minuto di discussione si trasforma in qualcosa che ormai è già una prassi. Desiderio e voglia di assaggiare il suo piccolo apprendista. Gli piace pensare che sia piccolo anche di statura, la sera quando pensa a quel ragazzino le sue dimensioni diminuiscono nella mente, e gli sembra di provare sensazioni più imponenti mentre le dimensioni della sua idealizzazione si accorciano, tondeggiano, prendono forme più pure.
In realtà Will ha un fisico piuttosto tonico, acerbo e sulla via della maturazione. Questo pensiero per un momento riempie la stanza di odore di mele.
Come ogni volta l'incontro evolve fisicamente. La prima volta che Will è sceso sul bacino nudo di Lecter è stata la sensazione per lui più entusiasmante di una vita, meglio del sapore del sangue. Si è sentito dilaniato, come tagliato in due, e nel bruciore più intenso di tutti ha trovato una fonte di godimento, esattamente ciò che aspettava. Il dolore, soprattutto se acuto, ha sempre avuto questo effetto sul giovane Graham. Gli occhi scuri si chiudono, la fronte poggiata contro il mento di Lecter, la testa così vicina alla sua bocca. E mentre scende accogliendolo dentro il proprio piccolo corpo sospira come di liberazione, Lecter afferra con malagrazia i suoi fianchi, annusa il suo odore naturale sul collo, sulle spalle, poi con le mani decisamente grandi per il corpo di Will sale e tocca il suo petto, solletica il suo ventre e per un istante a Will scappa una risata dolce. E poi prende a muoversi su di lui, l'erezione che strofina contro la camicia di Lecter, che lo stringe a sé possessivo ma anche protettivo, e poi prende a mordere la pelle morbida della sua spalla. Will rilascia un gemito trattenuto così a lungo che sembravano anni, stringe le braccia attorno al collo del Dottore, si spinge contro di lui e tutto il suo corpo si scalda mentre Hannibal lo tocca, lo prende in mano, gioca con le dita sull'inguine del ragazzo che si limita a mordergli le labbra fino a farle arrossire e poi sanguinare, ed è a quel punto che, spingendosi con forza dentro di lui, Lecter prende possesso della sua bocca, lecca le labbra tenere, le succhia, gli fa assaggiare il sapore della propria lingua, si spinge attraverso la bocca e dentro di lui, le mani sempre strette attorno alle cosce o ai fianchi di Will.
Quando la sua camicia si bagna e sente il corpo del giovane pulsare attorno a lui per poi rilassarsi, il Dottore non è ancora venuto. Afferra le ciocche morbide dei capelli di Will, lecca le sue labbra insanguinate e mostra i canini aguzzi. Will risponde con un pigro sorriso dello stesso tipo, sa già cosa fare ma attende che sia Hannibal a dirglielo, come concordato.
«Fra le mie gambe, Will» chiede dolcemente, allargandole mentre Will scende dal suo corpo, inginocchiandosi e guardandolo dritto negli occhi, ancora.
Will Graham ha i capelli di un angelo. Hannibal li stringe fra le dita, mormorando il suo nome.