Fandom: Free!/K-On!
Personaggi: Makoto Tachibana, Haruka Nanase, Rei Ryugazaki/Nagisa Hazuki, Yui Hirasawa, Mugi Kotobuki, Ritsu Tainaka/Mio Akiyama, professoressa Miho.
Genere: commedia
Avvertimenti: Band!AU, crossover, what if?
Parole: 2766
Note: scritta per la terza missione della terza settimana del Summer!COW-T \o/ e also perché io e @AyaLawliet_FGI parlavamo di un crossover fra i due universi un paio di giorni fa e oh! guarda, il mix di eventi. XDDD comunque, di base l'universo di K-On è rimasto uguale. Cioè, praticamente, sono i personaggi di Free! ad aver subito tutti i cambiamenti. Quelli di K-On sono rimasti uguali. Non so se mi spiego. ...vabbè XD *coff* non l'ho ricontrollata perché lol r u srs c'ho il culo che mi pesa troppo per ste cose, e insomma vabbè, pigliatevela così com'è is all. *lascia la fic e fugge a guardare qualcosa* ah, e il titolo probabilmente non ha senso. Look at all the fucks I don't give. XD
Gli occhi profondi di Haruka passano velocemente attraverso la stanza, seguendo il guizzo bianco di una colomba fuori dalla finestra. I suoi occhi rimangono fissi sull'angolo in alto a sinistra, dov'è sparita la figura, immobili, come se sperassero di veder tornare l'uccello. In realtà, si è solo messo a fissare il vuoto, la vista fuori fuoco e la percezione del tempo cancellata. A volte è così, Haruka, si incanta a fissare dettagli irrilevanti attorno a sé, solo per prendere una pausa dall'estenuante vita normale. A svegliarlo è una pacca sulla spalla del suo migliore amico da almeno un secolo e mezzo, cioè Makoto, che dopotutto è abituato a vedere Haruka completamente fuori fase, ed a chiamarlo indietro nella realtà. Haruka, senza neanche scomporsi, lo guarda negli occhi con aria indifferente e rimane in silenzio, per poi guardare in basso e trovarsi in mano il proprio basso. Poi gli torna in mente tutto quanto. Giusto, la musica. Giusto, la battaglia delle band. Sospira, sfiora una delle corde del basso e quello lascia andare un lungo e basso gemito come di piacere. Sulle labbra di Haruka si forma un sorriso lieve come se avesse ritrovato la sua dimensione.
«Puoi ripetermi quando sarebbe la competizione?» chiede a Makoto, strofinandosi un occhio e poi tornando bruscamente alla realtà. Mentre Makoto gli rispiega per l'ennesima volta la faccenda della gara di band – che comunque è domani -, Haruka si perde di nuovo, stavolta nei suoni fluidi e potenti e pregnanti del proprio strumento. Makoto, a metà frase, tace e sospira pesantemente, lasciando finalmente perdere. «Cosa vuoi che ti dica... all'ultimo momento ti avvertirò.» Haruka risponde con un piatto grugnito, sedendosi e chiudendo gli occhi, per poi posare l'orecchio sul corpo del proprio basso mentre le dita continuano a posarsi e a toccare le corde: il suono che vibra nel suo orecchio è qualcosa che ha il potere di calmarlo.
Improvvisamente, dopo quelle che sembrano ore ma che ad Haruka sembravano più secondi, una voce allegra e giovane interrompe la sua solitudine.
«Haruka! Non pensavo di trovarti qui!» esclama Nagisa, sorridendo in ogni caso. Per la mano tiene Rei, il relitto di un uomo destinato a farsi trascinare ovunque dal proprio fidanzato. Gli occhi chiari squadrano Haruka, una figura quasi tragicamente sola, e poi guardano Rei, che restituisce lo sguardo con una sorta di frustrata indifferenza. «Beh, andrà benissimo anche qui» conclude Nagisa, mordendosi piano il labbro, afferrando il viso di Rei che però indietreggia lievemente. «Nagisa, sei pazzo?»
«Oh, dai, è solo Haruka, ormai ci sarà abituato.»
«A dire il vero no,» interviene Haruka, guardandoli e dimostrando di desiderare ardentemente che spariscano entrambi e che per una volta possa essere lasciato solo.
«In realtà noi dovremmo andare al club di musica leggera. Sai com'è, quella cosa alla quale ci siamo iscritti all'ultimo momento e che tu mi hai fisicamente costretto a--»
«Ah, va bene, non importa se non ti va» taglia Nagisa, guardandolo con uno sguardo simil-ferito. Rei sospira e rotea gli occhi, per poi piegarsi in avanti e stringere il corpo di Nagisa brevemente, lasciandogli un bacio leggero sulle labbra. «Dovrai fartelo bastare fino alla fine della giornata...»
Nagisa, completamente rosso sulle guance, lo guarda con gli occhi lucidi e sospira. «D'accordo...»
Haruka ha passato tutto il tempo con la testa inclinata all'indietro, gli occhi chiusi, come se sperasse che quei due se ne andassero presto e potesse rimanere solo. Ma ovviamente ormai conosce Nagisa da troppo tempo per illudersi, e con costante e pacato odio gli manda ondate di negatività attraverso gli occhi. Nagisa, totalmente felice ed eccitato da un milione di cose, lo guarda di rimando con limpida gioia.
Makoto osserva l'intera scena rilassato ed abbastanza divertito, ma quando il silenzio torna nella stanza assume un'aria risoluta. «Allora! Come dicevo ad Haruka...» pausa per guardare il diretto interessato con uno sguardo significativo. «Come dicevo ad Haruka, la gara delle band è domani. Ci troveremo contro la band di un'altra città, l'Hokago Tea Time. Sembra siano forti, sono andate in Inghilterra ed hanno suonato ad un festival di Londra, quindi sono rodate. Noi a quanti show siamo?»
«Sette» risponde Haruka incolore.
«Sette, esatto. Loro ne avranno fatti molti di più, quindi non mi aspetto di vincere.»
Il piccolo, maldestro discorso incontra solo occhiate passive. Specialmente, e ovviamente, da Haruka.
«Non dovevamo provare?» Chiede poi Nagisa, alzando un sopracciglio, andando a sedersi alla batteria. Rei si stiracchia, dimostrando tutta la propria altezza fisica e quindi sovrastando Haruka, che si limita a guardarlo in modo vagamente irritato. Makoto sospira, grattandosi la testa. «Sì, dovevamo provare. Forza, gente...»
Un paio di grugniti si alzano mentre Haruka si posiziona il più lontano possibile da Nagisa, accanto a Makoto, e guarda quest'ultimo. «Beh? Cominciamo?»
Makoto imbraccia la chitarra, una vecchia Fender nera, e si assicura con uno sguardo che tutti siano al loro posto. Rei al violino elettrico, Nagisa alla batteria, Haruka al basso. Dovrebbe essere tutto a posto.
«Un, due, tre, quattro!» inizia Nagisa.
Yui sospira e passa in rassegna tutte le sue amiche, per una volta con aria seria e determinata.
«Da quando abbiamo iniziato l'Hokago Tea Time abbiamo suonato tante volte...» inizia, in tono deciso, per poi far scivolare il tono di voce fino all'inudibile.
E mentre le altre aspettano spazientite una continuazione, Yui rimane a bocca spalancata, cercando un appiglio per continuare il discorso. Poi sembra che la sua testa faccia reset, e ricomincia. «Da quando abbiamo iniziato l'Hokago Tea Time abbiamo suonato tante volte... in locali... rinomati... e ci siamo fatte un nome... no?» Conclude, un sorriso largo come il mondo che abbraccia le sue amiche. Mio sospira, affranta, Mugi annuisce con aria persa mentre Ritsu si gratta la fronte, dei riccioli spettinati che sfuggono alla presa del cerchietto. «Il fatto è che con il college e tutto non ci siamo mai esercitate, Yui...» risponde, sospirando e guardando l'amica in modo quasi pietoso.
«Ma questa è un'ottima occasione! Insomma, saremo contro dei ragazzi del liceo! Cosa vuoi che siano capaci di fare contro di noi?» Protesta Yui, convinta e sicura, alzando un pugno al cielo.
«Azusa» risponde semplicemente Ritsu, giocando coi propri capelli.
Yui sbatte le palpebre e la osserva, stupita. «Beh, uhm... Azusa è una eccezione! E fra l'altro, l'avete sentita? Come stanno andando gli esami?» chiede poi, dimenticandosi completamente del motivo per cui le ha riunite, interrompendo una giornata di studio.
«Io l'ho sentita ieri! Dice che non ha problemi e che non vede l'ora di venire qui!» Risponde Mugi, sorridendo e alzando le sopracciglia folte e tonde verso il cielo. Yui si illumina, corre a prenderle le mani e da lì iniziano a parlare di Azusa, di tutte le cose che devono mostrarle, e soprattutto che dovranno ricominciare a prendere il tè insieme!
La chiacchierata fuori contesto si conclude con Ritsu che afferra Yui per un orecchio, e in una sequela di “ahi!” la trascina verso il loro nuovo angolo prove. Che somiglia un po' nostalgicamente alla vecchia sede del club K-On, con la finestra vicina alla batteria, vari scaffali intorno a loro, la porta a sinistra, e un tavolino graziosamente preparato per il tè davanti a loro. Proprio come ai vecchi tempi. Con l'unica variabile che questo non è il liceo, è il college, ed ovviamente non si può dare alla stanza una somiglianza totale con l'ambiente di qualche anno fa. Mio agita i capelli e li lega dietro la testa in una coda di cavallo, andando a recuperare il proprio basso nella felpa larga, gonna e leggings, per poi coprirsi la testa col cappuccio; Mugi con discrezione si posiziona dietro la tastiera, guardandosi attorno con aria svagata; Ritsu con i pantaloni strappati ed una camicia di flanella aperta quasi completamente sui seni – per il caldo – siede alla batteria. E Yui, felice, agita il ciuffo di capelli davanti agli occhi, con sguardo sicuro, la propria maglietta a stelline che sembra splendere alla luce del sole. «Facciamo... 'Fuwa Fuwa Time'?»
«Non lo so, quella mi sembra un po'... datata?»
«'Fude Pen'!»
«Ci manca Azusa.» Controbatte Mio, deglutendo.
«'Gohan wa--'» inizia Yui, saltellando sui piedi.
«Starai scherzando» risponde Ritsu immediatamente, piegando la testa.
Yui sospira, già un po' stanca e impigrita.
«'Curry Nochi Rice'!» Propone Mugi, alzando un braccio e sventolandolo nell'aria immobile, un'espressione decisa in viso. Yui la guarda per qualche secondo ed annuisce. «Va bene!»
«Abbiamo due canzoni... mi chiedevo se potessi cantare qualcosa anch'io...» quasi bisbiglia Mio, tirandosi il cappuccio più avanti per nascondersi. Yui si illumina e sorride, andandola ad abbracciare. «Allora 'Girls in Wonderland'!» Esclama Yui, guardandola negli occhi.
«In realtà... volevo provare con 'No, Thank You!'...»
Yui la osserva e sbatte le palpebre. «Non l'abbiamo mai provata...»
Mio poi la guarda negli occhi ed arrossisce appena. «Beh, ci voglio provare lo stesso.»
Yui rabbrividisce di eccitazione e sorride, saltellando di nuovo sulla punta dei piedi. «Bene, allora è deciso! Un salto nel nostro glorioso passato...»
«Non esageriamo...» borbotta Ritsu. «Comunque, vogliamo suonare? Io alle otto dovrei proprio andarmene.»
«Che noia.» dice Yui, sospirando e scrollando le spalle. «Okay, va bene,» dice, preparando le mani sul manico della chitarra. Guarda il sole del pomeriggio fuori dalla finestra, il mare lontano, pensando già al viaggio in treno verso la loro vecchia città.
«One, two, three, four!» Inizia Ritsu, sentendo immediatamente il ritmo prendere comando delle proprie mani.
Makoto sospira a fondo, le dita strette attorno alla cinghia della propria custodia con la chitarra, all'entrata del locale della battaglia delle band. “Morrison” c'è scritto a grandi lettere sull'insegna verde, viola e blu – a luce intermittente – ed i suoi occhi si colorano di ognuno dei tre colori mentre pulsano nella serata fresca. Tutti i loro strumenti sono già sistemati all'interno, lui è arrivato in ritardo per colpa di una discussione con la madre, ma finalmente è qui, e sorride cortesemente alla ragazza all'ingresso, specificando che fa parte della band. «Oh, sei in ritardo? Sbrigati, fra mezz'ora iniziamo!» Dice lei, alzando già la voce dietro la figura che scatta fra la piccola folla già assembrata davanti al piccolo palco, chi bevendo bibite chi chiacchierando.
«Finalmente!» Esclama Nagisa, perdendo immediatamente l'aria preoccupata. «Dov'eri?»
«Scusatemi tantissimo» ansima Makoto, inchinandosi appena. «Mia madre... una discussione... ve lo dico dopo» taglia corto, asciugandosi il sudore. «Che caldo...»
Haruka si avvicina, il basso stretto al proprio corpo, ed alza un sopracciglio. «Beh, sei pronto?»
«Dammi un minuto!» Protesta Makoto, accigliandosi, poi spintona scherzosamente Haruka. «Non eri tu quello che non voleva venire qui?»
Haruka l'osserva e si lascia andare ad un piccolo sorriso enigmatico.
Poi, proprio mentre stanno guadagnando concentrazione, la signorina Miho prorompe nella stanza senza nemmeno chiedersi se i ragazzi siano presentabili, e per fortuna lo sono. Insomma, c'è solo Nagisa con le mani quasi nei pantaloni di Rei, che neanche a dirlo lo spinge via immediatamente. La professoressa li guarda e scrolla le spalle, per poi rivolgersi a tutti con un sorriso. «Non preoccupatevi, andrà tutto bene!» e chiude subito la porta con un colpo secco.
«Certo, qualcosa di meno banale...?» Borbotta Rei, alzando gli occhi al cielo.
«Basta lamentele! Andiamo a vedere l'altro gruppo!» Propone Nagisa, chiaramente senza attendere alcun segno di assenso o diniego, Rei semplicemente si limita a seguirlo ancorato alla sua mano, con aria estremamente paziente.
La band di ragazze è... beh, se Makoto dovesse trovare una descrizione, sarebbe semplicemente “strana”. Il primo pezzo sembra qualcosa di scritto da una bambina di dieci anni, semplicemente, ed anche la voce della cantante è molto bambinesca. E poi la seconda è piena di energia, più matura, la voce più seducente nonostante l'altra cantante, sicura e precisa col basso quanto palesemente timida e insicura nel portamento, non sembri esattamente una idol con una personalità da palco. Sembrano, ecco, delle persone normali. Che si divertono. Makoto rimane colpito, prima di tutto dai contrasti che sembrano dare effettivamente vita al gruppo, e poi dalla positività dell'atmosfera, nel complesso. Le ragazzine, davanti a loro, esultano e strillano quando l'esibizione finisce, e dalla loro posizione possono percepire tutti e quattro la genuinità del suono, ma soprattutto quello che sembra il simbolo della band, cioè una enorme metafora culinaria.
Il sopracciglio di Haruka, nel frattempo, sembra sparito fra i suoi capelli, tanto si è alzato. E Makoto non riesce a capire se sia per l'impressione positiva o negativa, ma in qualsiasi caso ora tocca a loro, ed il fatto di essere nuovi e sconosciuti cade addosso a loro come un macigno. Tutti e quattro improvvisamente provano un nervosismo acutissimo, Rei arriva addirittura a tenersi la pancia, ripetendo che non lo può fare. Solo i bisbigli quieti di Nagisa finalmente lo convincono a salire sul palco.
Haruka è il primo a venire illuminato, lo sguardo improvvisamente acceso e quasi elettrico davanti al pubblico che immediatamente si converte in un gruppo di ragazze ululanti davanti alla perfezione fisica dei ragazzi. Nagisa ride e si agita sullo sgabello, agitando le braccia e cercando di farsi notare in tutti i modi.
«Ehm... non abbiamo un nome. Questa è Rage On.» Introduce con brevità Haruka, e prima che chiunque possa anche solo iniziare a chiedersi qualcosa Nagisa dà il ritmo, e l'aria si riempie di colori e sudore e voci mischiate a pura eccitazione.
Mio, Yui, Mugi e Ritsu osservano lo spettacolo a bocca aperta, quando ad un certo punto Mugi prorompe in un urletto entusiasta, fissando gli occhi su Makoto, il dolce Makoto, e Yui guarda Ritsu con un sorrisetto furbo sulle labbra, entrambe scoppiano in risatine.
Quando i ragazzi senza ancora un nome scendono dal palco sudati e soddisfatti, la prima cosa che Haruka avverte una volta tornato il solito sé sono le braccia di qualcuno che non conosce ed un profumo sottile di fragole al naso. «Bravissimi!» è la voce che strilla accanto al suo orecchio, e poi si accorge che tutti attorno a loro sono lievemente stupiti o meglio, imbarazzati. Ritsu prende Yui per il colletto, staccandola da Haruka. «Yui, non è educato!» Dice, accigliata, poi si avvicina ad Haruka ed alza un angolo della bocca, mentre tutti si dirigono dietro le quinte, scoppi di entusiasmo ad arricchire l'atmosfera. «Mi piace la tua voce.»
«G-grazie» replica Haruka, lanciandole giusto un'occhiata per poi guardare dritto davanti a sé.
«Oh, tu sei come Mio, vero?» Ride lei, prendendo la seconda per la mano e portandola verso di loro. «Se vi mettessimo insieme--»
«Smettila, Ritsu!» Interviene Mio, arrossendo e guardandola negli occhi.
«Cosa? Dicevo solo che visto che avete lo stesso caratt--» comincia Ritsu, un lampo di rabbia e di qualcos'altro di imprecisato in fondo agli occhi.
Le labbra sulle sue sanno di sale e da qualche parte nella sua bocca c'è anche qualcosa di fresco, come menta, ma non ha neanche il tempo di assaporarla. «A me piaci tu» dice Mio, lo sguardo più arrabbiato che imbarazzato o qualsiasi altra cosa ci si aspetterebbe da lei.
Ritsu si tocca le labbra, immediatamente lacrime che cominciano a formarsi attorno agli occhi. «Cosa...»
Confusa guarda di nuovo Mio, entrambe con le guance rosate per l'imbarazzo, soprattutto perché circondate da altre persone, metà delle quali non conoscono minimamente.
«Che bello, siete come noi!» Esclama Nagisa, sorridendo da un lato all'altro del viso. «Guardate!» Dice, prendendo di sprovvista Rei e afferrandogli il viso liscio e morbido, piantando le labbra sulle sue.
«Santoddio, Nagisa, se ci serviva dell'esibizionismo chiamavamo delle prostitute» sospira Haruka, roteando gli occhi.
«Sei una scocciatura, lo sai?» Ride Makoto, passandogli un braccio attorno alle spalle. «Comunque quello che volevo dirvi... è che siete brave, ecco.»
Mugi, completamente persa nell'osservare Makoto da ogni angolazione, salta davanti alle sue amiche e sorride, rispondendo: «anche voi! Siete bravissimi!»
Makoto sorride, arrossendo lievemente. «Beh, indipendentemente da chi vince... stavo pensando che ecco, noi qui non conosciamo nessuno, quindi...»
«Potremmo uscire? Ovviamente!» Risponde immediatamente Ritsu, la mano stretta in quella di Mio che, al momento, non riesce proprio a pensare a nulla tranne che Ricchan l'ha baciata. È giusto prendersi dei momenti per digerire la cosa. Molti momenti. Indefiniti momenti.
Sarà lo stupore completo, ma quando torna alla realtà si ritrova ad un joint di miso, senza la minima idea di come ci sia finita.
«Chi ha vinto?» è la prima cosa che chiede a Ritsu, che al momento si sta ingozzando, e quindi le ci vogliono svariati secondi prima di ricevere una risposta. Niente domande sul fatto che non abbia capito nulla su tutto ciò che sia successo dopo il loro bacio. Sembra normale, in qualche modo.
«Abbiamo deciso che non ci interessa, avevamo fame e abbiamo lasciato subito il posto.»
E come se improvvisamente non ne avesse abbastanza, di nuovo le loro labbra si incontrano ed i loro respiri solleticano la pelle, entrambe prendono a ridere con vari sapori nelle bocche ma sembra che non ci facciano proprio caso. Nagisa le guarda, rapito, e poi una bottiglia che si stappa per sbaglio fa un gran rumore interrompendo tutti.
Persino Haruka scoppia a ridere, in quel momento.