Titolo: Try a little tenderness
Personaggi: Rei Ryugazaki/Nagisa Hazuki
Rating: SAFE
Parole: 639
Note: prompt di
rain_elfwand
È di nuovo uno di quei pomeriggi. Quando Rei si presenta a casa Hazuki, il volto oscurato e nessun cenno di saluto a Nagisa. Appena lo vede, il più giovane capisce esattamente cos'è successo, e lo squadra dal basso incrociando le braccia col capo inclinato di lato, in atteggiamento vagamente ironico. "Il test?"
Rei annuisce, sbuffando, e lascia semplicemente cadere lo zaino accanto all'ingresso, perché quand'è così di malumore qualsiasi regola del galateo semplicemente viene dimenticata. Nagisa ridacchia piano, e sospira. "Forza, vieni su in camera mia, che... ti aiuto a studiare," annuncia in modo che si senta anche dalla cucina. I suoi genitori ancora non lo sanno. Prende la mano di Rei che nel frattempo ha recuperato di nuovo le sue cose, e con calma lo trascina nella sua stanza, immersa in un disordine che per un momento raggela Rei sulla porta, facendolo rabbrividire.
"Che fai? Vieni dentro!" lo esorta l'altro, alzando un sopracciglio.
"Nagisa-kun, tu sei cosciente della possibilità che qui dentro potrebbe esserci una legione di scarafaggi e che tu ci dorma assieme ogni notte? E... oh mio dio."
"Cosa? Smettila!" ride Nagisa. "È solo che stavo cercando un libro e non riuscivo a trovarlo."
"L'hai trovato?"
"Era nel mio zaino."
Rei alza gli occhi al cielo sospirando pesantemente, per poi ricordarsi che effettivamente lui dovrebbe essere di cattivo umore e inconsolabile. Nagisa chiude la porta e lo trascina con sé sul suo letto, incrociando le gambe sul materasso.
"Dài, dimmi."
Rei sospira, poggiando lo zaino e scuotendo la testa, per poi sdraiarsi e poggiarla sulle sue gambe, mentre Nagisa quasi per un automatismo acquisito prende a passargli le dita fra i capelli, ascoltando l'ultima rara disavventura in campo scolastico.
"... E insomma, io ci ho provato fino all'ultimo secondo prima che scadesse il termine per il test, ma credo sia andato malissimo..."
"Non ti preoccupare, Rei-chan. Dici sempre così, poi sei sempre quello con il risultato migliore!" risponde Nagisa, scombinandogli definitivamente i capelli. "E comunque anche se fosse un giudizio al di sotto della tua media non sarebbe una tragedia."
"Ma è una delusione per me!"
"Quanto sei musone, Rei-chan" sospira Nagisa, alzandosi di scatto - Rei protesta - e accoccolandosi accanto a lui. "Guarda che siamo solo al primo semestre, non è la fine del mondo."
"Certo, è facile da dire per te... a te non importa niente dei voti."
"Ovvio! L'importante è divertirsi!" Replica Nagisa, allargando un braccio per enfatizzare, il che fa scuotere la testa all'altro. "Secondo me se ti rilassassi un po' di più e dedicassi il giusto tempo allo studio e il resto al riposo o allo swim club, anche i risultati scolastici sarebbero migliori."
Rei sembra pensarci un po', e inavvertitamente le sue spalle si rilassano, così Nagisa coglie il segnale che stava aspettando per avvicinarsi col corpo, stringerlo a sé e prendere a baciargli il collo piano, suscitando nel più grande dei brividi piacevoli proprio sotto l'epidermide. La vicinanza di Nagisa pare avere, in modo assurdo, un effetto calmante quando Rei è agitato. Di solito non fa altro che innervosirlo. Dal collo Nagisa passa alla mandibola per tirare dritto fino alle labbra di Rei, con un sorriso malizioso. "Pensavo a come sarebbe se ci fossero lezioni sul sesso."
"Cosa?!" esclama Rei, arrossendo appena. Questo fa sorridere l'altro ragazzo, che di proposito si avvicina di più al suo corpo.
"Se ci fossero lezioni del genere io non sarei quello che ti sta seduto vicino senza capire un'acca... sarei quello che ti fa fare pratica tutto il giorno."
Il colorito di Rei prende una sfumatura così deliziosa che Nagisa non riesce a non sorridere, per poi abbracciarlo e buttare una gamba sopra le sue. "Sei così facile da far arrossire, Rei-chan."
L'altro sbatte le palpebre, il cuore che batte veloce come le ali di una farfalla, e poi scoppia a ridere, le labbra di nuovo sulle sue, e Nagisa canticchia trionfante. Anche oggi è riuscito a riportargli il buonumore.
Titolo: Filthy/Gorgeous
Personaggi: Rei Ryugazaki/Nagisa Hazuki
Rating: NSFW
Parole: 508
Note: prompt di
hicchan
Rei è piuttosto sicuro di odiarlo. No, peggio, Nagisa è disgustoso, orribile, una creatura diabolica, talmente perverso e semplicemente brutto che--
"Ah~" si lascia sfuggire fra le labbra, un suono passato per la gola, che ha accarezzato il suo palato, che ha rotolato sulla sua lingua e infine si è librato nell'aria con una spinta un po' troppo forte dei polmoni. Ha tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo, sentendosi ridicolo e allo stesso tempo come febbricitante, ma ora che li ha aperti l'istinto gli ha detto di guardare fra le sue gambe. E adesso lo vede, Nagisa chinato sul suo inguine, che ignora in maniera testarda il suo sesso nudo continuando a far correre le sue labbra e la lingua tutto attorno proprio all'unico posto che Rei sta pregando di sentirsi baciare. Non lo ha ancora ammesso, ma le sue gambe e piedi non hanno smesso di muoversi per minuti, tutto per cercare di resistere un po' più a lungo alla bocca diabolica e maligna di Nagisa. Che a dire il vero sembra divertirsi più di quanto non vorrebbe ammettere, a guardare il suo sesso eretto che ha ancora lasciato intoccato. "Nagisa-kun..." mormora, rivolgendo gli occhi al soffitto.
"Sì, Rei-chan?" risponde l'altro, la voce perfettamente controllata e riempita di miele, liquida e suadente. Nagisa dev'essere un demone o una creatura malvagia, per il modo in cui gli venga così facile ridurlo ad un budino senza raziocinio. E non dev'essere un bello spettacolo.
"N-Nagisa-kun" ripete, affondando le dita fra i suoi capelli. Ma il più giovane ride sulla sua coscia, lascia un'altra scia di baci, e risponde con la voce più innocente che può che non sa proprio cosa voglia dirgli. "Ti prego," arriva a dire Rei.
"Dimmi cosa vuoi," lo stuzzica l'altro, accarezzando piano il suo ventre.
"Usa la bocca, Nagisa-kun!" esclama infine, cercando di far sembrare la sua richiesta meno sconcia possibile.
Ma Nagisa rende qualsiasi tentativo inutile, perché dal momento in cui chiude le labbra attorno alla sua erezione, è Rei a lasciarsi andare in gemiti incontrollabili, più liquidi e perversi di quanto Nagisa si aspettasse. E quando spinge il bacino contro di lui, Nagisa si interrompe all'improvviso, tracciando un percorso con la punta della lingua dal suo ventre fino al collo, masturbandolo subito velocemente, anche solo per sentire i suoi gemiti più da vicino. Quando finalmente Rei viene, tutto il suo corpo trema lievemente e Nagisa sorride mentre stuzzica uno dei suoi capezzoli. Gli lascia un bacio apparentemente casto sulla guancia, toccandolo ancora e ascoltando ogni suo respiro, ogni strascico di gemiti che non ha ancora svuotato nell'aria. "Sei bellissimo, Rei-chan..." mormora, per poi guardarlo negli occhi. "Faresti lo stesso per me?"
Rei lo guarda negli occhi, ancora più rosso in viso, un miscuglio di sensazioni e pensieri perfettamente leggibili nella sua espressione. "N-no..."
L'espressione di Nagisa prende una sfumatura di delusione infantile, e poi si trasforma in un ghigno malizioso. "D'accordo, allora allarga le gambe per me, Rei-chan-san" propone lezioso, un dito che già cerca la fessura fra le sue natiche.
Rei annuisce a se stesso. Sì, lo odia di sicuro.
Titolo: But how can you say that someone's really bad when they do everything with a good heart?
Personaggi: Rin Matsuoka/Gou Matsuoka
Rating: NSFW
Parole: 1120
Note: prompt di anonimo
Gou non aveva mai pensato di trovarsi davvero in questa situazione. Mentre si guarda attorno nel bagno pieno di vapori e già abbastanza caldo per infilarsi sotto la doccia, guarda Rin e si morde il labbro per l'imbarazzo.
Quando è tornato dall'ospedale era tanto felice di ritrovarsi di nuovo a condividere le giornate col suo onii-chan senza dover entrare in una stanza asettica con altre vittime di incidenti. Però quando si è passati al lato pratico dell'avere un fratello appena sopravvissuto ad un trauma cranico non aveva calcolato che avrebbe dovuto sorvegliarlo in ogni momento, specialmente in bagno. Rin le aveva ripetuto mille volte che non serviva tenerlo d'occhio come un bambino, ma Gou aveva continuato a pensare a scene in cui l'avrebbe trovato nel box doccia con i punti alla testa rotti, svenuto, o peggio. La paura la immobilizzava ogni volta, le toglieva il respiro e le stringeva il cuore come la presa di un'anaconda. Perciò aveva insistito per fare la doccia assieme, anche se pure il pensiero di ritrovarsi nuda con lui la metteva a disagio per tantissimi motivi, alcuni dei quali cercava di mascherare con cose come 'fratelli e sorelle semplicemente non dovrebbero stare nudi nello stesso spazio'. Quando Rin prese a spogliarsi, in silenzio, cercò di guardare altrove, ma i suoi occhi non riuscivano a stare lontani da lui a lungo, e sapeva che quella sensazione di calore fra le cosce era sbagliata, che sentirsi eccitata in quel momento era terribilmente... sì, terribilmente sbagliato, ma poi all'improvviso vederlo nudo così com'era le sembrò in fondo niente di che. Le sembrò qualcosa di normale: quello era Rin senza vestiti, non cambiava poi molto rispetto a quando era vestito, era sempre il suo fratellone, no?
Rimaneva quella sensazione di attrazione nel ventre, nel cuore, nella testa, e non riusciva a mettere in silenzio le voci che le ripetevano quanto bello fosse. Quanto fosse attraente, il suo fratello. E poi le giunse la voce di Rin che bofonchiava: "Allora, vieni o no?"
Si rese conto che era ancora vestita e si chiese se in fondo non fosse sufficiente tenerlo d'occhio senza spogliarsi, ma notò anche che Rin aveva freddo nonostante l'acqua calda su di lui, lungo il suo corpo, sul collo, giù per il petto ed il ventre...
"Aspetta."
Gou decise che si era presa la responsibilità di lui in toto, e decise anche che voleva essere nuda con lui, per nessun motivo in particolare tranne il fatto che ne aveva voglia. Comunque non sarebbe potuto succedere niente, no? Rin non avrebbe fatto nulla. Lei nemmeno. Sarebbe andato tutto bene.
Rin la fissò guardingo quando entrò nel box doccia, chiudendo la porta scorrevole dietro di lei, e la fissò mentre si avvicinava e si copriva il seno con un braccio, i capelli sciolti e bagnati a circondarle il viso. Deglutì e si toccò la cicatrice sulla testa, chiedendosi se non fosse quella il motivo per cui improvvisamente si sentiva girare la testa. Gou prese una espressione allarmata. "Onii-chan?" mormorò, prendendogli il polso. "Ti senti bene?"
"Io... sì, sì, Kou" borbottò lui, ritraendosi come un riccio. Gou si rifiutò di lasciarlo andare. "Ti fa male? Vuoi uscire?"
"Ti ho detto di no!" gridò lui, fissandola negli occhi e sentendo il polso liberarsi dalla sua presa. Dove le sue dita l'avevano toccato sentiva un lieve formicolio. La sorella lo guardò ancora preoccupata, abituata ai suoi scoppi d'umore. "Allora cosa c'è?"
"Ogni tanto mi pulsa la cicatrice, è normale," dissimulò lui, scuotendo la testa. "Mi aiuti a lavarmi i capelli evitando... sai, lo shampoo nella ferita", perché nonostante avesse un grosso cerotto sulla testa il medico gli aveva raccomandato di non lavare la cicatrice per almeno una settimana. Gou annuì.
Però non aveva acconsentito esplicitamente alle mani di Rin che avevano preso come per una sorta di percorso naturale dalle sue mani alle braccia alle spalle per poi arrivarle ai seni. Ad un certo punto il limite fra i loro spazi personali si era confuso, era diventato la stessa cosa, lo spazio fra i loro corpi si era accorciato e le loro dita avevano preso a tracciare percorsi sempre più arditi, finché Gou non si era trovata intrappolata contro il muro, con i denti di Rin sulle spalle che la marchiavano di tracce rosse, le sue mani che afferravano i seni e la sua lingua che poi leniva il lieve dolore lasciato dai suoi morsi. Lo scroscio dell'acqua era continuo e placido, ma i gemiti di Gou ed i loro respiri contrastavano con l'immobilità dell'aria e spingevano il corpo di Rin contro di lei in un moto quasi aggressivo, perché Gou era sempre stata la sua sorellina, sua soltanto. Sollevò lo sguardo e baciò le sue guance rosse, annusò la sua pelle e senza una parola le baciò la bocca, dandole brividi che Gou non sapeva classificare. Il suo sapore era intenso, non aveva mai immaginato di sentire il suo respiro sulla guancia, non aveva mai pensato di sentire le mani di suo fratello sui suoi seni con così tanta insistenza. Se l'era aspettato fantasticando su Mikoshiba o Makoto o addirittura Haruka, ma queste circostanze erano ancora così inaspettate e impreviste e sbagliate e meravigliose che per un momento si accorse di starlo attirando contro di sé.
Rin le morse il labbro piano e la guardò negli occhi. Occhi uguali ai propri. Gou deglutì ed improvvisamente sentì il cuore e poi gli occhi pizzicare, lentamente alzò la mano e strofinò il dorso sulle labbra come a voler lavare via i suoi baci. Rin la guardò sbattendo le palpebre, iniziando a provare esattamente quello che provava lei.
"Ti prego, non dirlo a nessuno," sussurrò, stringendosi le sue mani al petto.
Gou scosse la testa, e scuotendola più forte finì per abbracciarlo, baciandogli il petto. "Onii-chan, non possiamo."
Rin guardò in basso verso la sua testa, sentendo i suoi seni premuti contro il corpo, e sospirò annuendo. "Lo so." Improvvisamente si sentì in colpa, la lasciò andare e la guardò mentre si ricopriva i seni con le braccia, di nuovo in modo pudico per quanto possibile, di nuovo costruendo una barriera fra loro. "Sto bene, puoi... puoi uscire."
"Va bene... chiamami se ti senti poco bene" rispose Gou, le lacrime sul punto di uscirle dagli occhi, e Rin non sapeva cosa fare.
Rin guardò in basso verso la propria erezione, col cuore pesante. Non voleva nemmeno toccarsi, ma finì per farlo per togliersi di dosso quella eccitazione che volente o nolente aveva preso il suo corpo.
Sapeva che Gou sarebbe tornata, per la doccia successiva, e per quella dopo, e anche quando non ci sarebbe più stato bisogno di supervisione. E sapeva anche che avrebbe cercato di impedirglielo per non rovinarla, ma che prima o poi avrebbero completamente distrutto i limiti fra loro, e quel giorno sarebbe cambiato tutto.
Titolo: Dancing Queen
Personaggi: Rin Matsuoka/Gou Matsuoka
Rating: SAFE
Parole: 414
Note: auto-prompt XD
È Domenica, Rin pensa aprendo un occhio e grugnendo, perché tutta questa confusione? L'unico giorno che può dormire...
La confusione è per l'esattezza una canzone in inglese che proviene dalla stanza accanto, quella di Gou, e deve ammettere che il ritmo è piacevole ma sono le otto di mattina! Di Domenica!
"Gou, mettiti le cuffie!" grida, premendosi il cuscino sulle orecchie.
"No, vieni con me!" sente rispondere dalla voce allegra della sorella. Rin si pente di essere tornato a dormire a casa dopo essersi riconciliato con lo swim club dell'Iwatobi, i suoi migliori amici. Non che gli manchi la presenza di Ai che lo controllerebbe anche se a fin di bene. A casa si sente più libero, ma l'altro lato della medaglia è la confusione che Gou crea attorno a sé. Troppa vitalità. Troppa per resistere. Si alza dal materasso, tutto irrigidito per il sonno, e si stiracchia sospirando. Dannazione anche alla musica.
Grattandosi la testa si affaccia alla camera tutta colorata della sorella e la guarda mentre si dimena per la stanza ballando come una furia, con un sorriso sulle labbra. Persino Rin lo trova uno spettacolo in fondo divertente e anche se Gou non balla benissimo è la sua gioia a renderla stupenda, e non è nemmeno un problema il fatto che la trovi bella in tutti quei sensi.
Sta battendo le mani a ritmo, Gou, e tutto il suo corpo si muove come posseduto, e Rin trova semplicemente naturale avvicinarsi e prenderle le mani, cosa che lei accoglie con un sorriso più largo, mettendosi a muovere le loro mani insieme. E nonostante la fame mattutina e l'imbarazzo che proverebbe in qualsiasi altra circostanza ora sono solo lui e Gou, e non c'è bisogno di fare a meno di divertirsi per darsi una immagine falsa. In meno di un minuto Rin si trova a ballare assieme a lei, lasciandola volteggiare attorno a lui, facendo parodie delle scene da film, stringendosela al petto e ascoltando le sue risate...
Anche se sudata Gou profuma di buono e riempie l'aria di buono e di urletti entusiasti, per un momento è come quando erano piccolini e giocavano assieme.
Quando la musica finisce, Rin la bacia sulla testa e la guarda sorridere, accorgendosi che entrambi stanno ansimando.
"Grazie, onii-chan" dice lei, abbracciandolo stretto a sé, come se non volesse mai lasciarlo andare, non dopo averlo visto tanto triste e solo per mesi. Rin sospira, lasciando scivolare quel bel momento su di sé senza cercare di trattenerlo.
"Hai fatto colazione?" chiede, guardandola.
"No..." ammette Gou, ridendo. "Andiamo."
Personaggi: Rei Ryugazaki/Nagisa Hazuki
Rating: SAFE
Parole: 639
Note: prompt di

È di nuovo uno di quei pomeriggi. Quando Rei si presenta a casa Hazuki, il volto oscurato e nessun cenno di saluto a Nagisa. Appena lo vede, il più giovane capisce esattamente cos'è successo, e lo squadra dal basso incrociando le braccia col capo inclinato di lato, in atteggiamento vagamente ironico. "Il test?"
Rei annuisce, sbuffando, e lascia semplicemente cadere lo zaino accanto all'ingresso, perché quand'è così di malumore qualsiasi regola del galateo semplicemente viene dimenticata. Nagisa ridacchia piano, e sospira. "Forza, vieni su in camera mia, che... ti aiuto a studiare," annuncia in modo che si senta anche dalla cucina. I suoi genitori ancora non lo sanno. Prende la mano di Rei che nel frattempo ha recuperato di nuovo le sue cose, e con calma lo trascina nella sua stanza, immersa in un disordine che per un momento raggela Rei sulla porta, facendolo rabbrividire.
"Che fai? Vieni dentro!" lo esorta l'altro, alzando un sopracciglio.
"Nagisa-kun, tu sei cosciente della possibilità che qui dentro potrebbe esserci una legione di scarafaggi e che tu ci dorma assieme ogni notte? E... oh mio dio."
"Cosa? Smettila!" ride Nagisa. "È solo che stavo cercando un libro e non riuscivo a trovarlo."
"L'hai trovato?"
"Era nel mio zaino."
Rei alza gli occhi al cielo sospirando pesantemente, per poi ricordarsi che effettivamente lui dovrebbe essere di cattivo umore e inconsolabile. Nagisa chiude la porta e lo trascina con sé sul suo letto, incrociando le gambe sul materasso.
"Dài, dimmi."
Rei sospira, poggiando lo zaino e scuotendo la testa, per poi sdraiarsi e poggiarla sulle sue gambe, mentre Nagisa quasi per un automatismo acquisito prende a passargli le dita fra i capelli, ascoltando l'ultima rara disavventura in campo scolastico.
"... E insomma, io ci ho provato fino all'ultimo secondo prima che scadesse il termine per il test, ma credo sia andato malissimo..."
"Non ti preoccupare, Rei-chan. Dici sempre così, poi sei sempre quello con il risultato migliore!" risponde Nagisa, scombinandogli definitivamente i capelli. "E comunque anche se fosse un giudizio al di sotto della tua media non sarebbe una tragedia."
"Ma è una delusione per me!"
"Quanto sei musone, Rei-chan" sospira Nagisa, alzandosi di scatto - Rei protesta - e accoccolandosi accanto a lui. "Guarda che siamo solo al primo semestre, non è la fine del mondo."
"Certo, è facile da dire per te... a te non importa niente dei voti."
"Ovvio! L'importante è divertirsi!" Replica Nagisa, allargando un braccio per enfatizzare, il che fa scuotere la testa all'altro. "Secondo me se ti rilassassi un po' di più e dedicassi il giusto tempo allo studio e il resto al riposo o allo swim club, anche i risultati scolastici sarebbero migliori."
Rei sembra pensarci un po', e inavvertitamente le sue spalle si rilassano, così Nagisa coglie il segnale che stava aspettando per avvicinarsi col corpo, stringerlo a sé e prendere a baciargli il collo piano, suscitando nel più grande dei brividi piacevoli proprio sotto l'epidermide. La vicinanza di Nagisa pare avere, in modo assurdo, un effetto calmante quando Rei è agitato. Di solito non fa altro che innervosirlo. Dal collo Nagisa passa alla mandibola per tirare dritto fino alle labbra di Rei, con un sorriso malizioso. "Pensavo a come sarebbe se ci fossero lezioni sul sesso."
"Cosa?!" esclama Rei, arrossendo appena. Questo fa sorridere l'altro ragazzo, che di proposito si avvicina di più al suo corpo.
"Se ci fossero lezioni del genere io non sarei quello che ti sta seduto vicino senza capire un'acca... sarei quello che ti fa fare pratica tutto il giorno."
Il colorito di Rei prende una sfumatura così deliziosa che Nagisa non riesce a non sorridere, per poi abbracciarlo e buttare una gamba sopra le sue. "Sei così facile da far arrossire, Rei-chan."
L'altro sbatte le palpebre, il cuore che batte veloce come le ali di una farfalla, e poi scoppia a ridere, le labbra di nuovo sulle sue, e Nagisa canticchia trionfante. Anche oggi è riuscito a riportargli il buonumore.
Titolo: Filthy/Gorgeous
Personaggi: Rei Ryugazaki/Nagisa Hazuki
Rating: NSFW
Parole: 508
Note: prompt di

Rei è piuttosto sicuro di odiarlo. No, peggio, Nagisa è disgustoso, orribile, una creatura diabolica, talmente perverso e semplicemente brutto che--
"Ah~" si lascia sfuggire fra le labbra, un suono passato per la gola, che ha accarezzato il suo palato, che ha rotolato sulla sua lingua e infine si è librato nell'aria con una spinta un po' troppo forte dei polmoni. Ha tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo, sentendosi ridicolo e allo stesso tempo come febbricitante, ma ora che li ha aperti l'istinto gli ha detto di guardare fra le sue gambe. E adesso lo vede, Nagisa chinato sul suo inguine, che ignora in maniera testarda il suo sesso nudo continuando a far correre le sue labbra e la lingua tutto attorno proprio all'unico posto che Rei sta pregando di sentirsi baciare. Non lo ha ancora ammesso, ma le sue gambe e piedi non hanno smesso di muoversi per minuti, tutto per cercare di resistere un po' più a lungo alla bocca diabolica e maligna di Nagisa. Che a dire il vero sembra divertirsi più di quanto non vorrebbe ammettere, a guardare il suo sesso eretto che ha ancora lasciato intoccato. "Nagisa-kun..." mormora, rivolgendo gli occhi al soffitto.
"Sì, Rei-chan?" risponde l'altro, la voce perfettamente controllata e riempita di miele, liquida e suadente. Nagisa dev'essere un demone o una creatura malvagia, per il modo in cui gli venga così facile ridurlo ad un budino senza raziocinio. E non dev'essere un bello spettacolo.
"N-Nagisa-kun" ripete, affondando le dita fra i suoi capelli. Ma il più giovane ride sulla sua coscia, lascia un'altra scia di baci, e risponde con la voce più innocente che può che non sa proprio cosa voglia dirgli. "Ti prego," arriva a dire Rei.
"Dimmi cosa vuoi," lo stuzzica l'altro, accarezzando piano il suo ventre.
"Usa la bocca, Nagisa-kun!" esclama infine, cercando di far sembrare la sua richiesta meno sconcia possibile.
Ma Nagisa rende qualsiasi tentativo inutile, perché dal momento in cui chiude le labbra attorno alla sua erezione, è Rei a lasciarsi andare in gemiti incontrollabili, più liquidi e perversi di quanto Nagisa si aspettasse. E quando spinge il bacino contro di lui, Nagisa si interrompe all'improvviso, tracciando un percorso con la punta della lingua dal suo ventre fino al collo, masturbandolo subito velocemente, anche solo per sentire i suoi gemiti più da vicino. Quando finalmente Rei viene, tutto il suo corpo trema lievemente e Nagisa sorride mentre stuzzica uno dei suoi capezzoli. Gli lascia un bacio apparentemente casto sulla guancia, toccandolo ancora e ascoltando ogni suo respiro, ogni strascico di gemiti che non ha ancora svuotato nell'aria. "Sei bellissimo, Rei-chan..." mormora, per poi guardarlo negli occhi. "Faresti lo stesso per me?"
Rei lo guarda negli occhi, ancora più rosso in viso, un miscuglio di sensazioni e pensieri perfettamente leggibili nella sua espressione. "N-no..."
L'espressione di Nagisa prende una sfumatura di delusione infantile, e poi si trasforma in un ghigno malizioso. "D'accordo, allora allarga le gambe per me, Rei-chan-san" propone lezioso, un dito che già cerca la fessura fra le sue natiche.
Rei annuisce a se stesso. Sì, lo odia di sicuro.
Titolo: But how can you say that someone's really bad when they do everything with a good heart?
Personaggi: Rin Matsuoka/Gou Matsuoka
Rating: NSFW
Parole: 1120
Note: prompt di anonimo
Gou non aveva mai pensato di trovarsi davvero in questa situazione. Mentre si guarda attorno nel bagno pieno di vapori e già abbastanza caldo per infilarsi sotto la doccia, guarda Rin e si morde il labbro per l'imbarazzo.
Quando è tornato dall'ospedale era tanto felice di ritrovarsi di nuovo a condividere le giornate col suo onii-chan senza dover entrare in una stanza asettica con altre vittime di incidenti. Però quando si è passati al lato pratico dell'avere un fratello appena sopravvissuto ad un trauma cranico non aveva calcolato che avrebbe dovuto sorvegliarlo in ogni momento, specialmente in bagno. Rin le aveva ripetuto mille volte che non serviva tenerlo d'occhio come un bambino, ma Gou aveva continuato a pensare a scene in cui l'avrebbe trovato nel box doccia con i punti alla testa rotti, svenuto, o peggio. La paura la immobilizzava ogni volta, le toglieva il respiro e le stringeva il cuore come la presa di un'anaconda. Perciò aveva insistito per fare la doccia assieme, anche se pure il pensiero di ritrovarsi nuda con lui la metteva a disagio per tantissimi motivi, alcuni dei quali cercava di mascherare con cose come 'fratelli e sorelle semplicemente non dovrebbero stare nudi nello stesso spazio'. Quando Rin prese a spogliarsi, in silenzio, cercò di guardare altrove, ma i suoi occhi non riuscivano a stare lontani da lui a lungo, e sapeva che quella sensazione di calore fra le cosce era sbagliata, che sentirsi eccitata in quel momento era terribilmente... sì, terribilmente sbagliato, ma poi all'improvviso vederlo nudo così com'era le sembrò in fondo niente di che. Le sembrò qualcosa di normale: quello era Rin senza vestiti, non cambiava poi molto rispetto a quando era vestito, era sempre il suo fratellone, no?
Rimaneva quella sensazione di attrazione nel ventre, nel cuore, nella testa, e non riusciva a mettere in silenzio le voci che le ripetevano quanto bello fosse. Quanto fosse attraente, il suo fratello. E poi le giunse la voce di Rin che bofonchiava: "Allora, vieni o no?"
Si rese conto che era ancora vestita e si chiese se in fondo non fosse sufficiente tenerlo d'occhio senza spogliarsi, ma notò anche che Rin aveva freddo nonostante l'acqua calda su di lui, lungo il suo corpo, sul collo, giù per il petto ed il ventre...
"Aspetta."
Gou decise che si era presa la responsibilità di lui in toto, e decise anche che voleva essere nuda con lui, per nessun motivo in particolare tranne il fatto che ne aveva voglia. Comunque non sarebbe potuto succedere niente, no? Rin non avrebbe fatto nulla. Lei nemmeno. Sarebbe andato tutto bene.
Rin la fissò guardingo quando entrò nel box doccia, chiudendo la porta scorrevole dietro di lei, e la fissò mentre si avvicinava e si copriva il seno con un braccio, i capelli sciolti e bagnati a circondarle il viso. Deglutì e si toccò la cicatrice sulla testa, chiedendosi se non fosse quella il motivo per cui improvvisamente si sentiva girare la testa. Gou prese una espressione allarmata. "Onii-chan?" mormorò, prendendogli il polso. "Ti senti bene?"
"Io... sì, sì, Kou" borbottò lui, ritraendosi come un riccio. Gou si rifiutò di lasciarlo andare. "Ti fa male? Vuoi uscire?"
"Ti ho detto di no!" gridò lui, fissandola negli occhi e sentendo il polso liberarsi dalla sua presa. Dove le sue dita l'avevano toccato sentiva un lieve formicolio. La sorella lo guardò ancora preoccupata, abituata ai suoi scoppi d'umore. "Allora cosa c'è?"
"Ogni tanto mi pulsa la cicatrice, è normale," dissimulò lui, scuotendo la testa. "Mi aiuti a lavarmi i capelli evitando... sai, lo shampoo nella ferita", perché nonostante avesse un grosso cerotto sulla testa il medico gli aveva raccomandato di non lavare la cicatrice per almeno una settimana. Gou annuì.
Però non aveva acconsentito esplicitamente alle mani di Rin che avevano preso come per una sorta di percorso naturale dalle sue mani alle braccia alle spalle per poi arrivarle ai seni. Ad un certo punto il limite fra i loro spazi personali si era confuso, era diventato la stessa cosa, lo spazio fra i loro corpi si era accorciato e le loro dita avevano preso a tracciare percorsi sempre più arditi, finché Gou non si era trovata intrappolata contro il muro, con i denti di Rin sulle spalle che la marchiavano di tracce rosse, le sue mani che afferravano i seni e la sua lingua che poi leniva il lieve dolore lasciato dai suoi morsi. Lo scroscio dell'acqua era continuo e placido, ma i gemiti di Gou ed i loro respiri contrastavano con l'immobilità dell'aria e spingevano il corpo di Rin contro di lei in un moto quasi aggressivo, perché Gou era sempre stata la sua sorellina, sua soltanto. Sollevò lo sguardo e baciò le sue guance rosse, annusò la sua pelle e senza una parola le baciò la bocca, dandole brividi che Gou non sapeva classificare. Il suo sapore era intenso, non aveva mai immaginato di sentire il suo respiro sulla guancia, non aveva mai pensato di sentire le mani di suo fratello sui suoi seni con così tanta insistenza. Se l'era aspettato fantasticando su Mikoshiba o Makoto o addirittura Haruka, ma queste circostanze erano ancora così inaspettate e impreviste e sbagliate e meravigliose che per un momento si accorse di starlo attirando contro di sé.
Rin le morse il labbro piano e la guardò negli occhi. Occhi uguali ai propri. Gou deglutì ed improvvisamente sentì il cuore e poi gli occhi pizzicare, lentamente alzò la mano e strofinò il dorso sulle labbra come a voler lavare via i suoi baci. Rin la guardò sbattendo le palpebre, iniziando a provare esattamente quello che provava lei.
"Ti prego, non dirlo a nessuno," sussurrò, stringendosi le sue mani al petto.
Gou scosse la testa, e scuotendola più forte finì per abbracciarlo, baciandogli il petto. "Onii-chan, non possiamo."
Rin guardò in basso verso la sua testa, sentendo i suoi seni premuti contro il corpo, e sospirò annuendo. "Lo so." Improvvisamente si sentì in colpa, la lasciò andare e la guardò mentre si ricopriva i seni con le braccia, di nuovo in modo pudico per quanto possibile, di nuovo costruendo una barriera fra loro. "Sto bene, puoi... puoi uscire."
"Va bene... chiamami se ti senti poco bene" rispose Gou, le lacrime sul punto di uscirle dagli occhi, e Rin non sapeva cosa fare.
Rin guardò in basso verso la propria erezione, col cuore pesante. Non voleva nemmeno toccarsi, ma finì per farlo per togliersi di dosso quella eccitazione che volente o nolente aveva preso il suo corpo.
Sapeva che Gou sarebbe tornata, per la doccia successiva, e per quella dopo, e anche quando non ci sarebbe più stato bisogno di supervisione. E sapeva anche che avrebbe cercato di impedirglielo per non rovinarla, ma che prima o poi avrebbero completamente distrutto i limiti fra loro, e quel giorno sarebbe cambiato tutto.
Titolo: Dancing Queen
Personaggi: Rin Matsuoka/Gou Matsuoka
Rating: SAFE
Parole: 414
Note: auto-prompt XD
È Domenica, Rin pensa aprendo un occhio e grugnendo, perché tutta questa confusione? L'unico giorno che può dormire...
La confusione è per l'esattezza una canzone in inglese che proviene dalla stanza accanto, quella di Gou, e deve ammettere che il ritmo è piacevole ma sono le otto di mattina! Di Domenica!
"Gou, mettiti le cuffie!" grida, premendosi il cuscino sulle orecchie.
"No, vieni con me!" sente rispondere dalla voce allegra della sorella. Rin si pente di essere tornato a dormire a casa dopo essersi riconciliato con lo swim club dell'Iwatobi, i suoi migliori amici. Non che gli manchi la presenza di Ai che lo controllerebbe anche se a fin di bene. A casa si sente più libero, ma l'altro lato della medaglia è la confusione che Gou crea attorno a sé. Troppa vitalità. Troppa per resistere. Si alza dal materasso, tutto irrigidito per il sonno, e si stiracchia sospirando. Dannazione anche alla musica.
Grattandosi la testa si affaccia alla camera tutta colorata della sorella e la guarda mentre si dimena per la stanza ballando come una furia, con un sorriso sulle labbra. Persino Rin lo trova uno spettacolo in fondo divertente e anche se Gou non balla benissimo è la sua gioia a renderla stupenda, e non è nemmeno un problema il fatto che la trovi bella in tutti quei sensi.
Sta battendo le mani a ritmo, Gou, e tutto il suo corpo si muove come posseduto, e Rin trova semplicemente naturale avvicinarsi e prenderle le mani, cosa che lei accoglie con un sorriso più largo, mettendosi a muovere le loro mani insieme. E nonostante la fame mattutina e l'imbarazzo che proverebbe in qualsiasi altra circostanza ora sono solo lui e Gou, e non c'è bisogno di fare a meno di divertirsi per darsi una immagine falsa. In meno di un minuto Rin si trova a ballare assieme a lei, lasciandola volteggiare attorno a lui, facendo parodie delle scene da film, stringendosela al petto e ascoltando le sue risate...
Anche se sudata Gou profuma di buono e riempie l'aria di buono e di urletti entusiasti, per un momento è come quando erano piccolini e giocavano assieme.
Quando la musica finisce, Rin la bacia sulla testa e la guarda sorridere, accorgendosi che entrambi stanno ansimando.
"Grazie, onii-chan" dice lei, abbracciandolo stretto a sé, come se non volesse mai lasciarlo andare, non dopo averlo visto tanto triste e solo per mesi. Rin sospira, lasciando scivolare quel bel momento su di sé senza cercare di trattenerlo.
"Hai fatto colazione?" chiede, guardandola.
"No..." ammette Gou, ridendo. "Andiamo."
Current Mood:
good

Current Music: Let's Have a Kiki - Scissor Sisters
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