Titolo: When the light is gone and the land is dark
Fandom: Rise of the Guardians
Personaggi: Jack Frost/Pitch Black
Genere: angst, porn
Avvertimento: non-con, tentacle, sequel
Parole: 1000
Note: scritta per il p0rnfest e per il COW-T di questa settimana (prompt: tempo, 1000 parole esatte). Fa schifissimo, perché è da tanto che non scrivo ed è da mesi che non ho minimamente voglia di farlo bene, quindi ecco, non leggetela nemmeno, fatemi il favore. :\


È rimasto a guardarlo dei lunghi, lunghissimi minuti. Immobile in un angolo della grotta che si è scelto come dimora fissa. È rimasto a guardarlo dormire, le sue labbra che si muovevano in quasi inaudibili sussurri di cui lui ha colto solo vaghe sillabe, sufficienti a far nascere un ghigno sulle sue labbra. Le occhiaie scure sotto gli occhi chiusi di Jack sono un segno che in realtà non è la prima volta che lo visita, l'unica differenza è che stanotte non sta insinuando incubi dietro le sue palpebre. Apparentemente, Jack sta facendo tutto da solo. E Pitch, il redivivo Signore degli Incubi, non solo è curioso di sapere a cosa si stia riferendo Jack quando mormora «no», è anche la sua voglia di parlarci e verificare quante persone credano ancora in lui. Si avvicina, silenzioso, fermandosi solo un momento e ghignando come la voce di Jack, flebile, diventa una coppia di sillabe con un senso compiuto. «Pitch» sta bofonchiando, agitandosi improvvisamente nel sonno, il suo fiato che diventa gelido e forma nuvolette bianche sopra di lui. Le sue gambe si muovono visibilmente sotto la coperta calda, così calda da farlo sudare. Pitch ridacchia piano, la sua figura che si espande e tenebre che prendono forma, come tenaglie o dita che fanno scendere la coperta dal corpo rannicchiato dello spirito del Gelo, scoprendolo al freddo che comunque pare non notare. In fondo, la sua grotta è congelata quasi subito quando Jack ha stabilito la sua insolita dimora lì.
Pitch rimane a guardarlo respirare, il petto che si alza e si abbassa ad un ritmo lievemente più veloce, i respiri che si fanno più pesanti come le estensioni di Pitch scorrono lungo il suo corpo, con gli stessi abiti di sempre. Si infilano sotto la felpa blu, scivolano sulla sua pelle bianca, solleticano i suoi fianchi facendolo contorcere su se stesso, la sua voce che ripete lo stesso nome più alta, il tono quasi piagnucolante. E Pitch sa esattamente cosa sta sognando, perché lo vede davanti a sé. Non ciò che sta accadendo, ma qualcosa di molto simile. Buffo come, apparentemente, Jack si sia messo a sognare cose come questa proprio in presenza di Pitch. Se lo svegliasse ora e glielo dicesse, Frost si sentirebbe nudo e allo scoperto. Il pensiero fa rabbrividire Pitch di eccitazione (dopo quello che gli hanno fatto lui ed i suoi amichetti, un po' di umiliazione se la merita). E la sua pelle liscia trasmette impulsi a Jack anche mentre dorme, facendogli cercare contatto con Pitch senza rendersene conto. Pitch si erige sopra di lui, l'ombra della sua presenza che sovrasta la figura dormiente del più giovane, la sua voce che continua a chiamarlo, forse involontariamente. Quando le sue ombre si moltiplicano e bloccano con malefica dolcezza i suoi polsi contro la pietra, Jack pare dare segni di risveglio, specialmente quando si sente toccato fra le cosce, così veementemente che i vecchi pantaloni premono e si stringono, scomodi, così come lui improvvisamente prende a cercare di liberarsi. Poi all'improvviso apre gli occhi, gemendo sorpreso di ritrovarsi in quella situazione: Pitch è tornato, lo ha imprigionato nel sonno, e le sue estremità scure, non esattamente solide ma nemmeno incorporee, che lo toccano e lo accarezzano senza che lui possa impedirlo. La sensazione inizia addirittura a farsi piacevole, e nel limbo fra il sonno e la completa coscienza dalle sue labbra ora scappa un gemito di piacere misto a frustrazione.
«Ti sono mancato, Jack Frost?» Sibila Pitch, divertito, osservandolo attentamente dal fondo dei suoi occhi dorati.
«Cosa ci fai qui, Pitch? Ti abbiamo sconfitto--»
«La paura, il cinismo e gli incubi non possono essere sconfitti, Jack. Io non posso essere sconfitto. E sono qui perché i tuoi incubi sono deliziosi. Non lo sapevo, pensavo che la cosa che temi di più sia un fuocherello.» Si prende il tempo di sogghignare, e poi aggiunge, «cosa stavi sognando, di preciso?»
«Non sono affari tuoi» risponde Jack, la gola improvvisamente chiusa. Non lo vuole ammettere, ed è difficile quando un organo che non usava da quando riesce a ricordare improvvisamente impazzisce, manda segnali che la sua coscienza non vuole accettare perché significherebbe che il suo corpo gradisce la visita di Pitch. E questo non lo può assolutamente ammettere.
«Ah, io penso di sì. Sono qui da qualche tempo, e ti ho sentito nominare il mio nome. Innumerevoli volte. Mi stavi sognando, Jack?» Lo stuzzica Pitch, sia con le parole che con i propri triangoli fatti di oscurità, ora stretti attorno ai polsi, alla vita e alla erezione che Jack non ha mai approvato. Non esplicitamente, comunque.
«No. Lasciami andare.»
«Hai una così bella voce quando pronunci il mio nome. Fallo di nuovo» riprende Pitch, ignorandolo e muovendosi più vicino a lui. «Dì il mio nome, Jack.»
Gli incubi si muovono su tutto il suo corpo, lo accarezzano, lo stuzzicano, prendono a sollevare il suo corpo riempiendo i pantaloni, e Pitch può sentire tutto come se lo stesse toccando con le proprie mani.
Jack geme, inarcando la schiena, come sente il pavimento staccarsi da lui, o forse è il suo corpo che si sta sollevando sotto la presa ferrea di Pitch.
«Come ci si sente, Jack? A svegliarsi così, senza alcuna via d'uscita, senza alcun controllo sulla situazione, le tue grida che cadono nel vuoto? Perché è giusto che provi queste cose anche tu, suppongo» riprende, chinandosi fino a guardarlo negli occhi chiari. «Come ci si sente, Jack?»
L'altro non risponde, ma il respiro gli si mozza in gola quando uno dei tentacoli si insinua nella sua fessura, con fin troppa facilità, arricciandosi dentro di lui.
«Umiliante, vero?» lo sente dire, mentre lo tocca nel modo più intimo e indesiderato che Jack possa immaginare, il suo corpo totalmente in balia di uno spirito che ha odiato troppo. Eppure l'odio non lo può fermare, non può fermare il suo corpo dal muoversi fuori controllo, e quando si sveglia - per davvero - sobbalzando e rabbrividendo, la prima cosa che vede sono intensi occhi dorati. E Pitch è ormai dentro di lui.
 
 
( Read comments )
Post a comment in response:
This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting