18 February 2016 @ 12:19 pm
Titolo: ritardo
Fandom: Originale
Personaggi: Ilaria, Andrea, Isabella, Ilaria
Genere: commedia
Avvertimenti: gen, dialetto veneto perché sì XD
Parole: 1143
Note: COW-T, settimana 4, M1, "benzina".


Isabella ha imparato a conoscere ogni anfratto ed espressione più ermetica dell'anima di Andrea. Ha imparato a discernere i movimenti delle sue mani, le rotazioni dei suoi occhi, ad associare ricordi e quindi reazioni al tono della sua voce. A saperlo prendere per il verso giusto nonostante la difficoltà delle situazioni. Nonostante il fatto che il carattere di Andrea sia davvero difficile e violento.
Suppone che il suo tono ora sia di stress, mescolato con rabbia e la sensazione di essersi arresi dalla nascita. Quest'ultimo sentimento è comune a tanti, è la stessa comica reazione di quando si preferisce ridere invece di piangere, ignorare invece di arrabbiarsi perché tanto è inutile. Con quel sentimento ci sono cresciuti. Un'altra parola che funziona per descrivere lo stato d'animo del momento è frustrazione.
"Cazzo," inizia brusco, sbattendo il pugno al centro del volante e facendo partire trombettate del clacson nel bel mezzo della fottuta campagna fredda e morta del Nord. "Cazzoooooo!"
"Andrea," Isabella comincia, nonostante la sua, di frustrazione, sia spiccata ai massimi storici. Sarà che con imprevisti simili è abituata ad averci a che fare. "Calma."
"Calma un cazzo, Dio p--," Andrea ricomincia, continuando a prendere il clacson a pugni e lasciando che siano quei tuoni alti, bruschi e fastidiosi ad esprimere la sua irritazione. "Dovremmo essere a Padova, e invece... cioè, guarda, non ho parole. Avevo fatto la revisione un mese fa! Un mese fa! E avevo appena fatto benzina!"
"Eh, vabbè, capita," Isabella tenta sapendo quanto sia inutile, ma continua il suo valoroso tentativo poggiando una mano sulla spalla dell'amico. E lui, ovviamente, si mette a fissarla con quei suoi occhi celesti, talmente chiari da sfiorare il bianco, e che probabilmente lo fanno sembrare ancora più folle di quanto non sembrerebbe normalmente.
"Capita? 'Capita'? Sticazzi che capita, non deve capitare, porca troia, gli faccio un culo così," ricomincia allargando le mani in dimostrazione di quanto gonfio sarà il didietro del suddetto meccanico, per poi poggiare la fronte sul volante e lasciando che il clacson suoni indefinitamente. Più gente lo sente, più gente si sveglierà a causa sua, più proverà una soddisfazione perversa, anche se non risolverà il problema del motore saltato per aria improvvisamente.
"Piuttosto, usciamo," Isabella dice, guardandosi attorno nel fumo bianco che sta iniziando a riempire la macchina e del quale Andrea non sembra curarsi.
"Gli faccio il culo al meccanico," Andrea sbotta per tutta risposta, prima di far scattare la maniglia della porta con rabbia, uscire con rabbia, sbattere la porta con rabbia e facendo echeggiare il rumore per il vuoto nebbioso che li circonda, e mettersi a marciare in mezzo ai campi con una sigaretta che già pende dalle labbra. Per far sfogare la rabbia. Isabella invece sfila il cellulare da una tasca della giacca, compone il numero di Ilaria e accoglie la sua, di sigaretta, con un sospiro di sollievo mentre il sangue ribolle.
"Oi, Ila, guarda che non lo so se facciamo in tempo a venire per la laurea di Ciba," dice, pronta a subire la rabbia della sua ex.
"Perché?" Quella risponde, col tono che si acuisce per l'isteria che, ovviamente, già l'assale. "Senti, lo so che ti sta sul culo e piuttosto di vederla laurearsi ti daresti fuoco--" Comincia, rabbiosa. La sua ex. La sua ex dal sangue caldissimo.
"No, è saltato il motore della Uno," Isabella spiega, intromettendosi fra le parole.
"Eh? Ma Andrea aveva fatto la revisione il mese scorso!" Ilaria strilla così forte che Isabella deve allontanare il cellulare dall'orecchio.
"Lo so," risponde, e poi sospira. "Vabbè, chiamo il meccanico."
"Magari fatti portare in centro e poi vieni in sede," Ilaria propone, in tono speranzoso, anche con un po' d'ansia.
Okay, forse è vero che un po' di gioia all'idea di non doversi sorbire la laurea della corrente fidanzata di Ilaria stesse osservando la situazione ridacchiando.
"Vedo," Isabella risponde secca, prima di chiudere la telefonata e comporre il numero dell'officina, accendendosi una sigaretta allo stesso tempo. La giornata è appena iniziata e siamo già tutti incazzati, ottimo.

"Scusali," Ilaria sussurra all'orecchio di Claudia, mentre quella sorride un po' spiazzata e li guarda arrivare alla festa dopo la laurea, spazzola il suo completo nuovo per pulirlo un po' da coriandoli e schiuma, e mentre i cori di "Dottore, Dottore, Dottore del buso del cul, vaffancul, vaffancul" risuonano in loop ma sempre più fievoli e sempre più ubriachi.
"Non fa niente, avete avuto un incidente!" Claudia risponde con uno squittio dolce ed un sorriso, nonostante arrivare in ritardo, per tutti loro, è un'onta sulla reputazione ed una vergogna intima.
"Quanto hai preso?" Isabella chiede, sudata per l'imbarazzo e per la corsa che si sono fatti da Prato della Valle, a quanto pare invano, dopo aver arraffato un passaggio e aver preso un autobus per il rotto della cuffia.
"Cento! Che poi vabbè, puntavo al centodieci, ma mi è salita un po' d'ansia..." Claudia comincia, agitando una mano con un risolino di sollievo. Andrea la guarda, e rotea gli occhi. Questa espressione significa qualcosa come "ma vaffanculo, prenditi il cazzo di cento e portatelo a casa e non fare la secchia."
"Ah, e vabbè, l'importante è che hai la laurea in mano," Isabella risponde fra i denti, con un sorriso larghissimo ed ovviamente sforzato, però Claudia non sembra accorgersene.
"Eh, sì! Comunque sono contenta di vederti! Anche tu! È da un pezzo che non ci vediamo, Aless--" Claudia inizia, ma tutti gli astanti si irrigidiscono. "Cioè... cioè, Andrea! Scusami!" Quella si corregge, toccandogli una spalla.
Andrea sospira, scuotendo la testa e finalmente, finalmente, mostrando un sorriso.
"Fa niente. C'è cibanza?" Risponde, accarezzandosi il ventre e guardandosi attorno palesemente affamato.
"Non abbiamo neanche fatto colazione," Isabella spiega, nascondendo la propria, di fame. "Adesso sembra che siamo venuti solo per mangiare...!"
Come se in fondo non si fosse appena risparmiata un'ora di Ilaria che guardava raggiante la sua ragazza mentre discuteva la tesi.
"No, no, va bene! Ho prenotato al sushi, tanto è a dieci minuti," Claudia risponde, con un sorriso smagliante.
"Ah, ma io pensavo fosse una roba veloce," Andrea borbotta, e Ilaria lo guarda con un sorriso. Un sorriso tesissimo. Un sorriso che significa, "chiudi quella cazzo di bocca o ti ficco una mazza spinata dritta su per il culo." È terrificante, e Andrea schiarisce la voce aggiungendo nervosamente, "beh, meglio, tanto abbiamo mangiato poco o niente. Vero, Isa?"
Isabella lo guarda a metà fra una risata e l'irritazione di venire trascinata nel mezzo di una brutta figura, ma annuisce.

"Raccontami come è successo esattamente," Ilaria chiede, con aria cospiratoria, avvicinandosi ai due migliori amici.
"Eh, mi sa che ho fatto qualcosa per sbaglio alla macchina ieri mentre pulivo il motore," Andrea ammette, abbassando lo sguardo. Isabella spalanca gli occhi e poi lo guarda senza parole, mentre l'altra lo fissa con gli occhi fuori dalle orbite, e poi esclama, "ma allora ti si un mona!"
 
 
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