05 April 2010 @ 07:47 pm
Love  
Titolo: Love
Personaggi: Robert, Susan, Indio
Genere: Triste, Introspettivo, Fluff
Note: Boh, a sto punto spiegatemelo voi perché faccio ste cose. Boh, davvero. Il titolo mi è sembrato il più appropriato. Mmmmmh, boh, qualcuno mi dica che sì, fa schifo, così torno alle mie p0rn che forse faccio meglio .-.


-Sono tuo padre, chiaro?
E subito dopo si blocca, solo un secondo per dirsi quanto sia banale una frase del genere. Sul genere: "Tu mi devi rispetto! Io mio padre...". Non può neanche dirgli che lui non lo insultava, suo padre. Una volta sentiva il sacrosanto diritto di farlo, ma ora che se lo sente fare a sua volta è completamente diverso. Dev'essere un teorema logico naturale, non rendersi conto delle cose finché non le si sente sulla propria pelle. Sul proprio cuore.
Come può dirgli che gli vuole bene?
-E allora? Che cazzo vuoi?- urla il ragazzo, alzando sempre di più la voce, contraendo tutti i muscoli del viso per mostrargli disprezzo.
E per la prima volta lui non sa come reagire. Di picchiarlo non se ne parla nemmeno. Non quando si sente in colpa. Non quando sa che, dopotutto, non può dire di essere stato coerente.
Ma deve provarci di nuovo, perché c'è troppo in gioco, da perdere.
-Cosa voglio? Che mi prometti che butterai via quella merda. Oggi! Hai capito?
Indio non risponde. Anzi, gli si dipinge sul viso un ghigno sarcastico e oscuro.
Quello che...quello che lui aveva quando gli altri cercavano di persuaderlo a smettere. Quando diceva loro la fatidica frase: "posso smettere quando voglio". Non può contestare. Non può dirgli di non fare qualcosa che lui da giovane ha fatto fino a sfinirsi e fino a sfinire gli altri di dolore, senza rendersene conto. O rendendosene conto, ma in un certo senso fregarsene.
Non credeva che proprio a lui sarebbe capitato di trovare suo figlio nello stesso errore idiota.
Lui ne è uscito, alla fine. Ma Indio...chi gli assicura che con lui non andrà diversamente? Perché pensare che prima o poi non finirà come il proprio Julian? Lui aveva evitato quell'epilogo, e ha spiegato mille volte a quel ragazzino quanto ci si senta felici senza. Gli ha raccontato troppe volte che cos'era riuscito a combinare quando era sballato. E "sballato" è un eufemismo ridicolo.
Ma Indio deve aver pensato che si preoccupava troppo, che a lui sarebbe andata diversamente, che anche se ci fosse caduto a sua volta, ne sarebbe uscito indenne, non come quel coglione del papà.
-Ah, ma per te non era merda, allora, vero?- lo sfida apertamente.
Robert per un momento sente chiaramente la nausea.
E' troppo.
Indio sa che sofferenza sia stata, sa che non dovrebbero nemmeno toccare l'argomento. Perché si, è facile parlarne a cuor leggero davanti a milioni di persone che non hanno idea di cosa hai passato, esattamente nello stesso contorto modo in cui è più facile dire cose intime a qualcuno che magari non puoi neanche vedere in faccia. A casa invece non si può fare a meno di restare feriti quando se ne parla.
Il suo sguardo si indurisce.
-Stai superando il limite, perché fra poco perdo il controllo, Indio.
Ovviamente non è vero. E' ancora abbastanza lontano dal perdere il controllo, è qualcosa che ha imparato con l'esperienza.
-Ooooh, che paura, me la sto facendo sotto.
Rivede sé stesso. La stessa propria spavalderia. E non la può sopportare.
-Indio, smettila.
-Perché? Perché tu hai potuto farti tutta la merda di questo mondo e io no? Ma quanto sei ipocrita, papà!!- aggiunge urlando, e corre di sopra in camera sua.
Silenzio, per un pò.
Robert è fermo, in piedi, in mezzo al salotto, e si copre gli occhi.
Che via d'uscita ci può essere?
Sedersi sul divano, è la prima cosa che gli viene in mente.
La testa fra le mani, l'angoscia che stringe come un cappio attorno al collo. Un cappio stretto, al collo, allo stomaco, alle mani, freddo.
Freddo.
Tanto freddo, tanto tanto...
La porta si apre, e la ventata di profumo femminile, familiare ormai da anni, lo avvolge quasi subito.
-Rob? Che succede?- mormora lei.
Lei. Quanto darebbe per poter esprimere cos'è lei. Cos'è stata, cos'è e cosa sarà, per sempre.
Se non ci fosse stata lei, probabilmente ora sarebbe un sacco di ossa abbandonato da qualche parte a Skid Row.
-Lo sapevi che Indio sniffa cocaina?- domanda a bruciapelo, perché non ha la forza di tergiversare.
Il silenzio che non risponde gli dice che no, non lo sapeva.
-Cosa?- sussurra lei, rimanendo immobile.
-Non so cosa fare.
-Rob...
Non vuole essere consolato come un ragazzino. Come quel ragazzino. Non vuole sentirsi dire nemmeno che non è colpa sua, perché probabilmente lo è, chissà?
Vuole che anche lei gli dica che l'unico responsabile non può che essere lui, perché è così che vanno le cose.
-Mi ricordo di quando era piccolo- dice improvvisamente con aria assente, fissando un punto imprecisato fra la tenda e la mensola con l'ultimo Golden Globe. -Mi ricordo di quando aveva appena cominciato a camminare e allungava le braccia verso di me, così- e imita il gesto. -E sorrideva...e sorridevo anch'io, perché, sai, ero convinto che lui...che stronzata. Che lui sarebbe stato meglio di me. No. Comunque, davvero, forse ha ragione, e credo che sia colpa mia.
Susan è rimasta ad ascoltarlo sentendo il magone crescere in gola e nello stomaco. Non lo può vedere così.
-Rob, non...
-Non dirmi che non è colpa mia, perché io alla sua età facevo le stesse cose, ma adesso capisco mia madre. Capisci?
Ride, nervoso.
Lei lo costringe a voltarsi verso di lei.
-Fà il padre. Vai a parlargli.
-Non mi ascolterà!- esclama, desiderando con tutto il cuore che non fosse così. -Insomma, cosa credi che abbia fatto finora?
Lei rimane di nuovo in silenzio.
-Sai dove tiene la roba?
-Sotto il letto, è da lì che l'ho tirata fuori. Il suo.
Susan annuisce. -Allora prendigliela. E buttala via. E abbraccialo.
Robert chiude gli occhi. Com'era semplice quando lui aveva solo otto anni e l'unica cosa che doveva vietargli erano le patatine in quantità industriali.
Per qualche minuto si fa confortare dai ricordi di quand'era piccolo e...
Si alza dal divano e sale le scale a due a due.
Un urlo di Indio.
Sembra che ci sia una colluttazione, e Susan si sta preoccupando. Che abbia bisogno di...
-Lasciami!
Lei sale le scale di corsa, preoccupata. E li trova lì. Indio si dibatte, nel suo abbraccio.
Non capisce, ancora, ma Susan sì.
Un abbraccio non risolverà il problema, ma in sé significa qualcosa.
 
 
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[identity profile] sualk-law.livejournal.com on April 5th, 2010 07:12 pm (UTC)
ricompongo un attimo le ideucce.
innanzitutto non ti permettere mai più di dire che non sai scrivere è.é
già per il fatto che tu abbia avuto l'idea di scrivere su una cosa del genere ti meriti un abbraccio, perchè è tanto facile scrivere di Jude e Robert e di quanto siano bravi a strusciarsi uno contro l'altro e a fare le peggio porcate u_u molto più difficile invece è trattare di un tema del genere (e l'hai già fatto, e io ti ho già detto che Whyn't mi è piaciuta tanto <3) e farlo con intelligenza. e anche il fatto che questa volta non sia Robert a vivere la dipendenza, ma che ne sia ugualmente spaventato, perchè anche se appartiene al passato suo figlio la sta riportando al presente. e probabilmente questo fa doppiamente male X|
comunque, Susan è come sempre il punto di riferimento, ed è proprio così che la immaginiamo tutti mi sa xD

Lei. Quanto darebbe per poter esprimere cos'è lei. Cos'è stata, cos'è e cosa sarà, per sempre. <<< mi è venuto un brivido sull'ultimo 'per sempre', non so perchè. e non so chi dei due sia stato più fortunato a incontrare l'altro *O*
e anche l'ultima immagine è bellissima, con Robert che abbraccia Indio e lui che ancora non capisce, e l'unica che invece sapeva sin dall'inizio cosa fare era Susan. awww<3

ecco. e adesso torna pure a scrivere le p0rn u__u
... scheeeerzo xD mwah, le devi scrivere entrambe, perchè tanto ti vengono bene comunque<33
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[identity profile] sere9.livejournal.com on April 6th, 2010 10:13 am (UTC)
ma ma ma ma ma è stupendaaaa!! voglio dire è davvero fantastica.. non osare mai più dire che non sai scrivere..
ti giuro che questa fic mi ha fatto commuovere... ho gli occhi lucidi.. mi sono immedesimata in robert, anche se non ho idea di come ci si possa sentire ad affrontare quella situazione..
e susan me la immagino proprio così, l'ancora di salvataggio per robert.. è anche e soprattutto merito suo, se robert adesso sta facendo film e non è come hai detto tu: un sacco di ossa abbandonato da qualche parte a Skid Row..
no davvero.. è veramente magnifica!! bravissima!!
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[identity profile] dodowdowney.livejournal.com on April 6th, 2010 05:11 pm (UTC)
Bella bella bella bella bella! Non so cos'altro dire...questa fiction trasuda emozioni incredibili da ogni parola...ho gli occhi lucidi anche io...meravigliosa,anche se spero che Rob non passi mai questa situazione,con Indio =)
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(Anonymous) on October 31st, 2010 08:56 pm (UTC)
Alla faccia...
Ok, non ho idea di come sia finita fin qui... credimi, non lo so, ma questa storia è... è... che ne so? Fenomenale! No, dico sul serio, non ci spendo troppe parole perché sarebbe superfluo e inutile. Ho ancora la pelle d'oca. Bello. Davvero. Bello. Non di co nient'altro. Una delle cose più coinvolgenti e toccanti che io abbia mai letto. Forse perché i rapporti padre figlio/a sono la mia tematica preferita in assoluto, chissà... bello. Davvero.

_Bina90_
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