Titolo: senza titolo
Fandom: Free!/Haikyuu!!/Kuroko No Basuke/Prince of Stride: Alternative
Personaggi: un po' di gente che non ho palle di listare
Genere: demenziale, parodia
Avvertimenti: AU, crack, crossover, non leggete pls mi vergogno tantissimo
Parole: 3406
Note: questa cosa non si merita un titolo perché è crossover becero e bruttissimo e non merita alcunissima considerazione, l'ho scritto solo per il COW-T, per prendermi un po' in giro e perché mi serviva qualcosa di ciccione, e non avevo voglia di impegnarmi su qualcosa che avesse un senso, quindi bon *droppa lammerda e si accascia*. COW-T6, 5 settimana, lezione settimanale, "promontorio".
Questo incontro sportivo che l'autrice si è appena inventata allo scopo di scrivere un crossover, organizzato su un promontorio a caso che le serve come prompt, è affollatissimo. Haruka non ha mai visto un posto così grande, un posto con così tanta gente ficcata tutta dentro, un posto dove la vita e l'eccitazione scorrano così veloci e così impossibili da controllare. Ce n'è troppa, è tutto troppo rumoroso, le voci sono troppo alte, la gente sorride troppo.
"Makoto, voglio tornare a casa," mugugna con la sua solita voce monotona, prendendo Makoto per la felpa. "Andiamo a casa, Makoto."
"Ma Haru, questo è il Meeting Nazionale Degli Anime Sportivi! Dobbiamo esserci!" Makoto protesta, guardandosi attorno con aria rapita.
Così tanti ragazzi. Così tanti visitatori. E così tanti posti dove gareggiare. C'è un circuito di atletica accanto ad un campo di calcio e uno di basket, fuori.
"E chi ha detto che dobbiamo esserci? Il nostro non è neanche un anime sportivo, praticamente."
"Haru-chan, Mako-chan! Guardate, c'è scritto che c'è un circuito per le gare di biciclette, lì!" Nagisa li interrompe squittendo, e poi prende a saltellare da un piede all'altro come un pazzo. Makoto lo guarda sorridendo, in quel modo che lo fa sembrare un ebete.
"Eh già."
"Qual è la prima gara?" Rei chiede, poggiando una mano sulla spalla di Nagisa per calmarlo, cosa nella quale incredibilmente succede. Di solito gli ci vuole un sonnifero per elefanti, per riuscire a placarlo.
"Allora, c'è del basket," Makoto risponde, accigliandosi. "Dai, che bello! Ho giocato a basket alle medie, lo sapete?"
"Sì, ma credo che il basket che giocano qui sia diverso. Hey, gente," Kisumi si intromette, tirandosi dietro almeno quattro persone fra cui Rin, Sousuke, Ai e Momo. "Però, Makoto, se vuoi possiamo andare a vedere la partita insieme," continua, facendogli l'occhiolino.
"Eh? Non so. Haru, vuoi venire a vedere la partita di basket?" Makoto chiede, prendendo l'amico per mano.
"No," Haruka risponde, con gli occhi stretti e lo sguardo vagamente minaccioso rivolto verso Kisumi, che però sembra ignorare il messaggio silenzioso che gli sta mandando. Qualcosa tipo: "se non la smetti di cercare di sedurre il mio uomo e rubarmelo ti strappo tutti i capelli, allora non ti lamenterai più di quando ti ho solo sparato acqua contro."
"Dai, Haru-chan, è il primo evento! Poi magari ci sarà altro da vedere, tipo la gara di nuoto! Qualcosa mi dice che sarà bellissimo, oggi!" Nagisa trilla, prendendo l'altra mano di Haruka che, sorprendentemente, viene convinto di più da questa argomentazione.
"Va bene," risponde, piatto, per poi lanciare un'altra occhiata a Kisumi che, però, è passato a molestare Sousuke assieme a Nagisa, mentre Rei prende a strillare che non si può arrampicarsi sulla gente, soprattutto non in mezzo alla folla, che non sta bene.
"Hazuki, chi ti ha detto che ti puoi appendere alla mia schiena?" Sousuke chiede infatti dopo appena qualche passo, con aria paziente ma anche con uno sguardo che mostra quanto velocemente si stia irritando.
Nagisa, con le braccia avvolte attorno al collo di Sousuke e le gambe strette attorno ai suoi fianchi, si limita a guardarlo stupefatto come se fosse una cosa normale, ma poi scoppia a ridere allegro.
"Beh, sei grande e forte abbastanza da reggermi!" Risponde, stringendosi con più forza a lui. Sousuke sospira, passando le mani sotto le sue ginocchia per reggerlo meglio, e Nagisa sorride tutto contento.
"Poi porti anche me?" Kisumi tenta, con un sorriso smagliante e gli occhioni che brillano speranzosi.
"No."
"Sousuke! Io ti conosco da più tempo! Non è giusto! Ho male ai piedi!" Kisumi prende a protestare in tono lamentoso.
"Kisumi..." Rin borbotta, tirandogli un braccio con un modo di fare che altri chiamerebbero 'geloso'.
"Kisumi, ci stanno guardando tutti," Makoto si aggiunge delicatamente, con un sorriso pieno di imbarazzo. "Oh! C'è del merchandise," riprende, forse sperando di distrarre tutti. I loro occhi vengono catturati da uno stand sul viottolo in mattoni bianchi che porta all'enorme edificio principale dove campeggia la scritta: "Sport al Coperto". Sul tavolino addobbato da coriandoli, bandierine e striscioni siedono comode comode delle palline morbide che svariate ragazze si stanno passando di mano in mano per sentirne la consistenza e poi squittire, mentre il venditore le osserva severo senza perdere d'occhio uno scambio, mentre tutti i ragazzi le ignorano, troppo presi a guardarsi l'un l'altro. E poi ci sono anche portachiavi, poster, hashi con palloni di vari sport, piccole palle di gomma che sembrano quelle da basket e pallavolo, e poi tante piccole action figure sulle quali Nagisa (sceso quasi subito dalla schiena di Sousuke dopo che quest'ultimo si è lamentato di un dolore alla spalla) e Rei si avventano immediatamente. Il primo per lamentarsi dei prezzi perché le desidera tutte, il secondo per pigolare sui dettagli.
"E questo chi è?" Haruka chiede, inaspettatamente attirato dagli stessi oggetti, rigirandosi fra le mani la action figure di qualcuno che sembrerebbe un pallavolista, osservando la forma fisica.
"Sembrerebbe un pallavolista," Rin osserva, con occhio critico.
"È Oikawa," Rei echeggia, dopo solo uno sguardo, con aria saccente. Si è studiato tutto il programma e sa tutto di tutti, lui.
"Per voi sarebbe Oikawa-sama," una voce li interrompe da dietro, facendo squittire un po' tutti tranne Haruka, che si volta con aria solo lievemente scocciata. Ma forse quella dev'essere solo la sua faccia, Tooru considera. Dopotutto, Kageyama ha quasi la stessa espressione, solo un po' più incazzata con l'universo. Che poi non è detto che lo sia, è appunto solo la sua faccia. La faccia di un kouhai rompipalle e insopportabile. Maledetto Kageyama.
"E voi sareste...?" Continua, mettendo le mani sui fianchi e guardandoli tutti dall'alto in basso, inclusi Makoto e Sousuke. Makoto è solo un centimetro più basso ma, dal modo in cui Oikawa lo guarda, sembrerebbe più piccolo di almeno mezzo metro.
"Siamo della Samezuka e Iwatobi!" Nagisa salta su, mettendosi a zampettare per farsi notare.
"Ah, quelli di nuoto!" Oikawa risponde, con un sorriso improvvisamente amichevole. "Non seguo, ma credo che qualcuno fra voi sia stato scelto per le Olimpiadi?"
"Presente," Rin risponde, con un ghigno fiero, passando un braccio attorno alle spalle di Haruka. "Assieme a questo qui."
"Beh, complimenti," Tooru ridacchia. "Quest'anno ci sono anche quelli dello Stride, vero?"
"Eh?" Makoto chiede, sbattendo le palpebre.
"Stride! È tipo parkour ma anche maratona," Tooru spiega, ma viene interrotto da una voce, o meglio da una mano che gli afferra l'orecchio iniziando a trascinarlo via con un borbottio di 'siamo in ritardo, Cretikawa, saluta le amichette'. "Ahia, mi fai male, Iwa-chan~"
E poi sparisce. Nagisa sbatte le palpebre, guardando la sua figura sparire fra la folla, e poi alza gli occhi su Makoto.
"Ritardo?"
"Immagino che la prima partita sia iniziata..." Makoto mormora, e poi si volta a guardare gli altri con un sorriso benevolente. "Andiamo a vedere?"
Quando arrivano, il palazzetto straborda di gente. Giusto Sousuke e Makoto vedono oltre la marea di teste, ma la narrazione del pubblico è abbastanza da sapere ciò che serve.
"Haru-chan, non vedo niente!" Nagisa si lamenta, saltellando mentre si regge su una delle spalle dell'amico.
"Nemmeno io," l'altro risponde in tono annoiato. "Dov'è l'acqua?"
"L'evento di nuoto è questo pomeriggio, adesso fa troppo freddo," Rei gli ricorda, gentilmente.
Vengono tutti interrotti da svariati 'oooh' e 'aaaah' del pubblico in reazione a qualsiasi cosa stia accadendo sul parquet, della quale sentono solo passi, i suoni del pallone che rimbalza e gli scivolii delle scarpe sul suolo. Tutti quanti guardano Sousuke e Makoto, che sono rimasti in silenzio perché assolutamente sconvolti da ciò che stanno vedendo.
"Aomine! Aomine l'ha fatto di nuovo!" Un astante commenta ad alta voce. "E la partita è appena iniziata."
"Chi ha fatto cosa? Chi è Aomine? Posso chiamarlo Aomine-chan?" Nagisa chiede, una domanda a saltello, incapace però di vedere oltre il muro di teste. "Odio essere basso."
"Non me lo dire," una voce acuta e amichevole risponde dalla fila davanti a lui, con un sorriso nonostante tutto a splendere sul viso contornato da capelli ginger. "Essere bassi è orribile!"
"Vero? Io vengo sempre scambiato per un bambino!"
"Anch'io!"
"Aaah! Meno male che altri si sentono come me!"
"Beh, ma tu sei più alto di me!" Il rosso risponde, arricciando le labbra.
"Hinata, taci un attimo, non sento niente," una voce che sembra eternamente scocciata li interrompe, e subito dopo notano un paio di occhi affilati e minacciosi.
"Ma tu ci vedi, Stupigeyama," Hinata rimbecca, irritato. "Almeno io passo il tempo visto che non vedo niente!"
"Salta, allora, ma smetti di fare casino!" L'altro risponde, rabbioso.
"Allora salto adesso o dopo durante la partita?"
"Salta adesso e dopo!"
"Allora mi dai tu energia tipo come fanno i terrestri con Goku formando la Genkidama e fwaah facciamo la Aoba Johsai a pezzi?" Hinata provoca l'amico, in tono altrettanto aggressivo ma perdendo tutta la credibilità quando dice 'fwaah'.
"Non funziona così," una vocetta interrompe tutti, dalla loro sinistra.
"Che cazz- e tu chi sei?" Tobio chiede, voltandosi ancora irritato in quella direzione.
"Onoda Sakamichi, del club di ciclismo della Sohoku, Chiba!" Il nuovo arrivato, con occhiali enormi ed un sorriso larghissimo, amichevole, risponde. "Comunque per creare una Genkidama serve molta più gente, molta di più di quanta ce n'è in questo palazzetto! Vi piacciono gli anime?"
"Sì, dai, non sono male," Nagisa risponde, facendo spallucce, e poi sbatte le palpebre. "Aspetta, hai detto che sei nel club di ciclismo? Ma sei quello che ha vinto la gara sul Monte Fuji?" Chiede, prendendo l'altro ragazzo per le spalle e aprendo gli occhi larghi larghi, già entusiasta.
"Eh... sì, sono io," Sakamichi risponde, grattandosi la testa umilmente.
"Ah, l'ho vista in televisione! Mio padre è appassionato di biciclette, quindi insomma, abbiamo seguito tutta la terza giornata! Sei stato fortissimo!" Nagisa continua, sempre più eccitato. "Che gara stupenda!"
"Ah, grazie..." Sakamichi risponde, con un sorriso soddisfatto.
"Ma qualcuno la sta seguendo, 'sta partita di basket?" Haruka li interrompe tutti, e tutti alzano lo sguardo per guardarlo. Tutti rimangono folgorati dall'aspetto delicato e dagli occhi blu, bellissimi. Nagisa, avvertendo la possibile concorrenza, si aggrappa al suo braccio.
"Eh, se non vediamo niente... mi sa che siamo i più bassi dei nostri rispettivi anime!" Risponde, strofinando la fronte contro il suo braccio come un gattino.
"Allora andiamo a prendere posto al prossimo evento, no?" Hinata propone.
"Il prossimo evento è il nostro, coglione," l'amico simpatico risponde, potenzialmente in cerca di un altro bisticcio.
"Ma tu come ti chiami?" Nagisa gli chiede, e quello risponde con una espressione colta di sorpresa: "Kageyama Tobio."
"Tobio-chan, allora andiamo tutti assieme!" Nagisa interviene, saltellando un paio di volte.
È carino, ma 'Tobio-chan' anche no, Tobio pensa accigliandosi.
"Non chiamarmi Tobio-chan."
"Ma Tobio-chan si chiama Tobio-chan," Nagisa replica con una voce confusa. "Come dovrei chiamarti?"
"Kageyama-san per te," Tobio risponde, severo.
"Nooo, Tobio-chan è più bello!"
"Oikawa-san mi chiama così," Tobio risponde, iniziando ad irritarsi di nuovo.
"È il tuo ragazzo?" Kisumi interviene, ora incuriosito.
"Eh?! No! Mi detesta, e non ho mai capito perché!"
"Immagino sia un complesso di inferiorità, o per meglio dire che sia arrabbiato perché tu sei un talento naturale mentre lui no, nonostante tutti gli sforzi di anni e anni, Kageyama-san," Rei gli spiega, senza che nessuno gliel'abbia chiesto, e poi si sistema gli occhiali sul naso. "È ovvio."
"Rei-chan, e tu come sai gli affari degli altri?" Nagisa gli chiede, onestamente stupito.
"Te l'ho detto, so tutto su tutti."
"Sarebbe bello se avessi tanti capelli, così potrei dire che 'per questo hai così tanti capelli... hai un segreto per ogni capello'," Rin replica per poi ridacchiare da solo.
"Eh?" Tutti rispondono, alzando svariate sopracciglia.
"Stavo citando... ah, lasciate stare," Rin risponde, con un sospiro. "Roba Americana."
"Ah. Comunque, io direi di andare al palazzetto di pallavolo..." Tobio riprende, guardando ancora gli altri. "Tanto non vedo niente nemmeno io, è pieno di gente degli anime sportivi qui, quindi sono tutti molto più alti della media Giapponese."
"Eh, sì, io vedo pure Lev e... e Tsukishima! E Kuroo-san! Momento, ma Tsukki e Kuroo stanno--?" Hinata nota, saltellando e lanciando occhiate sulla folla. "Eh, ma non mi sentono... dai, andiamo!"
"Noi rimaniamo qui a vedere la partita, vi raggiungiamo dopo," Sousuke risponde loro, con gli occhi ancora pieni di meraviglia per le cose assurde che stanno accadendo in campo.
"Okay!" Hinata e Nagisa rispondono, per poi trascinare tutti i ragazzi più bassi fuori e al piano superiore dove c'è un'altra palestra quasi vuota, dove giusto qualche lavoratore sta pulendo gli spalti dove poi i ragazzi si siedono.
"Quindi voi fate sport?" Sakamichi chiede, entusiasta. Gli altri si guardano prima di annuire, e Nagisa ridacchia.
"Il Giappone è piccolissimo, ne? Ma aah, immagino che questo evento sarà l'unica occasione di incontrarci... è un peccato, mi state tutti un sacco simpatici!"
"Ma voi dove abitate?" Sakamichi domanda poi, piegando la testa di lato.
"Iwatobi, Tottori," Nagisa risponde subito anche per Haruka, seduto al suo fianco con Kisumi, Rei e Rin, che annuiscono.
"Prefettura di Miyagi," Tobio aggiunge per lui e Hinata.
"Ah! Allora non abitate vicini a me..." Sakamichi sospira.
"Perché, tu di dove sei?" Nagisa gli chiede, curioso.
"Sono della Prefettura di Chiba," Sakamichi replica, un po' triste. "Sono nell'angolo più sperduto del Giappone..."
"Beh, almeno tu vivi vicino a Tokyo!" Nagisa risponde, dandogli qualche pacca sulla spalla.
"Effettivamente... almeno posso arrivare ad Akiba in bici!" Sakamichi risponde, rallegrato.
"Akiba- Akihabara?? In bici?!" Rin gli fa eco, con gli occhi che si allargano a dismisura. "In bici?!?"
"Eh, sì. Ci metto un po', ma non troppo!" Sakamichi risponde con un sorriso smagliante. "Ci vado per giocare coi pachinko e comprarmi le action figure e le serie in DVD..."
"Ah, bello! Quindi fai anche allenamento?" Nagisa gli chiede sedendosi un po' più vicino, quindi Rei e Haruka lo seguono attaccandosi a lui.
"Wow, saranno almeno... quaranta chilometri solo per l'andata?" Rei calcola velocemente.
"Sì, circa!" Sakamichi risponde tutto allegro. "E sì, diciamo che ho pedalato avanti e indietro da Chiba ad Akiba per anni... tutti i fine settimana!"
"Wow," Rei ripete, e poi guarda Nagisa come forma di rimprovero.
"Ehi, noi nuotiamo e corriamo tutti i giorni, mica stiamo fermi!" Nagisa risponde, come se gli avesse letto nel pensiero.
"Io corro tutti i giorni, tu lo fai solo ogni tanto, Nagisa-kun," Rei ribatte, di nuovo sistemandosi gli occhiali.
"Beh, non sono ciccione, quindi... o...?" Nagisa replica e poi lascia che la voce svanisca con un tono di improvvisa insicurezza.
"No che non sei ciccione, dai!" Hinata strilla, dandogli una pacca sulla spalla, per poi fissare Rei con uno sguardo accusatorio.
"Uhm, certo che no, stavo soltanto osservando che per essere un atleta Nagisa-kun passa fin troppo tempo a mangiare e dormire, ecco," quello si difende, e poi si schiarisce la voce.
"Beh, non c'è niente di male," Hinata decide, e poi Nagisa sorride a entrambi.
"Sto bene, tranquilli!" Li rassicura, per poi guardarsi attorno. "Quanto durerà la partita di basket?" Chiede poi.
"Dovrebbe finire fra poco," una voce sconosciuta risponde, e tutti quanti si guardano attorno per svariati secondi prima che la voce continui, "sono qui."
"Eh? E tu da dove salti fuori??" Rin abbaia, scioccato, contro un ragazzo coi capelli chiari e azzurri, gli occhi blu e l'espressione piatta, circa quanto quella di Haruka che ora lo guarda con occhi interessati.
"Ero qui tutto il tempo."
"Ah... e come ti chiami?" Kisumi interviene, sorridendo cortese.
"Aspetta, eri qui? Ma io non ti ho visto!" Rin continua, gli occhi sconvolti mentre osserva il ragazzo.
"Mi chiamo Kuroko Tetsuya, piacere di conoscervi," Kuroko replica con calma, ignorando lo shock di Rin. Ci deve essere abituato.
"Dai tuoi capelli immagino tu sia un protagonista," Kisumi osserva, accigliato mentre gli guarda i capelli.
"Io sono un'ombra," Kuroko risponde, fissandolo dritto negli occhi. "Tu giochi a basket?"
"Eh? Ah, no. Cioè, sì, ma alle medie," Kisumi risponde, sorpreso. "Che significa che sei 'un'ombra'?"
"Significa che per essere efficace in campo ho bisogno di collaborare con qualcuno di forte, e più quel qualcuno è forte più sono forte io," quello risponde, criptico.
"Vabbè," Kisumi taglia corto, per poi illuminarsi d'immenso e saltare in piedi strillando, "Makoto!"
Makoto cammina verso di loro con uno sguardo spiritato, e Sousuke accanto a lui non sembra passarsela meglio dai fantasmi che sembra aver visto.
"Quei due... stavano avendo intere conversazioni a mezz'aria..." bisbiglia, esterrefatto.
"Chi erano?" Kuroko chiede, guardandolo.
"Chi ha parlato?" Makoto domanda, con gli occhi che si allargano, e si guarda attorno terrorizzato. "Q-qualcuno ha parlato? L'avete sentito anche voi?"
"Sono qui," Kuroko ripete, cercando di non sospirare.
"Qui dov--? Ah," Makoto risponde, per poi scusarsi in svariati inchini quasi umiliandosi.
"Non fa niente, va sempre così," Kuroko lo rassicura, sorridendo appena. "Ma chi è che stava avendo intere conversazioni...?"
"Uhm. Credo fossero Aomine-san, e... Kise, credo?" Makoto risponde, con gli occhi stretti stretti in due fessure mentre cerca di ricordare i nomi che ha afferrato. "Uno aveva il colore dei capelli di Rei, e l'altro aveva il colore dei capelli di Nagisa."
"Ah, allora sì, sono Aomine e Kise," Kuroko risponde, piatto. "È tutto normale."
"Ma chi sono quelli? Cioè... mi pare di aver capito che Kise-kun sa imitare Aomine-kun all'istante e... mioddio, le cose che ho visto. Vero, Sousuke?" Makoto dice, dando colpetti col gomito a Sousuke.
"Sì," l'altro risponde, senza parole quanto lui. "Cioè, quello ha fatto canestro da dietro il canestro, non ho parole."
"Esatto! E poi l'ha fatto anche Kise!"
"È normale, loro ci riescono," Kuroko risponde.
"Comunque fra poco inizia la nostra partita," Hinata dice, con un sorriso, per poi guardare Tobio. "Andiamo?"
"Sì," Tobio risponde alzandosi. "Dobbiamo fare riscaldamento."
"Contro chi giocate?" Nagisa chiede, allegro.
"Siamo contro la Nekoma, e poi chi vince va contro la Shiratorizawa, e chi vince quella partita va contro l'Aoba Johsai," Tobio replica, per poi fissare il campo da gioco con occhi decisi e rabbiosi. "Devo sconfiggere Oikawa."
"Ah, Oikawa! L'abbiamo incontrato prima!" Nagisa trilla, e gli lascia qualche colpetto sul braccio. "Buona fortuna!"
"Grazie!" Hinata risponde prendendogli entrambe le mani e illuminandosi tutto eccitato alla prospettiva di giocare.
"Poi dopo il torneo di pallavolo cosa c'è?" Nagisa chiede agli altri, guardandolo saltellare verso il campo con Tobio che gli urla dietro.
"C'è la gara di Stride, e poi quella di nuoto, poi quella di ciclismo," Sakamichi gli risponde, guardando il suo foglietto convenientemente estratto dallo zaino del quale l'autrice non aveva mai parlato prima.
"Stride... mi piacerebbe vedere cos'è, effettivamente," Rin borbotta, e Kisumi gli sorride.
"Possiamo andarci con Makoto dopo!"
"Ah, certo, possiamo!" Makoto risponde subito, con un sorriso. "Ma lo Stride... anche io devo ancora capire cos'è," Makoto mormora, passandosi il pollice sul mento. E poi sobbalza strillando, e girandosi a mezz'aria per vedere un ragazzo che somiglia un sacco a...
"Haru???" Makoto urla, per poi voltarsi verso l'acuto suono di Haruka che inspira di colpo per la sorpresa. "Che cos- chi-"
"Belle gambe," il doppelgänger di Haruka (ma con gli occhiali) borbotta. "Avete tutti dei bei polpacci," considera poi a mo' di complimento, alzando i pollici dopo una brevissima ispezione delle gambe degli astanti. "Soprattutto tu," aggiunge guardando Sakamichi, che sorride appena, un po' confuso ma contento.
"E tu chi sei? Perché la gente continua a spuntare a caso dal nulla?!" Makoto strillacchia ancora, sempre terrorizzato dal fatto che continua ad apparirgli davanti gente sempre più strana.
"Fujiwara Takeru, corro per la Honan," il nuovo arrivato si presenta, ignorando la seconda domanda. "Tu mi assomigli," aggiunge poi rivolto verso Haruka, che lo fissa con aria contrariata.
"Casomai sei tu che somigli a me," risponde in tono irritato.
"Beh, abbiamo due Haru-chan!" Nagisa prorompe allegro, prendendoseli entrambi a braccetto. "Andremo d'accordo, ne?" Aggiunge, sorridendo.
"Tu non sei Riku," Takeru risponde, accigliato.
"Takeru, eccoti!" Un ragazzo col codino e i capelli biondi lo chiama da qualche metro di distanza, ma poi salta gli ostacoli che lo separano dal suo compagno di squadra. "Hey."
"Riku, eccoti," Takeru risponde, accovacciandosi di nuovo per palpargli le gambe, ma Riku si limita a sospirare, ovviamente abituato alla cosa. "Le tue gambe sono sane come al solito."
"Ci siamo visti ieri, Takeru."
"Eh, non importa!"
"Comunque scusateci, io sono Yagami Riku, lui è il mio compagno di squadra, scusateci," Riku ripete, inchinandosi più volte di fronte agli altri.
"Ah, tranquillo!" Makoto lo rassicura, dandogli colpetti sulla schiena.
"Io sono qui solo per il basket," la voce di Kuroko afferma.
"Chi ha parlato??" Riku strilla, guardandosi attorno mentre gli altri sospirano.
Fandom: Free!/Haikyuu!!/Kuroko No Basuke/Prince of Stride: Alternative
Personaggi: un po' di gente che non ho palle di listare
Genere: demenziale, parodia
Avvertimenti: AU, crack, crossover, non leggete pls mi vergogno tantissimo
Parole: 3406
Note: questa cosa non si merita un titolo perché è crossover becero e bruttissimo e non merita alcunissima considerazione, l'ho scritto solo per il COW-T, per prendermi un po' in giro e perché mi serviva qualcosa di ciccione, e non avevo voglia di impegnarmi su qualcosa che avesse un senso, quindi bon *droppa lammerda e si accascia*. COW-T6, 5 settimana, lezione settimanale, "promontorio".
Questo incontro sportivo che l'autrice si è appena inventata allo scopo di scrivere un crossover, organizzato su un promontorio a caso che le serve come prompt, è affollatissimo. Haruka non ha mai visto un posto così grande, un posto con così tanta gente ficcata tutta dentro, un posto dove la vita e l'eccitazione scorrano così veloci e così impossibili da controllare. Ce n'è troppa, è tutto troppo rumoroso, le voci sono troppo alte, la gente sorride troppo.
"Makoto, voglio tornare a casa," mugugna con la sua solita voce monotona, prendendo Makoto per la felpa. "Andiamo a casa, Makoto."
"Ma Haru, questo è il Meeting Nazionale Degli Anime Sportivi! Dobbiamo esserci!" Makoto protesta, guardandosi attorno con aria rapita.
Così tanti ragazzi. Così tanti visitatori. E così tanti posti dove gareggiare. C'è un circuito di atletica accanto ad un campo di calcio e uno di basket, fuori.
"E chi ha detto che dobbiamo esserci? Il nostro non è neanche un anime sportivo, praticamente."
"Haru-chan, Mako-chan! Guardate, c'è scritto che c'è un circuito per le gare di biciclette, lì!" Nagisa li interrompe squittendo, e poi prende a saltellare da un piede all'altro come un pazzo. Makoto lo guarda sorridendo, in quel modo che lo fa sembrare un ebete.
"Eh già."
"Qual è la prima gara?" Rei chiede, poggiando una mano sulla spalla di Nagisa per calmarlo, cosa nella quale incredibilmente succede. Di solito gli ci vuole un sonnifero per elefanti, per riuscire a placarlo.
"Allora, c'è del basket," Makoto risponde, accigliandosi. "Dai, che bello! Ho giocato a basket alle medie, lo sapete?"
"Sì, ma credo che il basket che giocano qui sia diverso. Hey, gente," Kisumi si intromette, tirandosi dietro almeno quattro persone fra cui Rin, Sousuke, Ai e Momo. "Però, Makoto, se vuoi possiamo andare a vedere la partita insieme," continua, facendogli l'occhiolino.
"Eh? Non so. Haru, vuoi venire a vedere la partita di basket?" Makoto chiede, prendendo l'amico per mano.
"No," Haruka risponde, con gli occhi stretti e lo sguardo vagamente minaccioso rivolto verso Kisumi, che però sembra ignorare il messaggio silenzioso che gli sta mandando. Qualcosa tipo: "se non la smetti di cercare di sedurre il mio uomo e rubarmelo ti strappo tutti i capelli, allora non ti lamenterai più di quando ti ho solo sparato acqua contro."
"Dai, Haru-chan, è il primo evento! Poi magari ci sarà altro da vedere, tipo la gara di nuoto! Qualcosa mi dice che sarà bellissimo, oggi!" Nagisa trilla, prendendo l'altra mano di Haruka che, sorprendentemente, viene convinto di più da questa argomentazione.
"Va bene," risponde, piatto, per poi lanciare un'altra occhiata a Kisumi che, però, è passato a molestare Sousuke assieme a Nagisa, mentre Rei prende a strillare che non si può arrampicarsi sulla gente, soprattutto non in mezzo alla folla, che non sta bene.
"Hazuki, chi ti ha detto che ti puoi appendere alla mia schiena?" Sousuke chiede infatti dopo appena qualche passo, con aria paziente ma anche con uno sguardo che mostra quanto velocemente si stia irritando.
Nagisa, con le braccia avvolte attorno al collo di Sousuke e le gambe strette attorno ai suoi fianchi, si limita a guardarlo stupefatto come se fosse una cosa normale, ma poi scoppia a ridere allegro.
"Beh, sei grande e forte abbastanza da reggermi!" Risponde, stringendosi con più forza a lui. Sousuke sospira, passando le mani sotto le sue ginocchia per reggerlo meglio, e Nagisa sorride tutto contento.
"Poi porti anche me?" Kisumi tenta, con un sorriso smagliante e gli occhioni che brillano speranzosi.
"No."
"Sousuke! Io ti conosco da più tempo! Non è giusto! Ho male ai piedi!" Kisumi prende a protestare in tono lamentoso.
"Kisumi..." Rin borbotta, tirandogli un braccio con un modo di fare che altri chiamerebbero 'geloso'.
"Kisumi, ci stanno guardando tutti," Makoto si aggiunge delicatamente, con un sorriso pieno di imbarazzo. "Oh! C'è del merchandise," riprende, forse sperando di distrarre tutti. I loro occhi vengono catturati da uno stand sul viottolo in mattoni bianchi che porta all'enorme edificio principale dove campeggia la scritta: "Sport al Coperto". Sul tavolino addobbato da coriandoli, bandierine e striscioni siedono comode comode delle palline morbide che svariate ragazze si stanno passando di mano in mano per sentirne la consistenza e poi squittire, mentre il venditore le osserva severo senza perdere d'occhio uno scambio, mentre tutti i ragazzi le ignorano, troppo presi a guardarsi l'un l'altro. E poi ci sono anche portachiavi, poster, hashi con palloni di vari sport, piccole palle di gomma che sembrano quelle da basket e pallavolo, e poi tante piccole action figure sulle quali Nagisa (sceso quasi subito dalla schiena di Sousuke dopo che quest'ultimo si è lamentato di un dolore alla spalla) e Rei si avventano immediatamente. Il primo per lamentarsi dei prezzi perché le desidera tutte, il secondo per pigolare sui dettagli.
"E questo chi è?" Haruka chiede, inaspettatamente attirato dagli stessi oggetti, rigirandosi fra le mani la action figure di qualcuno che sembrerebbe un pallavolista, osservando la forma fisica.
"Sembrerebbe un pallavolista," Rin osserva, con occhio critico.
"È Oikawa," Rei echeggia, dopo solo uno sguardo, con aria saccente. Si è studiato tutto il programma e sa tutto di tutti, lui.
"Per voi sarebbe Oikawa-sama," una voce li interrompe da dietro, facendo squittire un po' tutti tranne Haruka, che si volta con aria solo lievemente scocciata. Ma forse quella dev'essere solo la sua faccia, Tooru considera. Dopotutto, Kageyama ha quasi la stessa espressione, solo un po' più incazzata con l'universo. Che poi non è detto che lo sia, è appunto solo la sua faccia. La faccia di un kouhai rompipalle e insopportabile. Maledetto Kageyama.
"E voi sareste...?" Continua, mettendo le mani sui fianchi e guardandoli tutti dall'alto in basso, inclusi Makoto e Sousuke. Makoto è solo un centimetro più basso ma, dal modo in cui Oikawa lo guarda, sembrerebbe più piccolo di almeno mezzo metro.
"Siamo della Samezuka e Iwatobi!" Nagisa salta su, mettendosi a zampettare per farsi notare.
"Ah, quelli di nuoto!" Oikawa risponde, con un sorriso improvvisamente amichevole. "Non seguo, ma credo che qualcuno fra voi sia stato scelto per le Olimpiadi?"
"Presente," Rin risponde, con un ghigno fiero, passando un braccio attorno alle spalle di Haruka. "Assieme a questo qui."
"Beh, complimenti," Tooru ridacchia. "Quest'anno ci sono anche quelli dello Stride, vero?"
"Eh?" Makoto chiede, sbattendo le palpebre.
"Stride! È tipo parkour ma anche maratona," Tooru spiega, ma viene interrotto da una voce, o meglio da una mano che gli afferra l'orecchio iniziando a trascinarlo via con un borbottio di 'siamo in ritardo, Cretikawa, saluta le amichette'. "Ahia, mi fai male, Iwa-chan~"
E poi sparisce. Nagisa sbatte le palpebre, guardando la sua figura sparire fra la folla, e poi alza gli occhi su Makoto.
"Ritardo?"
"Immagino che la prima partita sia iniziata..." Makoto mormora, e poi si volta a guardare gli altri con un sorriso benevolente. "Andiamo a vedere?"
Quando arrivano, il palazzetto straborda di gente. Giusto Sousuke e Makoto vedono oltre la marea di teste, ma la narrazione del pubblico è abbastanza da sapere ciò che serve.
"Haru-chan, non vedo niente!" Nagisa si lamenta, saltellando mentre si regge su una delle spalle dell'amico.
"Nemmeno io," l'altro risponde in tono annoiato. "Dov'è l'acqua?"
"L'evento di nuoto è questo pomeriggio, adesso fa troppo freddo," Rei gli ricorda, gentilmente.
Vengono tutti interrotti da svariati 'oooh' e 'aaaah' del pubblico in reazione a qualsiasi cosa stia accadendo sul parquet, della quale sentono solo passi, i suoni del pallone che rimbalza e gli scivolii delle scarpe sul suolo. Tutti quanti guardano Sousuke e Makoto, che sono rimasti in silenzio perché assolutamente sconvolti da ciò che stanno vedendo.
"Aomine! Aomine l'ha fatto di nuovo!" Un astante commenta ad alta voce. "E la partita è appena iniziata."
"Chi ha fatto cosa? Chi è Aomine? Posso chiamarlo Aomine-chan?" Nagisa chiede, una domanda a saltello, incapace però di vedere oltre il muro di teste. "Odio essere basso."
"Non me lo dire," una voce acuta e amichevole risponde dalla fila davanti a lui, con un sorriso nonostante tutto a splendere sul viso contornato da capelli ginger. "Essere bassi è orribile!"
"Vero? Io vengo sempre scambiato per un bambino!"
"Anch'io!"
"Aaah! Meno male che altri si sentono come me!"
"Beh, ma tu sei più alto di me!" Il rosso risponde, arricciando le labbra.
"Hinata, taci un attimo, non sento niente," una voce che sembra eternamente scocciata li interrompe, e subito dopo notano un paio di occhi affilati e minacciosi.
"Ma tu ci vedi, Stupigeyama," Hinata rimbecca, irritato. "Almeno io passo il tempo visto che non vedo niente!"
"Salta, allora, ma smetti di fare casino!" L'altro risponde, rabbioso.
"Allora salto adesso o dopo durante la partita?"
"Salta adesso e dopo!"
"Allora mi dai tu energia tipo come fanno i terrestri con Goku formando la Genkidama e fwaah facciamo la Aoba Johsai a pezzi?" Hinata provoca l'amico, in tono altrettanto aggressivo ma perdendo tutta la credibilità quando dice 'fwaah'.
"Non funziona così," una vocetta interrompe tutti, dalla loro sinistra.
"Che cazz- e tu chi sei?" Tobio chiede, voltandosi ancora irritato in quella direzione.
"Onoda Sakamichi, del club di ciclismo della Sohoku, Chiba!" Il nuovo arrivato, con occhiali enormi ed un sorriso larghissimo, amichevole, risponde. "Comunque per creare una Genkidama serve molta più gente, molta di più di quanta ce n'è in questo palazzetto! Vi piacciono gli anime?"
"Sì, dai, non sono male," Nagisa risponde, facendo spallucce, e poi sbatte le palpebre. "Aspetta, hai detto che sei nel club di ciclismo? Ma sei quello che ha vinto la gara sul Monte Fuji?" Chiede, prendendo l'altro ragazzo per le spalle e aprendo gli occhi larghi larghi, già entusiasta.
"Eh... sì, sono io," Sakamichi risponde, grattandosi la testa umilmente.
"Ah, l'ho vista in televisione! Mio padre è appassionato di biciclette, quindi insomma, abbiamo seguito tutta la terza giornata! Sei stato fortissimo!" Nagisa continua, sempre più eccitato. "Che gara stupenda!"
"Ah, grazie..." Sakamichi risponde, con un sorriso soddisfatto.
"Ma qualcuno la sta seguendo, 'sta partita di basket?" Haruka li interrompe tutti, e tutti alzano lo sguardo per guardarlo. Tutti rimangono folgorati dall'aspetto delicato e dagli occhi blu, bellissimi. Nagisa, avvertendo la possibile concorrenza, si aggrappa al suo braccio.
"Eh, se non vediamo niente... mi sa che siamo i più bassi dei nostri rispettivi anime!" Risponde, strofinando la fronte contro il suo braccio come un gattino.
"Allora andiamo a prendere posto al prossimo evento, no?" Hinata propone.
"Il prossimo evento è il nostro, coglione," l'amico simpatico risponde, potenzialmente in cerca di un altro bisticcio.
"Ma tu come ti chiami?" Nagisa gli chiede, e quello risponde con una espressione colta di sorpresa: "Kageyama Tobio."
"Tobio-chan, allora andiamo tutti assieme!" Nagisa interviene, saltellando un paio di volte.
È carino, ma 'Tobio-chan' anche no, Tobio pensa accigliandosi.
"Non chiamarmi Tobio-chan."
"Ma Tobio-chan si chiama Tobio-chan," Nagisa replica con una voce confusa. "Come dovrei chiamarti?"
"Kageyama-san per te," Tobio risponde, severo.
"Nooo, Tobio-chan è più bello!"
"Oikawa-san mi chiama così," Tobio risponde, iniziando ad irritarsi di nuovo.
"È il tuo ragazzo?" Kisumi interviene, ora incuriosito.
"Eh?! No! Mi detesta, e non ho mai capito perché!"
"Immagino sia un complesso di inferiorità, o per meglio dire che sia arrabbiato perché tu sei un talento naturale mentre lui no, nonostante tutti gli sforzi di anni e anni, Kageyama-san," Rei gli spiega, senza che nessuno gliel'abbia chiesto, e poi si sistema gli occhiali sul naso. "È ovvio."
"Rei-chan, e tu come sai gli affari degli altri?" Nagisa gli chiede, onestamente stupito.
"Te l'ho detto, so tutto su tutti."
"Sarebbe bello se avessi tanti capelli, così potrei dire che 'per questo hai così tanti capelli... hai un segreto per ogni capello'," Rin replica per poi ridacchiare da solo.
"Eh?" Tutti rispondono, alzando svariate sopracciglia.
"Stavo citando... ah, lasciate stare," Rin risponde, con un sospiro. "Roba Americana."
"Ah. Comunque, io direi di andare al palazzetto di pallavolo..." Tobio riprende, guardando ancora gli altri. "Tanto non vedo niente nemmeno io, è pieno di gente degli anime sportivi qui, quindi sono tutti molto più alti della media Giapponese."
"Eh, sì, io vedo pure Lev e... e Tsukishima! E Kuroo-san! Momento, ma Tsukki e Kuroo stanno--?" Hinata nota, saltellando e lanciando occhiate sulla folla. "Eh, ma non mi sentono... dai, andiamo!"
"Noi rimaniamo qui a vedere la partita, vi raggiungiamo dopo," Sousuke risponde loro, con gli occhi ancora pieni di meraviglia per le cose assurde che stanno accadendo in campo.
"Okay!" Hinata e Nagisa rispondono, per poi trascinare tutti i ragazzi più bassi fuori e al piano superiore dove c'è un'altra palestra quasi vuota, dove giusto qualche lavoratore sta pulendo gli spalti dove poi i ragazzi si siedono.
"Quindi voi fate sport?" Sakamichi chiede, entusiasta. Gli altri si guardano prima di annuire, e Nagisa ridacchia.
"Il Giappone è piccolissimo, ne? Ma aah, immagino che questo evento sarà l'unica occasione di incontrarci... è un peccato, mi state tutti un sacco simpatici!"
"Ma voi dove abitate?" Sakamichi domanda poi, piegando la testa di lato.
"Iwatobi, Tottori," Nagisa risponde subito anche per Haruka, seduto al suo fianco con Kisumi, Rei e Rin, che annuiscono.
"Prefettura di Miyagi," Tobio aggiunge per lui e Hinata.
"Ah! Allora non abitate vicini a me..." Sakamichi sospira.
"Perché, tu di dove sei?" Nagisa gli chiede, curioso.
"Sono della Prefettura di Chiba," Sakamichi replica, un po' triste. "Sono nell'angolo più sperduto del Giappone..."
"Beh, almeno tu vivi vicino a Tokyo!" Nagisa risponde, dandogli qualche pacca sulla spalla.
"Effettivamente... almeno posso arrivare ad Akiba in bici!" Sakamichi risponde, rallegrato.
"Akiba- Akihabara?? In bici?!" Rin gli fa eco, con gli occhi che si allargano a dismisura. "In bici?!?"
"Eh, sì. Ci metto un po', ma non troppo!" Sakamichi risponde con un sorriso smagliante. "Ci vado per giocare coi pachinko e comprarmi le action figure e le serie in DVD..."
"Ah, bello! Quindi fai anche allenamento?" Nagisa gli chiede sedendosi un po' più vicino, quindi Rei e Haruka lo seguono attaccandosi a lui.
"Wow, saranno almeno... quaranta chilometri solo per l'andata?" Rei calcola velocemente.
"Sì, circa!" Sakamichi risponde tutto allegro. "E sì, diciamo che ho pedalato avanti e indietro da Chiba ad Akiba per anni... tutti i fine settimana!"
"Wow," Rei ripete, e poi guarda Nagisa come forma di rimprovero.
"Ehi, noi nuotiamo e corriamo tutti i giorni, mica stiamo fermi!" Nagisa risponde, come se gli avesse letto nel pensiero.
"Io corro tutti i giorni, tu lo fai solo ogni tanto, Nagisa-kun," Rei ribatte, di nuovo sistemandosi gli occhiali.
"Beh, non sono ciccione, quindi... o...?" Nagisa replica e poi lascia che la voce svanisca con un tono di improvvisa insicurezza.
"No che non sei ciccione, dai!" Hinata strilla, dandogli una pacca sulla spalla, per poi fissare Rei con uno sguardo accusatorio.
"Uhm, certo che no, stavo soltanto osservando che per essere un atleta Nagisa-kun passa fin troppo tempo a mangiare e dormire, ecco," quello si difende, e poi si schiarisce la voce.
"Beh, non c'è niente di male," Hinata decide, e poi Nagisa sorride a entrambi.
"Sto bene, tranquilli!" Li rassicura, per poi guardarsi attorno. "Quanto durerà la partita di basket?" Chiede poi.
"Dovrebbe finire fra poco," una voce sconosciuta risponde, e tutti quanti si guardano attorno per svariati secondi prima che la voce continui, "sono qui."
"Eh? E tu da dove salti fuori??" Rin abbaia, scioccato, contro un ragazzo coi capelli chiari e azzurri, gli occhi blu e l'espressione piatta, circa quanto quella di Haruka che ora lo guarda con occhi interessati.
"Ero qui tutto il tempo."
"Ah... e come ti chiami?" Kisumi interviene, sorridendo cortese.
"Aspetta, eri qui? Ma io non ti ho visto!" Rin continua, gli occhi sconvolti mentre osserva il ragazzo.
"Mi chiamo Kuroko Tetsuya, piacere di conoscervi," Kuroko replica con calma, ignorando lo shock di Rin. Ci deve essere abituato.
"Dai tuoi capelli immagino tu sia un protagonista," Kisumi osserva, accigliato mentre gli guarda i capelli.
"Io sono un'ombra," Kuroko risponde, fissandolo dritto negli occhi. "Tu giochi a basket?"
"Eh? Ah, no. Cioè, sì, ma alle medie," Kisumi risponde, sorpreso. "Che significa che sei 'un'ombra'?"
"Significa che per essere efficace in campo ho bisogno di collaborare con qualcuno di forte, e più quel qualcuno è forte più sono forte io," quello risponde, criptico.
"Vabbè," Kisumi taglia corto, per poi illuminarsi d'immenso e saltare in piedi strillando, "Makoto!"
Makoto cammina verso di loro con uno sguardo spiritato, e Sousuke accanto a lui non sembra passarsela meglio dai fantasmi che sembra aver visto.
"Quei due... stavano avendo intere conversazioni a mezz'aria..." bisbiglia, esterrefatto.
"Chi erano?" Kuroko chiede, guardandolo.
"Chi ha parlato?" Makoto domanda, con gli occhi che si allargano, e si guarda attorno terrorizzato. "Q-qualcuno ha parlato? L'avete sentito anche voi?"
"Sono qui," Kuroko ripete, cercando di non sospirare.
"Qui dov--? Ah," Makoto risponde, per poi scusarsi in svariati inchini quasi umiliandosi.
"Non fa niente, va sempre così," Kuroko lo rassicura, sorridendo appena. "Ma chi è che stava avendo intere conversazioni...?"
"Uhm. Credo fossero Aomine-san, e... Kise, credo?" Makoto risponde, con gli occhi stretti stretti in due fessure mentre cerca di ricordare i nomi che ha afferrato. "Uno aveva il colore dei capelli di Rei, e l'altro aveva il colore dei capelli di Nagisa."
"Ah, allora sì, sono Aomine e Kise," Kuroko risponde, piatto. "È tutto normale."
"Ma chi sono quelli? Cioè... mi pare di aver capito che Kise-kun sa imitare Aomine-kun all'istante e... mioddio, le cose che ho visto. Vero, Sousuke?" Makoto dice, dando colpetti col gomito a Sousuke.
"Sì," l'altro risponde, senza parole quanto lui. "Cioè, quello ha fatto canestro da dietro il canestro, non ho parole."
"Esatto! E poi l'ha fatto anche Kise!"
"È normale, loro ci riescono," Kuroko risponde.
"Comunque fra poco inizia la nostra partita," Hinata dice, con un sorriso, per poi guardare Tobio. "Andiamo?"
"Sì," Tobio risponde alzandosi. "Dobbiamo fare riscaldamento."
"Contro chi giocate?" Nagisa chiede, allegro.
"Siamo contro la Nekoma, e poi chi vince va contro la Shiratorizawa, e chi vince quella partita va contro l'Aoba Johsai," Tobio replica, per poi fissare il campo da gioco con occhi decisi e rabbiosi. "Devo sconfiggere Oikawa."
"Ah, Oikawa! L'abbiamo incontrato prima!" Nagisa trilla, e gli lascia qualche colpetto sul braccio. "Buona fortuna!"
"Grazie!" Hinata risponde prendendogli entrambe le mani e illuminandosi tutto eccitato alla prospettiva di giocare.
"Poi dopo il torneo di pallavolo cosa c'è?" Nagisa chiede agli altri, guardandolo saltellare verso il campo con Tobio che gli urla dietro.
"C'è la gara di Stride, e poi quella di nuoto, poi quella di ciclismo," Sakamichi gli risponde, guardando il suo foglietto convenientemente estratto dallo zaino del quale l'autrice non aveva mai parlato prima.
"Stride... mi piacerebbe vedere cos'è, effettivamente," Rin borbotta, e Kisumi gli sorride.
"Possiamo andarci con Makoto dopo!"
"Ah, certo, possiamo!" Makoto risponde subito, con un sorriso. "Ma lo Stride... anche io devo ancora capire cos'è," Makoto mormora, passandosi il pollice sul mento. E poi sobbalza strillando, e girandosi a mezz'aria per vedere un ragazzo che somiglia un sacco a...
"Haru???" Makoto urla, per poi voltarsi verso l'acuto suono di Haruka che inspira di colpo per la sorpresa. "Che cos- chi-"
"Belle gambe," il doppelgänger di Haruka (ma con gli occhiali) borbotta. "Avete tutti dei bei polpacci," considera poi a mo' di complimento, alzando i pollici dopo una brevissima ispezione delle gambe degli astanti. "Soprattutto tu," aggiunge guardando Sakamichi, che sorride appena, un po' confuso ma contento.
"E tu chi sei? Perché la gente continua a spuntare a caso dal nulla?!" Makoto strillacchia ancora, sempre terrorizzato dal fatto che continua ad apparirgli davanti gente sempre più strana.
"Fujiwara Takeru, corro per la Honan," il nuovo arrivato si presenta, ignorando la seconda domanda. "Tu mi assomigli," aggiunge poi rivolto verso Haruka, che lo fissa con aria contrariata.
"Casomai sei tu che somigli a me," risponde in tono irritato.
"Beh, abbiamo due Haru-chan!" Nagisa prorompe allegro, prendendoseli entrambi a braccetto. "Andremo d'accordo, ne?" Aggiunge, sorridendo.
"Tu non sei Riku," Takeru risponde, accigliato.
"Takeru, eccoti!" Un ragazzo col codino e i capelli biondi lo chiama da qualche metro di distanza, ma poi salta gli ostacoli che lo separano dal suo compagno di squadra. "Hey."
"Riku, eccoti," Takeru risponde, accovacciandosi di nuovo per palpargli le gambe, ma Riku si limita a sospirare, ovviamente abituato alla cosa. "Le tue gambe sono sane come al solito."
"Ci siamo visti ieri, Takeru."
"Eh, non importa!"
"Comunque scusateci, io sono Yagami Riku, lui è il mio compagno di squadra, scusateci," Riku ripete, inchinandosi più volte di fronte agli altri.
"Ah, tranquillo!" Makoto lo rassicura, dandogli colpetti sulla schiena.
"Io sono qui solo per il basket," la voce di Kuroko afferma.
"Chi ha parlato??" Riku strilla, guardandosi attorno mentre gli altri sospirano.
Leave a comment