07 April 2010 @ 06:34 pm
Titolo: Last Cheat.
Fandom: Sherlock Holmes 2009
Personaggi: Holmes, Watson
Genere: Mmmm non so bene che genere è XD
Note: Allora, ho avuto un'idea allucinante. Mi è venuta in mente con questo video: http://www.youtube.com/watch?v=ssPoX1X3sYw
A voi indovinare cosa succederà XD (ovviamente Chiara non suggerisca, dato che sa già tutto XDD) in ogni caso vedrete che ho tentato di coniugare la narrazione in prima persona tipica dei libri con i personaggi palesemente del film, dato che i loro caratteri mi sembravano più adatti per il mio plot rispetto a quelli originali. Anche perché qui Watson è un pò meno ritardato, se permettete il paragone XDDD


Il tempo di Londra era sempre stato uggioso, ma quel giorno sembrava presagire eventi ben più grandi e terribili di quanto avrei mai potuto immaginare. Osservavo le strade ciottolate della nostra amata Londra, così affascinante anche nei suoi aspetti più squallidi, come quel vecchio agente di polizia che aspirava dalla boccuccia di una strana pipa sostanze evidentemente nocive.
Ero nella stanza del nostro...del suo appartamento adiacente a quella che il mio amico occupava ai tempi in cui condividevamo tutto: i casi, le chiacchiere, i pasti, gli sguardi, il cane, i vestiti, il letto.
Quindi me ne stavo lì, appollaiato sulla solita poltrona ormai scannata dalla voracia delle tarme, dai topi e dagli altri piccoli animali che infestavano la casa in modo assolutamente intollerabile, guardando fuori dalla finestra e continuando a lambiccarmi sul significato di quel formicolio insistente alla nuca, una sorta di presentimento oscuro. Non capivo perché proprio quel giorno dovessi sentirmi così insicuro, instabile, precario. Come se fossero in moto forze sconosciute, al di là di qualsiasi previsione.
Ero lì per annunciare una notizia favolosa a Holmes: la mia adorata Mary era incinta! Era da cinque mesi che portavo con me questa gioia immensa, e non vedevo perché risparmiarla alla persona che stimavo di più al mondo, dopo averla sparsa ai quattro venti. Infatti Holmes non è il tipo di persona che ama frequentare luoghi pieni di gente dell'alta società, così presumevo non lo sapesse.
Dopo circa tre ore dal mio arrivo, che avevo passato a girovagare per l'appartamento con aria nostalgica e a leggere qualche pagina dei quotidiani sparsi come foglie secche su di un prato, sentii il familiare suono della porta che si apriva e soprattutto dei suoi passi. Sapevo riconoscere persino il suo umore, dal modo in cui li compiva: se erano svelti e pesanti era nervoso o di fretta; se erano lenti e riflessivi significava che stava ancora riflettendo su di un caso spinoso; se erano appena percepibili che cercava la sua scorta di cocaina.
Quel giorno invece era stranamente calmo, camminava come una persona normale e rilassata, non era da lui.
I suoi passi si fermarono e lo sentii ridacchiare sommessamente. Dalle tracce che le mie scarpe avevano lasciato sulla polvere e dal fatto che non ero proprio riuscito a trattenermi dal riordinare un paio di oggetti, doveva aver dedotto che ero entrato, fin troppo facile.
Indossai il mio miglior sorriso, pronto ad accoglierlo a gambe accavallate e con la sua pipa in mano, e quando comparve sul ciglio delle scale lo salutai con gioia.
-Holmes, amico mio!
Mi alzai dal divano, avanzando di qualche passo verso di lui. Mi guardava con aria misteriosa, come se dovesse nascondermi qualcosa. In realtà non aveva nessuna espressione evidente sul viso, ma lo conoscevo così bene da riconoscere a prima vista ogni minima traccia del suo umore dal modo in cui mi guardava. Per un attimo ebbi un brivido di malinconia al ricordare tutta la gamma di sguardi che gli avevo visto addosso: quand'era determinato a raggiungere la soluzione dell'ennesimo caso, quando era esaltato dall'averne intravista la soluzione, quando era furioso, quando era sotto l'effetto della droga.
E quando era completamente annebbiato dal piacere. Arrossii ricordando le notti in cui avevo deliberatamente tradito mia moglie. Con lui.
Holmes sembrò indovinare i miei esatti pensieri, e si illuminò da sotto il suo cappello a tesa larga.
-Watson, è un piacere vederla qui. Devo dire che la sua visita è del tutto inaspettata.
Mentiva. Lo sapevo. Intuii che doveva averlo capito in qualche modo.
-Anche per me è un piacere vederla, mio caro Holmes. Ci sono novità? Ho sentito che ha risolto il caso di Lady Bunbury, che davano per inaffrontabile! Ma la conosco troppo bene, sapevo che non ci avrebbe messo più di tre giorni.
-E' stato davvero troppo facile, per me. Con i miei travestimenti ho raccolto molte più informazioni di quante me ne servivano. Avrei potuto risolverlo in due ore, ma ammetto che me la sono presa comoda. Ah, prima che me ne dimentichi, mi saluti Mme. Eugenie, quando la visita di nuovo. Mi è stata essenziale per il caso di Mr. Morgue.
Come sempre, mi fu difficile mascherare lo stupore per le doti quasi paranormali del mio amico.
-Come ha fatto a capire che ho visitato proprio lei?
-Watson, mi offende! Come potevo non notare la macchia di rossetto sulla sua guancia, anche se ha cercato in tutti i modi di cancellarla? Vedo che la signora prova ancora a fare colpo su di lei!-, rispose, in tono scherzoso.
Si tolse il pesante giubbotto, lo ripose (anzi, sarebbe più corretto dire che lo gettò malamente) sul divano, sospirando, e vi si sedette pesantemente chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì mi sorrise in modo complice, sembrava stesse riassaporando qualche gusto ormai dimenticato, guardandomi, e io non seppi se preoccuparmi o provare piacere nell'essere ancora così tanto nei suoi pensieri.
-E lei cosa mi racconta?,- mi chiese in tono gioviale.
Sospirai, cogliendo l'occasione che mi stava offrendo di comunicargli la notizia. Lo guardai dritto negli occhi e sorrisi col cuore pieno di letizia.
-Holmes, io e Mary avremo un bambino!
Sembrava sinceramente colpito e sorpreso, lasciò trasparire una traccia di tristezza, ma poi sembrò accendersi di gioia quanto me e balzò in piedi afferrando le mie spalle.
-E' una splendida notizia, Watson! Complimenti! Vogliamo festeggiare?
Lo guardai di traverso, perché sapevo che quella era l'ultima cosa che volesse fare.
-Certamente, Holmes! Dove andiamo?,- chiesi, mascherando il mio sospetto.
-A casa sua, amico mio! Voglio fare i miei complimenti di persona alla signora!,- esclamò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Lo fissai ancora incerto, ma annuii, andai ad infilarmi il cappotto ed il cappello e scesi, poi uscimmo insieme aspettando la carrozza.
 
 
Current Location: The London In My Dreams.
Current Mood: *O*
Current Music: Think Twice - Eve 6
 
 
( Read comments )
Post a comment in response:
This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting