[niente di mio, tutto inventato eccetera...]
-Maman?-, sussurrò al risveglio.
-Mon dieu, petite, qu’est-ce que c’est passé?-, rispose la voce di una donna dai lineamenti morbidi e rassicuranti.
-Quelqu’un m’a…
-Ehm, scusate-, esordì un’altra voce, che riconobbe come quella del ragazzo.
-Oh, ciao-, sorrise lei.
-Buongiorno-, fece lui rivolto alla madre di Claire, che sorrise.
-Grazie mille…
-Richard.
-Grazie mille, Richard. Sei davvero un caro ragazzo, so che ti sei preso cura di lei-, continuò la donna in tono commosso, e Richard sentì tutto il suo sollievo. Doveva essere una mamma fantastica.
-Non fa niente, ho…abbiamo fatto quello che avrebbe fatto chiunque-, si schermì lui.
-Non credo che chiunque l’avrebbe aiutata. Con la gente egoista e indifferente che c’è in giro…vi devo tutto, praticamente.
-Beh, che razza di buoni inglesi saremmo stati, ad ignorare una fragile ragazza bisognosa di soccorso?-, fece lui con un sorriso timido.
Prima che la donna potesse commentare sul lato romantico di un’affermazione simile, qualcuno li interruppe.
-Ehi, Ringo!
Si voltarono e videro altri tre ragazzi alti e vestiti quasi tutti uguali che trotterellavano verso di loro litigandosi l’ultima brioche della colazione.
-Ciao, ragazzi-, salutò Richard, e li presentò alle due donne: -Questi sono i miei amici che erano con me ieri, sono Paul, John e George-, continuò indicandoli uno ad uno.
La madre di Claire balzò un piedi e li abbracciò stretti tutti e tre. John, senza fiato, fece cadere la brioche che George prontamente afferrò al volo e si ficcò in bocca tutta intera attirandosi sguardi omicidi.
-Grazie mille di tutto, ragazzi-, disse la signora in lacrime.
-Scusate, mia mamma è esageratamente sensibile-, borbottò Claire.
-Almeno tu ce l’hai una mamma-, commentò Paul rabbuiandosi.
-Oh…povero caro-, singhiozzò la madre di Claire mettendo la mano davanti alla bocca. –Mi dispiace…
Paul e John deglutirono ricacciando indietro i pensieri negativi e George intervenne.
-Ringo, poi andiamo a provare? Paul ne ha scritta un’altra.
-Oh, siete un circolo di poeti?-, chiese la mamma.
-No, siamo una rock n’ roll band-, rispose John leggermente alterato.
-Ah-, fece lei schioccando la lingua in disapprovazione.
-Forte!-, esclamò Claire illuminandosi. –Adoro quella musica! Elvis e Buddy Holly sono i miei preferiti!
I quattro ragazzi la fissarono raggianti.
-Vuoi venire a vederci? Domani sera suoniamo e forse firmeremo un contratto…-, disse Paul con aria noncurante, ma negli occhi gli brillava un puro e narcisistico orgoglio.
-Certo, volentieri! Fantastico!-, esclamò lei sorridendo. –E…ancora grazie mille per tutto, vi devo la vita.
-Nessun problema, è stato un piacere rottamare quel bastardo-, disse John con un lampo di rabbia negli occhi.
-Come posso…ripagarvi?-, chiese lei, sicura che con la mamma nella stanza non le avrebbero dato la solita risposta squallida.
-Beh, direi che a nome di tutti posso dire che un bacino è più che sufficiente-, rispose John con un ghigno. Gli altri tre annuirono vivacemente ridacchiando, e Claire roteò gli occhi, dando loro un bacio sulla guancia a testa.
-Direi che il debito è saldato-, annunciò George con aria solenne, e dopo qualche minuto lasciarono la stanza.