Fandom: RPF
Personaggi: Robert Downey Jr/Jude Law
Parte: 2/6
Rating: PG
Conteggio Parole: 627 (
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Note: AU. Una storia vissuta insieme, raccontata a piccoli frammenti. Il destino li unisce, ma può anche dividerli. "Raccolta" di flashfic riguardanti una vicenda RDJude di un universo parallelo.
Era proprio arrivato il momento.
E così, anche se avevano cercato di non pensarci, anche se avevano fatto finta che non fosse successo niente, anche se si erano illusi che all'ultimo momento qualcosa cambiasse, che il tutto si rovesciasse e non ci fosse più bisogno di prendere una decisione così drastica. Come nei Goonies.
Ma quei signori stavano stipando scatole e scatole in un furgone bianco asettico, senza nemmeno guardare quei due bambini di dieci anni che li fissavano scioccati, perché nessuno faceva caso a loro. Nessuno li aveva ascoltati quando avevano supplicato che non succedesse.
Jude lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, bastava un battito di ciglia perché cominciassero a scendere. Robert teneva gli occhi fissi in un punto sul pavimento. Una macchia a forma di sardina.
-Non voglio che vai via- pigolò con la voce rotta.
Robert rimase a fissare quel punto, come in trance.
-Che tu vada via- lo corresse, cinico.
Jude tirò su col naso, fissando sua mamma.
-Ma...Mamma, io voglio restare qui.
Lei lo fissò e sospirò addolorata.
-Jude...Non possiamo, dobbiamo tornare a casa per forza...
-Questa è casa mia!!- strillò lui, battendo i piedi per terra e lasciando che le lacrime scendessero liberamente giù per le guance. Robert continuava a guardare in basso, cercando di apparire sempre freddo e distaccato, ma quando Jude aveva cominciato a piangere aveva sentito qualcosa risalire dallo stomaco alla gola.
-S...Smettila, Jude.
L'inglese alzò lo sguardo e lo puntò un pò rabbiosamente su di lui.
-Io non voglio andare via...- insistette, sempre con la vocetta rotta e guardandolo con gli occhioni azzurri.
Robert strinse i pugnetti e lo guardò, compiendo uno sforzo notevole per trattenersi.
-Beh, devi.
-Ma io non voglio!- insistette, trascinando la voce.
La madre di Jude intervenne prendendolo per mano e cominciando a trascinarlo via.
Jude pianse più forte, tirando dalla parte opposta con tutte le sue forze, strizzando gli occhi e fissando Robert, tendendo una mano verso di lui, come per chiedergli aiuto, di non abbandonarlo e di aiutarlo a convincerla a non andarsene.
Robert lo fissava, sentendo un dolore muto crescere dentro il petto, eppure non lo capiva. Semplicemente rimase in piedi dentro la casa, guardando il suo migliore amico sparire impotente.
Improvvisamente corse fuori in giardino ed in strada, guardando la vecchia Volvo che si allontanava.
Guardò il finestrino posteriore, scambiando uno sguardo con Jude, che stava inginocchiato sul sedile con le mani premute contro il vetro e piangeva disperatamente.
L'avrebbe più rivisto?
Quando pensò a questa domanda e vide la macchina avvicinarsi alla curva in fondo al quartiere, non capì più nulla.
No no no no no no no!
Si mise a correre veloce, più veloce di quando lo inseguiva per gioco, perché questa volta sapeva che si trattava di un addio. E non gli aveva mai detto che gli voleva bene.
Jude saltò sul sedile, mettendosi a strillare e battere le mani contro il vetro, strattonando la mamma finché la macchina non si fermò. Scavalcò le sue ginocchia ed aprì freneticamente la portiera, correndo verso l'amico ed abbracciandolo d'impatto.
Robert non sapeva che quella sensazione era un vuoto. Sapeva solo che la pancia gli faceva male.
Lo strinse forte forte, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Jude lo guardò negli occhi marroni, con uno sguardo a metà fra il felice e lo stupefatto che gli illuminò il viso rosso.
-Ciao, Jude.
Jude singhiozzò e si asciugò gli occhi, annuendo.
-Ciao...- sussurrò, con un broncio triste.
Robert per un momento ebbe voglia di abbracciarlo di nuovo, invece lo lasciò andare e gli diede una piccola spinta.
-Dài, cucciolino, vai in macchina.
Jude lo guardò per qualche secondo, poi annuì.
Jude faceva sempre quello che diceva Robert.
Si voltò e tornò lentamente in macchina, appollaiandosi di nuovo sul sedile posteriore e facendogli un triste ciao ciao con la mano.
Appena svoltò l'angolo, l'auto ruggì via.
E Robert rimase lì, sul marciapiede, sentendosi le gambe molli. Deglutì a vuoto un paio di volte, poi anche lui scoppiò in lacrime, stropicciandosi gli occhi.