Titolo: Push
Fandom: Glee
Pairing: Kurt/Dave
Genere: Introspettivo
Conteggio parole: 310
Note: 1. Scritta per la Kurtofsky Challenge #1 del
kurtofsky_ita con il prompt "Armadietti".
Il suo, in fin dei conti, non è solo un atto di bullismo al solo scopo di ferire l'orgoglio di Kurt. Forse inconsapevolmente, i suoi gesti violenti sono un modo, anche se fraintendibile, rozzo ed istintivo, di poterlo toccare. Quelli sono gli unici momenti, nella giornata di David, in cui percepisce di essersi avvicinato fisicamente all'oggetto della sua imprevista e irrazionale attrazione sessuale. Ed è davvero innervosito da se stesso, perché continua a ripetersi che tutto questo è sbagliato sotto tutti i punti di vista: ma come si fa a fermare i pensieri che nascono ogni qualvolta che il corpo di Kurt, sebbene fasciato dai pantaloni e coperto da magliette e camicie alla moda, gli compare davanti? Si ripete come un motto cose in cui non crede, per esempio che Hummel non è poi così bello. Più lo pensa meno è in grado di staccargli gli occhi di dosso, perché quando si critica non si può fare a meno di osservare. Ed, eventualmente, imparare ad apprezzare. Così, in un circolo vizioso, ogni giorno Dave diventa sempre più schiavo dei secondi in cui può guardarlo da lontano. E, di conseguenza, spingerlo contro gli armadietti è un egoistico paliativo per una voglia sbagliata di entrare a contatto con lui, di assaggiare il suo corpicino, a volte di stringerlo a sé, anche se per pochi istanti.
Ma più passano i giorni più Dave si rende conto che prima o poi ne subirà delle conseguenze dirette, a livello personale e scolastico. Vale la pena rischiare il futuro solo per togliersi qualche sfizio dalla natura perversa? Non lo sa e forse gli fa comodo non volerlo sapere. Sì, perché se non ci pensa e se si giustifica con sé stesso che non sa come risolvere il problema, allora potrà continuare ad agire in quel modo.
Anche se, riflette, prima o poi le circostanze lo costringeranno a smettere.
Fandom: Glee
Pairing: Kurt/Dave
Genere: Introspettivo
Conteggio parole: 310
Note: 1. Scritta per la Kurtofsky Challenge #1 del
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Il suo, in fin dei conti, non è solo un atto di bullismo al solo scopo di ferire l'orgoglio di Kurt. Forse inconsapevolmente, i suoi gesti violenti sono un modo, anche se fraintendibile, rozzo ed istintivo, di poterlo toccare. Quelli sono gli unici momenti, nella giornata di David, in cui percepisce di essersi avvicinato fisicamente all'oggetto della sua imprevista e irrazionale attrazione sessuale. Ed è davvero innervosito da se stesso, perché continua a ripetersi che tutto questo è sbagliato sotto tutti i punti di vista: ma come si fa a fermare i pensieri che nascono ogni qualvolta che il corpo di Kurt, sebbene fasciato dai pantaloni e coperto da magliette e camicie alla moda, gli compare davanti? Si ripete come un motto cose in cui non crede, per esempio che Hummel non è poi così bello. Più lo pensa meno è in grado di staccargli gli occhi di dosso, perché quando si critica non si può fare a meno di osservare. Ed, eventualmente, imparare ad apprezzare. Così, in un circolo vizioso, ogni giorno Dave diventa sempre più schiavo dei secondi in cui può guardarlo da lontano. E, di conseguenza, spingerlo contro gli armadietti è un egoistico paliativo per una voglia sbagliata di entrare a contatto con lui, di assaggiare il suo corpicino, a volte di stringerlo a sé, anche se per pochi istanti.
Ma più passano i giorni più Dave si rende conto che prima o poi ne subirà delle conseguenze dirette, a livello personale e scolastico. Vale la pena rischiare il futuro solo per togliersi qualche sfizio dalla natura perversa? Non lo sa e forse gli fa comodo non volerlo sapere. Sì, perché se non ci pensa e se si giustifica con sé stesso che non sa come risolvere il problema, allora potrà continuare ad agire in quel modo.
Anche se, riflette, prima o poi le circostanze lo costringeranno a smettere.
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