Titolo: Se distanza tu farai, io sarò asfalto, impronta sui tuoi passi senza stringere mai.
Pairing: Robert Downey Jr./Jude Law
Genere: introspettivo
Conteggio Parole: 666 O_______O (
fiumidiparole )
Note: Sequel di Fireworks light the Time, tonight. di SeptemberRain su EFP. Scritto per la challenge B.I.Bi.T.A. del
maridichallenge
Il titolo è una frase dei Subsonica, da Incantevole <3
Jude penserà a lungo, tenendo in mano il suo pezzettino di carta stropicciata, che si starà pian piano rovinando e macchiando di sudore fra le mani. Si maledirà mille e duemila volte, lasciando scappare a quelle sue labbra morbide tutte le maledizioni che da una bocca come la sua non dovrebbero mai uscire. Ci metterà molto tempo, perché è ponderato, lui non fa follie, lui non lascia biglietti misteriosi con inviti quasi impossibili da prendere in considerazione. Eppure lui lo starà facendo, perché se non è quello il Destino che lo sta chiamando, allora non sa proprio cosa sia.
Cinque minuti dopo avrà già acceso il suo laptop, cercando fra i pochi voli disponibili uno che lo porti direttamente all'aeroporto di Los Angeles, avvertendo battiti così forti che gli sembrerà di avere due cuori. Le mani quasi tremeranno al pensare alla follia di prendere un aereo solo il giorno dopo, solo per andare da lui, senza sicurezze di alcun tipo. Spererà di trovare un pizzico di ragione quando avrà comprato il suo virtuale pezzo di carta.
Che l'indomani si ritroverà fra le dita e gli dirà esattamente dove andare. Si imbarcherà in fretta e furia, maledicendo più o meno tutte le code, le persone, le valigie che si troveranno fra lui e l'aereo, fra lui e Los Angeles, fra lui e Robert. E si domanderà tantissime volte e con tantissima angoscia se è giusto, se non stia solo seguendo uno slancio emotivo dovuto al recente distacco. Ripercorrerà cento e più volte tutte le occasioni che hanno avuto e che non hanno mai sfruttato. Per stare insieme, finalmente.
Si morderà il labbro così tante volte e così a lungo che lo farà sanguinare, si torcerà le mani nell'ansia e nell'attesa, tremerà quando l'aereo si sarà sollevato dal suolo. E penserà che il primo grande passo è fatto. Sentirà un forte senso di risucchio in mezzo al petto, quella è la sensazione di un salto nel vuoto. Osserverà le miglia sparire dietro di lui, fuori dal finestrino, e sussurrerà insulti a sé stesso, forse sentendosi un po' una nullità in un modo molto adolescenziale: non è normale, non è sano finire sempre per fare quello che vuole Robert. Si immaginerà la scena, con Susan perplessa e fredda. Con Indio, possibilmente, che farà mille domande sulla sua presenza non prevista e senza motivo. E la reazione di Robert... Non riesce a vederla: è così imprevedibile. Ma ha paura che, una volta tornato da lui, lo rifiuterà. Illogicamente, perché quel biglietto l'ha lasciato proprio lui.
E lo odierà, perché Jude vuole sempre sapere a cosa sta andando incontro. E Robert lo sa, e l'ha sfidato. Per un po', infatti, durante il viaggio lo odierà. A morte, perché l'impotenza fa arrabbiare.
Una volta atterrato, affronterà con la consueta titubanza la guarda alla dogana, sentendosi come sempre un a disagio. Che dimenticherà appena noleggerà un'auto per raggiungere Malibù. Torturerà ancora quel biglietto, unica testimonianza di una mezza promessa nella quale però Robert non si è voluto impegnare. Come sempre.
Raggiungerà la villetta con un grosso polverone, come si addice ai film? No, l'auto bucherà. E Jude immaginerà di ringraziare, fa lo stesso, e di correre a perdifiato fino a destinazione.
Invece perderà tantissimo tempo ad innervosirsi mentre l'autista cambierà il copertone, riempiendo mentalmente di insulti Robert, l'autista, la macchina, la strada, la California tutta, il caldo, il tempo. La vita.
Ed ancora, non vorrà chiamarlo per farsi venire a prendere.
E poi si maledirà per aver desiderato di andarci il prima possibile. Si ritroverà di nuovo in macchina, con un sistema di condizionamento che odierà tantissimo.
E poi finalmente la raggiungerà, casa sua. Senza piani, senza progetti, dandosi dell'idiota e dicendosi che comunque Robert gli sbatterà la porta in faccia. Arriverà a desiderarlo, per la paura. Il cuore si stringerà appena al vedere la porta in legno scuro, impallidirà trovandocisi davanti. Penserà alla follia che ha appena messo in atto. E poi che ormai una volta lì vale la pena tentare e vedere cosa succede.
E si ritroverà lì, davanti alla sua porta.
Pairing: Robert Downey Jr./Jude Law
Genere: introspettivo
Conteggio Parole: 666 O_______O (
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: Sequel di Fireworks light the Time, tonight. di SeptemberRain su EFP. Scritto per la challenge B.I.Bi.T.A. del
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Il titolo è una frase dei Subsonica, da Incantevole <3
***
Jude penserà a lungo, tenendo in mano il suo pezzettino di carta stropicciata, che si starà pian piano rovinando e macchiando di sudore fra le mani. Si maledirà mille e duemila volte, lasciando scappare a quelle sue labbra morbide tutte le maledizioni che da una bocca come la sua non dovrebbero mai uscire. Ci metterà molto tempo, perché è ponderato, lui non fa follie, lui non lascia biglietti misteriosi con inviti quasi impossibili da prendere in considerazione. Eppure lui lo starà facendo, perché se non è quello il Destino che lo sta chiamando, allora non sa proprio cosa sia.
Cinque minuti dopo avrà già acceso il suo laptop, cercando fra i pochi voli disponibili uno che lo porti direttamente all'aeroporto di Los Angeles, avvertendo battiti così forti che gli sembrerà di avere due cuori. Le mani quasi tremeranno al pensare alla follia di prendere un aereo solo il giorno dopo, solo per andare da lui, senza sicurezze di alcun tipo. Spererà di trovare un pizzico di ragione quando avrà comprato il suo virtuale pezzo di carta.
Che l'indomani si ritroverà fra le dita e gli dirà esattamente dove andare. Si imbarcherà in fretta e furia, maledicendo più o meno tutte le code, le persone, le valigie che si troveranno fra lui e l'aereo, fra lui e Los Angeles, fra lui e Robert. E si domanderà tantissime volte e con tantissima angoscia se è giusto, se non stia solo seguendo uno slancio emotivo dovuto al recente distacco. Ripercorrerà cento e più volte tutte le occasioni che hanno avuto e che non hanno mai sfruttato. Per stare insieme, finalmente.
Si morderà il labbro così tante volte e così a lungo che lo farà sanguinare, si torcerà le mani nell'ansia e nell'attesa, tremerà quando l'aereo si sarà sollevato dal suolo. E penserà che il primo grande passo è fatto. Sentirà un forte senso di risucchio in mezzo al petto, quella è la sensazione di un salto nel vuoto. Osserverà le miglia sparire dietro di lui, fuori dal finestrino, e sussurrerà insulti a sé stesso, forse sentendosi un po' una nullità in un modo molto adolescenziale: non è normale, non è sano finire sempre per fare quello che vuole Robert. Si immaginerà la scena, con Susan perplessa e fredda. Con Indio, possibilmente, che farà mille domande sulla sua presenza non prevista e senza motivo. E la reazione di Robert... Non riesce a vederla: è così imprevedibile. Ma ha paura che, una volta tornato da lui, lo rifiuterà. Illogicamente, perché quel biglietto l'ha lasciato proprio lui.
"Scoprilo".
E lo odierà, perché Jude vuole sempre sapere a cosa sta andando incontro. E Robert lo sa, e l'ha sfidato. Per un po', infatti, durante il viaggio lo odierà. A morte, perché l'impotenza fa arrabbiare.
Una volta atterrato, affronterà con la consueta titubanza la guarda alla dogana, sentendosi come sempre un a disagio. Che dimenticherà appena noleggerà un'auto per raggiungere Malibù. Torturerà ancora quel biglietto, unica testimonianza di una mezza promessa nella quale però Robert non si è voluto impegnare. Come sempre.
Raggiungerà la villetta con un grosso polverone, come si addice ai film? No, l'auto bucherà. E Jude immaginerà di ringraziare, fa lo stesso, e di correre a perdifiato fino a destinazione.
Invece perderà tantissimo tempo ad innervosirsi mentre l'autista cambierà il copertone, riempiendo mentalmente di insulti Robert, l'autista, la macchina, la strada, la California tutta, il caldo, il tempo. La vita.
Ed ancora, non vorrà chiamarlo per farsi venire a prendere.
E poi si maledirà per aver desiderato di andarci il prima possibile. Si ritroverà di nuovo in macchina, con un sistema di condizionamento che odierà tantissimo.
E poi finalmente la raggiungerà, casa sua. Senza piani, senza progetti, dandosi dell'idiota e dicendosi che comunque Robert gli sbatterà la porta in faccia. Arriverà a desiderarlo, per la paura. Il cuore si stringerà appena al vedere la porta in legno scuro, impallidirà trovandocisi davanti. Penserà alla follia che ha appena messo in atto. E poi che ormai una volta lì vale la pena tentare e vedere cosa succede.
E si ritroverà lì, davanti alla sua porta.
Current Mood:
apathetic

Leave a comment