Titolo: Delicate
Genere:
Angst
Avvertimento: Deathfic, future!fic
Conteggio parole: 405
Note: Prompt "Prima volta" dalla tabella EROS della Challenge #1 del [livejournal.com profile] kurtofsky_ita 


Non sa perché gli sia venuto in mente proprio ora, il suo ricordo. Stava solo riordinando la camera da letto (dove dorme solo). Stava lisciando la coperta, con la calma della lieve tristezza che l'accompagna ormai da anni, le iridi dal colore freddo e spento come se, in quella grottesca storia di discriminazione, fosse un po' morto anche lui. Si guarda le mani, fermandosi dal lavoro, per poi sedersi sul materasso morbido - l'unica cosa che gli piace abbracciare, dato che si illude che ci sia ancora il suo profumo filtrato nel tessuto - e continuare a guardarsi le dita, i polpastrelli che tremano appena per l'angoscia. Gli occhi si velano appena di una patina sognante, solo che le cose che stanno tornando alla sua mente sono troppo, troppo piacevoli per non fare male. Troppo divertenti per non rendersi conto che non sa più ridere.
L'unica cosa che affiora alle sue labbra è il minuscolo sogghigno uguale a quello di sette anni fa, quando l'aveva trascinato fuori dalla scuola, l'ultimo giorno della loro carriera al Liceo, David che era tutto rosso, balbettava che non era il caso, che era imbarazzante passare in mezzo alla folla di adolescenti stretti per mano. E lui rideva, sventolando un preservativo proprio in mezzo alla strada solo per il gusto di vederlo imbarazzato.
E mentre guarda le proprie mani ricorda come aveva preso le sue, guidandole a toccare il proprio corpo e guardandolo sudare e deglutire per il disagio. E chiude gli occhi, ricordando quante volte l'aveva trascinato sopra di sé, osservando i suoi movimenti impacciati che, di volta in volta, diventavano più sicuri. I sorrisi sempre meno intimiditi, le sue mani sempre più possessive sulle cosce, aprendole dolcemente mentre l'attesa che si insinuasse in lui lo faceva rabbrividire. E poi i piccoli litigi dopo aver fatto l'amore, conclusi sempre con qualche dispetto e con una sessione di baci caldi e lenti. Ed erano cresciuti così, fuori da Lima, vicino a Columbus, per permettere a Kurt di continuare a studiare al College.
Ed è con un salto che il suo cuore ricorda e batte più forte. Ricorda la porta aperta, ricorda i soprammobili del loro appartamento rovesciati scompostamente a terra. Ricorda il panico correndo su per le scale, ricorda la porta della loro stanza spalancata, ricorda il loro letto pieno di sangue, quello dove stavano sempre insieme a parlare, scambiarsi storie, accarezzarsi prudentemente e possessivamente.
Quello stesso letto, quello dove ora Kurt è solo.


Titolo: Accidentally In Love
Genere: Generale
Pairing: Kurt/Blaine; Kurt/Karofsky; Blaine/Sam (hint)
Conteggio parole: 625
Note: Prompt "Rabbia" dalla tabella EROS della Challenge #1 del [livejournal.com profile] kurtofsky_ita


Probabilmente tutta la scuola sta ascoltando - o meglio, origliando - la conversazione che Kurt Hummel sta avendo col fidanzato, reo di averlo escluso da più o meno tutti gli avvenimenti più importanti degli ultimi mesi nella sua vita e nella sua famiglia. Cose che ora tutta la gioventù di Lima sa, e questo non sarebbe dovuto succedere.
«Se non ti fidi a raccontarmi queste cose come fai a dire di essere il mio ragazzo?» Urla praticamente a polmoni gonfi, guardando Blaine con un misto di delusione e rabbia. «Perché io dovevo dirti tutto e tu invece dovevi tenerti i tuoi cavolo di segreti?» Aggiunge, sovrastandolo. L'ex-Warbler in questo momento si sente come una barchetta minuscola aggredita da un polipo gigante, e non osa parlare perché sa. Sa che Kurt si metterebbe ad urlare ancora più forte, perché Kurt ha sempre ragione anche quando non ce l'ha, con Kurt è sempre "sì" o "sì". E questa volta il suo atteggiamento è stato da "no", quindi è anche inutile ribattere.
«Hai ragione, Kurt.»
«Certo che ho ragione, Blaine. E comunque mi hai servito l'occasione su un piatto d'argento: non mi piaci più.
Blaine boccheggia, incredulo. Sarà mai possibile concludere una conversazione così?
«Che cosa?» Mormora, sbattendo le palpebre per la sorpresa. «Ma tu... Tu hai solo me! Che cos'è questa storia? Cos'ho che non va?»
Kurt rotea gli occhi, sospirando e calmandosi un po', rendendosi conto che con questa brutalità è passato dalla parte del torto.
«Non hai niente che non va - a parte il fatto che quei capelli sono insopportabili, che sei un egocentrico tanto quanto me e quindi stiamo litigando un sacco per niente, che--»
«I miei capelli? Ma posso cambiarli, posso farli crescere, posso--»
«Non è questo il punto, a te piacciono e a me no. Non voglio farti cambiare perché semplicemente ho smesso di adorarti come facevo tempo fa, capisci?» Risponde infine Kurt, guardandolo dritto negli occhi.
«Hai cambiato tipo, allora?» Dice Blaine, aggrottando le - foltissime - sopracciglia. Questo proprio non se l'aspettava.
«Beh... Potrei aver cambiato tipo, già» Replica Kurt, guardando in basso e stupendosi nel sentire le gote solo un po' più tiepide.
Blaine continua a non capire. Come può qualcuno rigettarlo, lui che è lo studente più popolare anche al McKinley, lui che l'ha corteggiato e viziato per mesi, lui che se lo poteva permettere. Lui che, in fondo, lo ama.
«Quindi stai vedendo qualcuno.»
Kurt annuisce, guardando altrove e continuando a sentirsi a disagio. Sa che quando gli dirà chi ha baciato e toccato maldestramente dietro il cortile, Blaine rimarrà di sasso. Perché è una persona che detesta, che ritiene troppo rozzo e semplice per apprezzare il talento e le qualità di Kurt.
«Karofsky» Dice semplicemente, avvampando e sospirando, gli occhi lucidi per l'imbarazzo. Come previsto, Blaine rimane a guardarlo per dei lunghi secondi immobili, passando molto velocemente dalla tristezza alla rabbia, rabbia che molto singolarmente manifesta attraverso il silenzio.
«Mi spiace, Blaine, è stato bello» Conclude allora Kurt, prendendo il suo viso e lasciandogli un bacio d'addio a fior di labbra, come ha visto fare nei film. Improvvisamente gli sovviene che effettivamente tutta la loro relazione è stata da film. Irreale, basata sui presupposti sbagliati, leggera.
E quando Kurt raggiunge Dave, appoggiato contro un armadietto fuori dal campo visivo di Blaine, lo guarda e sorride.
«A posto.»
«Dovevi proprio baciarlo?» Risponde l'altro, aggrottando le sopracciglia. «Adesso avrai il suo sapore per tutta la giornata.»
Kurt sa benissimo quanto Karofsky sia felice di averlo tutto per sé, che però preferisce non mostrarlo, perciò si limita a ridere, guardandosi indietro e scoccando un'occhiata lievemente dispiaciuta a Blaine prima di sparire dietro l'angolo, col suo nuovo ragazzo.
E Blaine, non capendo come Kurt sia passato dal parlare di fiducia al rivelargli una relazione nascosta, viene distratto da qualcosa. Dal sedere fasciato in denim di qualità scadente di Sam Evans.


Titolo: D.A.N.C.E.
Genere: Fluff, Generale
Conteggio parole:
456
Note: Prompt "Parco acquatico" dalla tabella MISTA della Challenge #1 del [livejournal.com profile] kurtofsky_ita 
Also, il titolo è RANDOMICISSIMO, quindi non è per niente collegato a NULLA X'DDD


L'estate è stata generosa, quest'anno. Le temperature sono alte, ma la brezza del Lago di Erie che straordinariamente arriva anche da quelle parti - a Columbus, dove lui e Dave hanno deciso di passare qualche giorno di vacanza prima di cominciare il lavoro estivo assieme, alla gelateria del signor Watson - passa quietamente accanto ai loro visi, mentre siedono su una panchina proprio accanto alla piscina dei delfini, nel parco acquatico un po' fuori mano ma proprio carino che Burt ha consigliato loro il giorno prima.
David guarda Kurt, mordicchiando un ghiacciolo ed accigliandosi, sistemando il berretto a quadri del suo neo-ragazzo - la fierezza anche solo nel pensarlo! - ed osservando la sua espressione sorpresa, per poi rispondere allegramente agli occhi tranquilli ed un po' sorpresi.
«Prendevi il sole dalla parte sbagliata.»
«E quale sarebbe la parte giusta?»
«Quella dove non posso guardarti in faccia.»
Kurt ridacchia, tentatissimo di sporgersi e baciarlo, ma si guarda attorno ed ancora sente tanti occhi addosso. E non ha mai avuto questi problemi con Blaine, non ha idea del perché con David dovrebbe essere diverso. Comunque uno schizzo d'acqua lo distrae da leggeri problemi interiori, facendolo accigliare e curvare le labbra in un'espressione di lieve disgusto. Acqua clorata sul gelato!
«No...» mormora, sospirando. «Stupido delfino!» Esclama, guardando il colpevole dritto negli occhi. L'irritazione di Kurt spaventa persino gli animali, è riprovato, ed il mammifero sparisce subito dopo sott'acqua, con un tuffo che chiaramente non manca di colpire di nuovo Kurt e, stavolta, anche Dave che si ripara dietro il corpicino del fidanzato. E Kurt, trovandosi praticamente fradicio con la sua maglietta nuova e coloratissima, prende a picchiare la prima cosa robusta che si trova vicino. Chiaramente, Dave come sempre accetta di fargli da punching-ball, ridacchiando.
«Non ridere sulle mie disgrazie! Questa maglietta costa più del tuo arto più costoso!»
David rotea gli occhi, rimanendo silenzioso e sospirando, aspettando che l'attacco di irritazione di Kurt passi.
Effettivamente, delfini e vendetta passano presto dai pensieri di Kurt, che dopo pochi minuti è già appeso alla mano di David, cercando di coartarlo ad andare verso la vasca.
Il punto è che ha adocchiato un istruttore che assomiglia a Chris Hemsworth, e come trattenere un giovane ragazzo omosessuale dall'ammirare cotanta bellezza di muscoli guizzanti?
A David non interessa. Anzi, da quando stanno insieme è diventato molto possessivo e protettivo nei suoi confronti, ed il pensiero che Kurt possa desiderare qualcos'altro non è esattamente fra i più piacevoli.
«Poi ti compro lo zucchero filato!» Dice Kurt, cercando di convincerlo.
«Non mi comprerai con i dolci, Kurt!» Ridacchia Karofsky.

Quindici minuti dopo, Kurt sta facendo domande ambigue all'istruttore, Dave è un po' più indietro, gli occhi fissi su di entrambi i sederi, mordicchiando una pannocchia arrosto.
A quanto pare, corrompere Dave non è esattamente la missione più difficile del mondo.
 
 
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