Titolo: Self-Rape
Genere: Triste, Introspettivo
Fandom: Muse
Pairing: Matthew/Dominic
Note: Sclero post-concerto e auto-regalo di compleanno (tanti auguri a meeee...come sono patetica xD). Mi spiace, come al solito mi vengono ste idee assurde -.- quindi l'ho fatto! come sempre non ha nessun fondamento (ma il giorno in cui Dom farà outing avremo le prove!!) Mi sono solo inventata che Matt ha fatto quella cosa iper-orgasmica solo per Dom. Ma Matt, come sappiamo, è solo un idiota, non l'ha fatto per altro che per mettersi in mostra. Dom come sempre è lo sfigato che gli muore dietro senza possibilità di essere ricambiato, e subisce tutte le angherie fisiche ed emotive del Bells. E voi subite le mie, mi spiace.
Stasera non siamo molto carichi, sembra.
Il ventun Novembre, una data come trecentosessantadue altre. Beh, non proprio; so che dovrebbe rattristarmi.
Quattro anni fa lui mi ha detto che non potevamo più comportarci a modo nostro, non potevamo più essere noi.
Perché la sua ragazza dice che è inappropriato, ma io so la verità. E' gelosa.
So perché lo vuole tutto per sé, sono gli stessi motivi per cui volevo stargli accanto: è troppo interessante, pieno di sorprese, pazzo e straordinariamente talentuoso.,,e mille altre cose.
-Dom, dobbiamo smetterla-, mi aveva detto seccamente, ma io so vedere in lui e gli dispiaceva, troppo. Ma Matt sa fingere quando deve, è il suo lavoro che lo richiede. E mi aveva convinto.
Ho covato per anni un gelo che mordeva il mio stomaco ogni volta che lei lo abbracciava, lo baciava, si appartava con lui. Ogni volta che si dimostravano amore con dei gesti, specialmente quelli abitudinari, che mostrano più di tutto che lui è suo.
Lui l'aiuta a portare la valigia in taxi. Una cosa semplice. Ma non ha mai aiutato me. Lui è suo.
Lui va a fare la spesa con lei, e scegliendo le confezioni più economiche - anche se non ce n'è bisogno - fanno progetti per il futuro. Sarà sempre suo.
Anch'io so fingere. Per dono e impegno sono un metronomo umano e non si notano tutte queste mie distrazioni. Dopotutto pochi sanno che sono abituato a coprire tutto quello che provo quando mi trovo vicino a lui. E questo lo irrita, spesso, anche se non vuole ammetterlo. Vuoi sapere cosa penso, Matt?
Come quando mi lascio sfuggire - non tanto casualmente, lo ammetto - qualcosa su quello che c'è stato, lui lascia cadere la cosa o si comporta come se non l'avessi mai detta. Come nel Bispensiero: cambiare i fatti e convincersi che la storia sia sempre stata quella nuova - il libro l'ho riletto perché lui si è fissato con quella storia, quest'anno.
Ma io lo ricordo quand'eravamo liberi, di scherzare, giocare fra noi. Prenderci a pugni, litigare e poi ridere. Scambiarci battute allusive cercare contatto fisico in modo inconscio perché ancora non avevamo capito.
Consolarci nei momenti duri, e vedere dove l'altro aveva dei punti deboli per sapere cosa non dovevamo toccare. E lui da ubriaco si era aggrappato a me, e io gli avevo sussurato in un orecchio qualcosa. "Ti amo".
E lui il giorno dopo mi ha detto quella cosa. Pensavo scherzasse.
No.
Non credo se lo ricordi, di tutto questo; tende a dimenticare facilmente le cose, io lo so: chi gli ricorda cosa mettere nella valigia? Chi gli corre dietro con la roba lasciata in lavanderia da giorni? Chi gli dice che qualcuno aspetta che si accorga di lui da anni? Sempre io.
O forse sì.
Finisce Supermassive Black Hole e io non ho sentito una sola nota, ma ora mi devo concentrare. Metto questi pensieri in stallo, li lascio nascondersi in secondo piano rispetto allo show, ma sono lì.
Poi lui fa qualcosa che nel rock è un cliché, pure se ormai desueto.
Il corpo della Glitterati vicino al viso, verso di me.
All'inizio non mi guarda, e apre la bocca; con la lingua e i denti pizzica e solletica le corde. La lingua, la vedo con dolorosa precisione, lecca sensualmente i punti sensibili di...
No, non è Gaia.
Ma non riesco a non pensarlo. Io vedo Matthew che soddisfa una donna che geme e urla.
La chitarra geme e urla.
E io qui, e non posso reagire.
Fa male. Mi eccita. Piacere e dolore collegati, non è una novità. Mi eccita, così mi fa venire voglia di spogliarlo e scoparmelo lì sul palco, anche davanti a tutti. Ma non posso, non devo, non ne ho nessun diritto.
Poi mi guarda valutando inutilmente una mia qualsiasi reazione che non ottiene, so recitare quanto basta.
Ma perché? E' interessato, adesso?
Vuole farmi eccitare per capire se mi interessa ancora.
Finisco il pezzo e tutto scorre fino alla fine.
-Dom, ti devo parlare.
Mi invita in un angolo, noi due soli ora. Lo so cosa vuole chiedermi. "Perché mi hai ignorato per tutto il concerto?".
Me lo chiede, infatti.
-Perché non mi interessi più, Matt-, gli rispondo con lo stesso tono che lui aveva usato con me quattro anni fa. Fa male, Matt? Ora capisci.
Mento, perché ho un orgoglio. Perché non è ragionevole illudersi e ferirsi per sanguinare senza poter avere una cura, qualcuno che si offra come rifugio. Ma ora è lui a soffrire.
-Capito-, dice abbassando gli occhi.
Non mi fa pena. Non deve farmi pietà. Che cosa sono io? Una bambolina da sbattere e buttare via una volta esaurito l'uso, a sua discrezione? Non deve impietosirmi, anche se lo amo.
Ma lo amo.
E...
Non lo bacerò.
E i suoi occhi mi supplicano ma io non lo bacerò.
Non sottostarò al suo egoismo.
Anche se ci sono abituato, e...
Non lo bacerò.
Mi implora, me lo chiederebbe in ginocchio.
E io mi violento di nuovo, ancora una volta, come sempre.
E lo bacio.
Genere: Triste, Introspettivo
Fandom: Muse
Pairing: Matthew/Dominic
Note: Sclero post-concerto e auto-regalo di compleanno (tanti auguri a meeee...come sono patetica xD). Mi spiace, come al solito mi vengono ste idee assurde -.- quindi l'ho fatto! come sempre non ha nessun fondamento (ma il giorno in cui Dom farà outing avremo le prove!!) Mi sono solo inventata che Matt ha fatto quella cosa iper-orgasmica solo per Dom. Ma Matt, come sappiamo, è solo un idiota, non l'ha fatto per altro che per mettersi in mostra. Dom come sempre è lo sfigato che gli muore dietro senza possibilità di essere ricambiato, e subisce tutte le angherie fisiche ed emotive del Bells. E voi subite le mie, mi spiace.
Stasera non siamo molto carichi, sembra.
Il ventun Novembre, una data come trecentosessantadue altre. Beh, non proprio; so che dovrebbe rattristarmi.
Quattro anni fa lui mi ha detto che non potevamo più comportarci a modo nostro, non potevamo più essere noi.
Perché la sua ragazza dice che è inappropriato, ma io so la verità. E' gelosa.
So perché lo vuole tutto per sé, sono gli stessi motivi per cui volevo stargli accanto: è troppo interessante, pieno di sorprese, pazzo e straordinariamente talentuoso.,,e mille altre cose.
-Dom, dobbiamo smetterla-, mi aveva detto seccamente, ma io so vedere in lui e gli dispiaceva, troppo. Ma Matt sa fingere quando deve, è il suo lavoro che lo richiede. E mi aveva convinto.
Ho covato per anni un gelo che mordeva il mio stomaco ogni volta che lei lo abbracciava, lo baciava, si appartava con lui. Ogni volta che si dimostravano amore con dei gesti, specialmente quelli abitudinari, che mostrano più di tutto che lui è suo.
Lui l'aiuta a portare la valigia in taxi. Una cosa semplice. Ma non ha mai aiutato me. Lui è suo.
Lui va a fare la spesa con lei, e scegliendo le confezioni più economiche - anche se non ce n'è bisogno - fanno progetti per il futuro. Sarà sempre suo.
Anch'io so fingere. Per dono e impegno sono un metronomo umano e non si notano tutte queste mie distrazioni. Dopotutto pochi sanno che sono abituato a coprire tutto quello che provo quando mi trovo vicino a lui. E questo lo irrita, spesso, anche se non vuole ammetterlo. Vuoi sapere cosa penso, Matt?
Come quando mi lascio sfuggire - non tanto casualmente, lo ammetto - qualcosa su quello che c'è stato, lui lascia cadere la cosa o si comporta come se non l'avessi mai detta. Come nel Bispensiero: cambiare i fatti e convincersi che la storia sia sempre stata quella nuova - il libro l'ho riletto perché lui si è fissato con quella storia, quest'anno.
Ma io lo ricordo quand'eravamo liberi, di scherzare, giocare fra noi. Prenderci a pugni, litigare e poi ridere. Scambiarci battute allusive cercare contatto fisico in modo inconscio perché ancora non avevamo capito.
Consolarci nei momenti duri, e vedere dove l'altro aveva dei punti deboli per sapere cosa non dovevamo toccare. E lui da ubriaco si era aggrappato a me, e io gli avevo sussurato in un orecchio qualcosa. "Ti amo".
E lui il giorno dopo mi ha detto quella cosa. Pensavo scherzasse.
No.
Non credo se lo ricordi, di tutto questo; tende a dimenticare facilmente le cose, io lo so: chi gli ricorda cosa mettere nella valigia? Chi gli corre dietro con la roba lasciata in lavanderia da giorni? Chi gli dice che qualcuno aspetta che si accorga di lui da anni? Sempre io.
O forse sì.
Finisce Supermassive Black Hole e io non ho sentito una sola nota, ma ora mi devo concentrare. Metto questi pensieri in stallo, li lascio nascondersi in secondo piano rispetto allo show, ma sono lì.
Poi lui fa qualcosa che nel rock è un cliché, pure se ormai desueto.
Il corpo della Glitterati vicino al viso, verso di me.
All'inizio non mi guarda, e apre la bocca; con la lingua e i denti pizzica e solletica le corde. La lingua, la vedo con dolorosa precisione, lecca sensualmente i punti sensibili di...
No, non è Gaia.
Ma non riesco a non pensarlo. Io vedo Matthew che soddisfa una donna che geme e urla.
La chitarra geme e urla.
E io qui, e non posso reagire.
Fa male. Mi eccita. Piacere e dolore collegati, non è una novità. Mi eccita, così mi fa venire voglia di spogliarlo e scoparmelo lì sul palco, anche davanti a tutti. Ma non posso, non devo, non ne ho nessun diritto.
Poi mi guarda valutando inutilmente una mia qualsiasi reazione che non ottiene, so recitare quanto basta.
Ma perché? E' interessato, adesso?
Vuole farmi eccitare per capire se mi interessa ancora.
Finisco il pezzo e tutto scorre fino alla fine.
-Dom, ti devo parlare.
Mi invita in un angolo, noi due soli ora. Lo so cosa vuole chiedermi. "Perché mi hai ignorato per tutto il concerto?".
Me lo chiede, infatti.
-Perché non mi interessi più, Matt-, gli rispondo con lo stesso tono che lui aveva usato con me quattro anni fa. Fa male, Matt? Ora capisci.
Mento, perché ho un orgoglio. Perché non è ragionevole illudersi e ferirsi per sanguinare senza poter avere una cura, qualcuno che si offra come rifugio. Ma ora è lui a soffrire.
-Capito-, dice abbassando gli occhi.
Non mi fa pena. Non deve farmi pietà. Che cosa sono io? Una bambolina da sbattere e buttare via una volta esaurito l'uso, a sua discrezione? Non deve impietosirmi, anche se lo amo.
Ma lo amo.
E...
Non lo bacerò.
E i suoi occhi mi supplicano ma io non lo bacerò.
Non sottostarò al suo egoismo.
Anche se ci sono abituato, e...
Non lo bacerò.
Mi implora, me lo chiederebbe in ginocchio.
E io mi violento di nuovo, ancora una volta, come sempre.
E lo bacio.
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amused

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