15 May 2012 @ 11:26 am
Ultime fic della Coppa delle Lande /o/  
Titolo: Semaforo verde
Fandom: Queer As Folk (US)
Personaggi: Justin Taylor/Brian Kinney
Genere: commedia
Avvertimento: missing moments
Parole: 190
Note: settato dopo la fine della serie, durante una delle visite di Justin a Pittsburgh. Dove Brian lo aspetta sempre con un ghigno e quell'aria da "ma perché ho deciso di portarmi a casa sto ragazzino, quella volta?". Ovviamente per me Brian è quello della chessò, seconda stagione. Non il puppy attack perenne della quinta :/



È da mezz'ora che lo sta fissando, con un ghigno poco confortante a stiracchiargli appena le labbra, lo sguardo malizioso e predatorio di chi sa perfettamente cosa fare e che in fondo gli è permesso farlo. Dopotutto è da un pezzo che non si vedono, ed appena lo ha visto all'aeroporto la prima cosa che ha pensato è stata sbatterlo in bagno e farci del sesso, per la prima volta in mesi. Non che sia rimasto casto per lui, ma era a lui che pensava quando invitava uomini conosciuti un'ora prima per una botta e via. E Brian ha lentamente ammesso a se stesso di essere cambiato, un po'. E quindi ora il semaforo è rosso, e Justin lo fissa con la chiara intenzione di abbassargli la zip dei pantaloni e dargli un minuto o due di piacere perché ad aspettare di essere a casa non ce la fa.
E Brian affonda nella sua bocca, col sollievo e la lussuria di una cosa attesa con ansia nascosta.
È il tamponamento successivo a fargli realizzare che cazzo, adesso il semaforo è verde. Justin pagherà il culo della macchina, cazzo. Smetterà di ridere, almeno.



Titolo: Guiding Light
Fandom: RPF Cinema
Personaggi: Robert Downey Jr./Jude Law
Genere: fluff
Parole: 229
Avvertimento: english fic, plot? what plot?
Note: piccolissimo snippet che ho scritto in inglese semplicemente perché ero a corto di ispirazione e se lo avessi scritto in italiano non mi sarebbe venuto come volevo #problemi XDDD tutto per [livejournal.com profile] shadowolf19. Anche se è poco tho... L'inglese di sta storia fa schifo, sorry D:



Sometimes I just wake up in the morning and stay there. Of course, other times I get dressed and leave him a message before hurrying out the door to reach some place I need to be at. But on days like this, I just look at him and think. Touching his skin, wondering if it tickles him or how long it's going to take before he wakes up. I play with his hair and remember what I used to know about him before getting at this point. Where we go to bed together, where we share short hours just talking or planning things, where we're allowed to be together because Susan knows and accepts it. God bless her.
I remember what I used to hear about him: all the news and pieces of gossip crap, all the addiction-related rumours which sadly turned out to be true. And I did judge him, yes, like almost everybody. And now he's sound asleep in my arms, risen from the darkest past, shining like a chest of treasures. Clean, happy, renewed. They called him a phoenix, and there's nothing more appropriate to describe a man with such strenght and humanity. Sometimes I just wake up in the morning and smile down at him, because after all that darkness and anguish, maybe all he needs is to be covered in light. I'll be that light.



Titolo: Homecoming
Fandom: Berlin Berlin! (Lolle)
Personaggi: Sven, Lolle, Sarah, Alex, Hart
Genere: buh.
Parole: 781
Avvertimenti: What if?, threesome, missing moment, probabilissimo OOC
Note: settato dopo la fine del telefilm, che ho voluto sistemare perché 1. mi sta sul cazzo che Lolle non sia rimasta con Alex. Quando avevano provato la threesome erano carinissimi >_< 2. Non mi piace com'è finito. Con Lolle che se ne va da Berlino con Sven (IL SUO FOTTUTO CUGINO, SOTTOLINEO) lasciando indietro Sarah e Hart D: no. No me gusta. E neanche sta fic me gusta, ma whatever. XD




Alla fine l'Australia non ci piaceva. Troppo caldo, troppa siccità, poche opportunità per me. Sono felice con Sven, certo, ma quello non era il posto giusto per piantare radici e pianificare un futuro, soprattutto con il lavoro che voglio fare da una vita. A lui dispiaceva, invece, andarsene così. Si è fatto degli amici, aveva anche trovato un lavoro, ma tutto sommato dopo qualche mese si è arreso e beh, in meno di un anno ci siamo trovati di nuovo su un aereo di linea, di nuovo diretti alla vecchia Berlino. La mia storia non può non continuare lì. Possono esserci interruzioni, o cambi di ambientazione provvisori, ma non si può sradicare una come me dalla città che l'ha resa ciò che è ora. E dire che prima d'ora non ho mai creduto in cose come questa...
E poi ammetto che già mi mancavano Sarah ed Hart. Appena siamo arrivati all'aeroporto siamo saltati su uno dei taxi, col cuore leggerissimo come un palloncino, siamo corsi a casa. Casa, proprio così, quell'appartamento troppo stretto e scomodo scenario di tutti i nostri litigi, imbarazzi, scene da dimenticare e amore. Un posto dove il dolore mi ha sempre seguita, nonostante quei giorni in cui tutto andava così bene che raccontarlo non avrebbe suscitato interesse. Dolore che, effettivamente, era ovunque. Me lo porto dietro, anche se Sven dice che dentro sono forte, fortissima, e che si sente fortunato a non avere addosso la pressione di dovermi proteggere. Sì, non l'ha detto così, ma con il traduttore maschio-Lolle; Lolle-maschio che ho sviluppato...
Quando suoniamo il campanello di casa loro il faccione di Hart compare alla porta e gli ci vuole un lasso di tempo imbarazzante prima che capisca di non essere vittima di uno scherzo, che quelli siamo proprio noi, che siamo tornati. Mi mancava... Quando mi abbraccia rido subito, sentendomi scivolare di nuovo nella mia vecchia identità. La Lolle infantile che dice tutte le cose sbagliate al momento sbagliato e ride troppo rumorosamente. Rido forte e Sven mi guarda, mezzo divertito e mezzo confuso. No, non credo che lui capisca questo lato di me, forse non l'ha mai fatto. Io ho dovuto cambiare per lui.
Rido, poi quel suono si attutisce fino a sparire come una nuvoletta, perché vedo qualcosa - qualcuno - oltre le spalle di Hart ed oltre il viso di Sarah, già pronta ad abbracciarmi a sua volta.
«Alex?» Mormoro, e lui si volta da qualsiasi cosa stesse facendo... Mangiava. Mi fissa e sospira, come se avesse aspettato questo momento proprio oggi e comunque fosse sorpreso. Ma soprattutto: che diavolo ci fa Alex Weingart a casa di Sarah e Hart? Cos'ha questo mondo di sbagliato? Perché Alex con Sarah e Hart è esattamente il tipo di paradosso che semplicemente non si può verificare. Il mio ex. Con i miei migliori amici. È assurdo... Ma dopotutto mi sono successe così tante cose stupide, imprevedibili, orride. Alex a casa di Sarah ed Hart è tutte e tre.
«Ciao, Lolle... Ciao, Sven» Aggiunge, quasi sommesso, come se si sentisse in colpa. Lo fisso e mi sento come se dovessi difendermi da lui, proteggermi da qualcosa.
E invece poi parliamo, con una tranquillità che ha del fantascientifico, soprattutto ricordando come era finita l'ultima volta. Gli ho raccontato tutto quello che è successo da quando ci siamo lasciati, di Phoenix e dell'Australia. Lui annuisce e poi mi dice che sono una calamita per disastri. Rido perché è vero. Sven ci fissa, sospettoso, calandosi dietro una cortina di silenzio e lasciandoci riprendere confidenza, come se volesse arrendersi ma no. O forse ha visto quel velo di tensione su di me, come se sapesse bene che non ho dimenticato quanto Alex mi abbia ferita - perché volevo anche lui. Li volevo entrambi, non potevo semplicemente scegliere. E quei giorni in cui siamo stati tutti e tre assieme sono uno dei miei ricordi più folli ed in fondo belli.
Io li volevo tutti e due. Guardo Alex, ci parlo, gli tocco la mano e realizzo che è ancora così. Ed in realtà già lo sapevo, ma mi ci è voluto un altro incontro per farmi venire l'idea più pazza del mondo: proporre di nuovo la soluzione a tre.
Mi fissano entrambi come se fossi uscita da uno dei miei fumetti e mi fossi messa a sputare balloons. Li capisco, in fondo. Sarah ed Hart mi fissano ancora più sbigottiti.
«Cioè, vuoi davvero farteli tutti e due insieme?» Mi chiede il secondo, alzando un sopracciglio quanto umanamente possibile.
«Sì» Sibilo. «E anche riprovare ad avere una relazione... Umana.»
Guardo Alex, poi Sven, recepisco la loro confusione e ghigno. «E stavolta non voglio scegliere. Mi avrete tutti e due!»
Non accetteranno mai.
Ma sto baciando Sven, e tengo la mano ad Alex. 




Fic di spareggio per la semifinale.
I muri tremano! E ci sono rumori strani... La mamma urla al telefono, io sono nascosto dietro il divano... E non capisco! Cosa succede? La mamma dice che ci sono affari che volano a Manhattan. Ho paura. E adesso? Un momento, ho visto una luce... È Iron Man!
 
 
( Post a new comment )
[identity profile] shadowolf19.livejournal.com on May 20th, 2012 06:22 pm (UTC)
SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOCIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
ODDIO E' BELLISSIMISSIMISSIMISSIMA!!!
*PIANGE*
E POI IL MOMENTO DEL RISVEGLIO, CHE E' UNO DEI PIU' BELLI IMO *___________*
I WANT MOOOOOOOOOOOOOOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAR!!!
<3 <3 <3
(Reply) (Link)