Titolo: Dirt
Fandom: Sherlock Holmes (movie 'verse)
Personaggi: John Watson/Sebastian Moran
Genere: vagamente erotico? XD
Avvertimenti: prequel, lime
Parole: 930
Note: Avevo detto alla [livejournal.com profile] eatintoothpaste che avrei buttato giù qualcosa per il drabble meme, oggi finalmente ho almeno avuto voglia di mettermi alla tastiera e tirarci fuori qualcosa. Di dimenticabilissimo, ma qualcosa XD setting nel pre-qualsiasi testo su Sherlock Holmes, cioè durante la guerra in Afghanistan, con qualche menzione del tabacco di AGOS e con un Moran caratterizzato da CANI, scusami Seb ;_;
Buh.



L'unica spiegazione per quello che è accaduto - di nuovo, apparentemente, dato che ha interessanti ed imbarazzanti precedenti graffiati nella memoria - risiede solamente nell'occhio tondo e vuoto della bottaglia abbandonata ad un passo da loro, che impiega qualche secondo a mettere a fuoco fra le fitte dell'emicrania. Comunque non ci può essere nessun altro motivo per svegliarsi nudo fra le coperte di lana, con il fiato mattutino di un uomo a riempire soffocante la tenda e l'umidità dell'ambiente che si aggiunge al sudore intrappolato dal giaciglio scomodo ed al momento intollerabile.
Certo, John Watson è stato incastrato in situazioni fisicamente peggiori, durante le battaglie, e quando rotola fuori dalla coperta con l'urgenza tipica della vergogna lo sguardo gli cade sulla gamba che si è dovuto rattoppare da solo come poteva.
Si guarda attorno, messo in silenzio dalla propria voglia di evitare che chiunque venga a sapere cos'è successo nella tenda del Colonnello Moran. Non tanto perché metterebbe nei guai entrambi, ma solo per proteggere il proprio orgoglio, nonostante sappia che beh, se voleva difendere il proprio onore doveva pensarci prima di avvicinarsi alle cosce di Moran.
Ed il problema più grosso per lui al momento è sgattaiolare via nel modo più silenzioso possibile. Non potrebbe sopportare la derisione negli occhi del Colonnello, se si svegliasse. Non dopo che ieri notte gli ha ringhiato che no, non lo voleva. Apparentemente il suo corpo ha agito contrariamente, ma è difficile credere ad un uomo quando dice che avrebbe voluto rifiutare dell'appagamento dopo mesi di astinenza.
Ieri Moran ansimava nel suo orecchio, ridacchiando e dicendogli che non sarebbe arrivato vergine all'altare, se mai avesse trovato una donna.
Watson sa che è vero e Watson sa anche che non è completamente colpa di Moran, perché gli piace sentirsi in fiamme, gli piace essere dominato e dominare, gli piacciono i versi gutturali di Moran quando si spinge dentro di lui. Gli piace il prurito che lo prende al ventre quando sono ubriachi abbastanza da lasciar cadere ogni parvenza di civiltà da ciò che rimane in un medico abituato a vedere sangue ed uccidere uomini troppo deboli per sperare di farcela, ed in un Colonnello che manda tutti i giorni ondate dei propri uomini ad abbattersi contro le pallottole nemiche.
Eppure l'unico desiderio che ha ora è scappare via dal senso di disgusto e squallore che sente appiccicato alla pelle mischiato al sudore. Perso nel dolore pulsante alle tempie, impiega qualche secondo ad avvertire l'odore di tabacco che riempie velocemente il piccolo spazio. Si volta e trova gli occhi vigili ma divertiti di Moran fissi su di lui, una sigaretta rollata alla bell'e meglio fra le labbra.
«Bella nottata calda, Watson» Bofonchia, ghignando e mettendosi a sedere, accigliato come sempre mentre borbotta da solo, già perso in altri pensieri.
Il medico rabbrividisce e scaccia via una mosca insistente dal viso. «Già. Penso che andrò a pulirmi.»
Moran lo squadra e ridacchia. «Nudo? Vuoi metterci nei guai?»
Watson guarda in basso, lo sguardo fra le proprie gambe, si irrigidisce e si volta quasi di scatto. «Mi pare chiaro che prima dovrei vestirmi.»
«E perché? È appena l'alba, posso fare qualcosa per quella lì» Ride, annuendo verso la scomoda ed imbarazzante erezione mattutina di Watson, che contrae le mascelle ed afferra i pantaloni. «No.»
«No?»
«No, non lo voglio.»
Moran ride liberamente, come se non temesse di essere sorpreso lì, in fondo.
«Non lo vuoi? Non sei ancora sobrio, certo che lo vuoi.»
«L'alcol influenzerebbe la mia voglia o non voglia di... Di...»
«Scopare».
Watson scuote la testa, fa per infilarsi i pantaloni in fretta, ma la mano decisa del Colonnello lo costringe all'indietro, sdraiato di nuovo, con una certa rudezza.
«Lei è istruito, come può parlare così?»
«Perché non siamo in un salottino di Londra con gente vestita alla moda, qui siamo nello sporco e dare del lei non mi serve ad un cazzo, qui.»
Watson boccheggia, colto di sorpresa, rinunciando all'idea di sferrargli un pugno al naso. Moran è un animale.
L'animale che ha ancora voglia di sesso, nonostante la temperatura soffocante ed il fatto che il corpo da possedere non ha esattamente le caratteristiche che vorrebbe. In tempo di guerra, però, Watson è quanto di meglio abbia attorno. Ed non deve pagarlo. Ride.
«John Watson, non hai niente da ribattere?»
«Lasciami andare.»
«Scommetto che sono capace di farti eccitare di nuovo» Ghigna Moran, passando senza preamboli a stringerlo fra le cosce, con le labbra che si chiudono sulla bocca ancora aperta di stupore di Watson. Che si ritrova completamente impotente, nonostante sappia di avere abbastanza forza fisica da rovesciare il corpo massiccio di Moran da sopra di lui.
Eppure non riesce ad imporsi di farlo, le ondate di prurito che cresce ed impone di essere soddisfatto spazzano via le tracce di pensieri coerenti dalla sua mente. E non può evitarlo, forse è la propria volontà ad essere troppo debole per contrastare i brividi ed il senso di eccitazione che cresce fra le sue gambe.
«Ho vinto» Mormora Moran, sghignazzando e massaggiandolo con veemenza, quasi fino a fargli male.
È il suo turno di borbottare, ma Watson incassa e si limita a stringere le dita attorno al suo braccio, sperando almeno di potersi trattenere per qualche minuto prima di farla finita. Non perché voglia prolungare il piacere, ma per nasconderlo come può. È l'ultima difesa contro la vergogna: se può fingere che sta solamente subendo il piacere, in qualche modo potrà provare a giustificarsi quando la notte si troverà al buio, cercando di dormire e ripercorrendo gli eventi della giornata.
Anche se sa che non funziona, ma è meglio dell'ammettere che gli ci vorrà molto prima di lavarsi di dosso il calore del corpo di Moran.
Il Colonnello, probabilmente, continuerà a rinfacciarglielo fino all'ultimo, ridendo.


 
 
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